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Sabato, 27 Aprile 2024
Caccia ai soldi

Cosa vuole fare il governo con le tredicesime dei pensionati

C'è l'ipotesi della detassazione: in questa fase, il ragionamento dell'esecutivo verte su un taglio dell'Irpef, dove si ipotizza un'aliquota al 15%. Oggi a seconda del reddito è al 23%, oppure a salire al 25%, 35% o 43%. I dubbi sulle risorse a disposizione, sulle tempistiche per quest'anno e tutto quello che sappiamo finora

Tredicesime detassate per i pensionati: l'ipotesi è contenuta nell'ultima bozza della legge sulla delega fiscale, approvata in via definitiva dal Parlamento. Si tratta di una misura allo studio del governo, pensata per combattere la perdita del potere d'acquisto delle pensioni (oltre che degli stipendi), inserita da una commissione specifica tra le proposte normative per l'attuazione della delega fiscale. I diversi pacchetti di norme saranno poi ufficializzati da una serie di decreti attuativi. Ci sono dubbi, tuttavia, sia sulle risorse finanziarie a disposizione, sia sulle tempistiche per il 2023. Ma andiamo con ordine, cercando di fare chiarezza.

Il viceministro Maurizio Leo, in quota Fratelli d'Italia, è stato chiaro: "La nostra preoccupazione è legata ai conti pubblici. A causa dell'aumento dei tassi l'Italia avrà un'ulteriore spesa per interessi relativi ai titoli del debito pubblico per circa 14, 15 miliardi e dobbiamo essere assolutamente prudenti". L'ipotesi tuttavia permane sul tavolo dell'esecutivo, almeno per il momento: in tema di tredicesime, il ragionamento verte su un taglio dell'Irpef, dove si ipotizza un'aliquota al 15%. Oggi a seconda del reddito è al 23%, oppure a salire al 25%, 35% o 43%. Il taglio potrebbe comprendere anche i pensionati. Ma per ora il condizionale è d'obbligo.

In ogni caso, il prossimo passaggio da segnare sul calendario è l'avvio della sessione di bilancio a fine settembre. Mancano pochi giorni. In quell'occasione il governo presenterà la Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (Nadef), punto di partenza per la legge di bilancio 2024: giovedì 28 settembre sarà discussa dal Consiglio dei ministri. In quel momento saranno più chiari gli effetti della riforma della tassazione sugli stipendi dei lavoratori e sulle pensioni, a partire molto probabilmente dal prossimo anno.

Proprio sulla detassazione delle tredicesime, il viceministro Leo alcuni giorni fa aveva già chiarito, ai microfoni di Skytg24: "Nel 2023 ritengo sia abbastanza complesso trovare le risorse. Ma rimetto tutto alla Nadef, è quello il dato da cui dobbiamo partire per vedere se è possibile questo tipo di intervento nel 2023. La delega lo rende applicabile nel 2024: nel 2023 vedremo, mentre nel 2024 si potrà mettere a terra".

Per poter essere realizzata, la detassazione anticipata della tredicesima dovrà quindi fare i conti con la ricerca di fondi per la prossima egge di bilancio: tutto dipende da come si svilupperà lo stanziamento di risorse. Ma la prima norma da rinnovare dal primo gennaio del 2024, per Maurizio Leo, è quella del cuneo fiscale. Si ragiona anche sulla riforma dell'Irpef: il governo vorrebbe accorpare i primi due scaglioni ed estendere l'aliquota più bassa ai redditi fino a 28mila euro, per evitare che l'attuale sistema a quattro aliquote vada ad erodere i benefici del taglio del cuneo fiscale (che il governo punta a prorogare per tutto il 2024), come abbiamo spiegato qui.

"Se ci saranno le condizioni potremo costruire un meccanismo a tre aliquote, con l'aliquota del 23% che abbraccia le prime due e quindi con una tassazione al 23% fino ai redditi da 28mila euro. Oggi ci si ferma a 15mila. Se ci saranno tutte le condizioni passeremo a un sistema a tre aliquote", ha ribadito Leo. Le prime misure previste dalla riforma fiscale entreranno in vigore a partire dal primo gennaio 2024 e saranno quelle che non prevedono alcuna copertura finanziaria.

Sulla volontà del governo Meloni di alleggerire il peso delle tasse per aumentare gli importi effettivamente riconosciuti a dipendenti e pensionati non c'è dubbio: lo stesso testo della legge delega per la riforma fiscale lo prevede, come detto all'inizio. Sono però da definire tempi e modalità. Per dicembre 2023 non sembrano esserci buone notizie. A conti fatti, il peso del fisco sulle mensilità aggiuntive dovrebbe alleggerirsi a partire dal 2024, interessando lavoratori e lavoratrici dipendenti, ma anche pensionati e pensionate, con una soglia di 35mila euro lordi e prevedendo un'aliquota del 15%.

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