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Sabato, 27 Aprile 2024
Lieto fine / Napoli

Ex Whirlpool, dopo quattro anni di lotta arriva il nuovo contratto

Lunedì 30 ottobre i 312 operai licenziati dalla multinazionale americana saranno assunti dalla TeaTek

Il loro grido "Napoli non molla" è risuonato in lungo e in largo in tutto lo stivale. La vertenza della Whirlpool di Napoli ha tracciato una linea netta tra il prima e il dopo nella storia delle lotte sindacali. Una lotta portata avanti dal basso, dai lavoratori, nella quale le sigle sindacali hanno dato appoggio, ma hanno seguito la linea e il calendario di iniziative dettate dagli operai.

Una lotta cominciata nella primavera 2019 e che, dopo quattro anni e mezzo, finisce con un lieto fine. Lunedì 30 ottobre 2023, le 312 persone che ancora fanno parte di quel bacino firmeranno il nuovo contratto che li legherà a tempo indeterminato alla TeaTek, l'azienda specializzata in energie rinnovabili che ha rilevato l'impianto di via Argine per creare la new co. Italian green factory. E anche l'epilogo rappresenta una novità perché da queste parti la regola è che chi viene licenziato da aree industriali dismesse non viene mai riassorbito.

Il polo di Napoli est produrrà intercettatori, un componente che rende più efficienti i pannelli solari. La fabbrica tornerà operativa dal 2025, nel frattempo gli operai saranno prima inseriti in percorsi di formazione e poi, un po' alla volta, assorbiti nelle linee di produzione che la TeaTek ha già attive sul territorio. A poche ore da un momento storico, ripercorriamo la storia di questa vertenza fatta di disperazione, lotta, bugie, promesse mancate, tenacia e, alla fine, riscatto. 

Una X a ciel sereno

La vertenza Whirlpool nasce senza preavviso. Era il 31 maggio 2019 e durante una riunione con i sindacati, a Roma, la multinazionale presentò i nuovi piani industriali. Sulla cartina, all'altezza di Napoli c'era una grande X rossa. Era il modo che l'azienda aveva scelto di comunicare ai dipendenti che il polo di via Argine, dove venivano prodotte lavatrici di ultima generazione, sarebbe stato smantellato. Poche ore dopo, la quasi totalità dei 430 lavoratori coinvolti si riunì davanti alla fabbrica, occupandola a tempo indeterminato. Cominciò così una serie senza fine di manifestazioni, cortei, nottate in azienda e marce in autostrada.

Le promesse mancate di Di Maio e Patuanelli

Nelle settimane successive, i lavoratori ottennero il sostegno del Conte 1, il cosiddetto governo giallo-verde composto da 5 Stelle e Lega. Al Ministero dello Sviluppo economico c'era il grillino Luigi Di Maio. Sua la firma sugli incentivi per convincere Whirlpool a restare in Italia appena otto mesi prima della decisione di cancellare Napoli. Sua anche la frase "Non c'è Whirlpool senza Napoli". La storia, però, è andata diversamente. Di Maio si dimostrò impotente di fronte alla volontà della multinazionale americana. A lui seguì Stefano Patuanelli, anch'egli 5 Stelle, esponente del Conte 2, il governo giallo-rosso composto da grillini e Pd. Ministro diverso, stessa storia. Alle rassicurazioni non ha fatto seguito nessun avanzamento reale. La Whirlpool Napoli ha chiuso i battenti il 31 ottobre 2020, in piena pandemia Covid.

Il Governo Draghi e il consorzio fantasma 

A febbraio 2021, il subentro del "Governo dei migliori", guidati da Mario Draghi, ha dato nuove speranze alla vertenza. Durante quell'anno spuntò un fantomatico consorzio di imprese campane interessato a investire nel sito di via Argine. Fantomatico perché le istituzioni nazionali e locali ne hanno parlato per mesi, senza mai annunciare chi fossero gli imprenditori coinvolti. La sottosegretaria Alessandra Todde, oggi deputata 5 Stelle, arrivò addirittura ad annunciare un piano industriale entro il 15 dicembre 2021. Piano che, ovviamente, non ha mai visto la luce e il consorzio è lentamente svanito nel nulla.

Un 2022 di protesta

Il 2022 è forse l'anno peggiore di tutta la vertenza Whirlpool. Durante quell'anno, infatti, non c'era alcuna reale prospettiva di rilancio. al netto di ciò, i lavoratori hanno continuato a protestare, manifestare, bloccare strade, autostrade, binari, mantenendo sempre alta l'attenzione sulla loro situazione. Fino ad arrivare a crocifiggersi davanti alla Prefettura di Napoli.

L'arrivo di TeaTek

Bisogna attendere la prima metà del 2023 per assistere all'arrivo di TeaTek, l'azienda che ha deciso di rilevare la fabbrica e di convertire la produzione di lavatrici in produzione di elementi per i pannelli solari. L'acquisto risale al 26 aprile scorso e da subito la nuova società si è impegnata ad assumere tutti i 312 ex dipendenti rimasti. Il 22 luglio è stato presentato il progetto Italian green factory, mentre il 29 settembre è giunto in via Argine il ministro del Made in Italy Adolfo Urso per visionare i rendering della ristrutturazione del sito. Il 30 ottobre 2023, la storia degli ex Whirlpool finirà con un lieto fine e con tante lacrime: 312 operai torneranno a lavoro dopo quattro anni e mezzo.

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