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Lunedì, 29 Aprile 2024

La recensione

Giulio Zoppello

Giornalista

Benjamin Franklin su Apple Tv+ ci regala un grande Michael Douglas

Benjamin Franklin rimane una delle figure più affascinanti ma soprattutto fondamentali della storia americana e non solo. Politico, rivoluzionario, patriota, uomo di cultura, inventore, libertino, spia... nulla è mancato nella sua incredibile vita. Su Apple Tv+, arriva una miniserie con protagonista il fu Gordon Gekko Michael Douglas, che dona ogni oncia del suo carisma e della sua classe ad un dramma bellissimo visivamente, ben diretto, sfarzoso ma che forse non ha ben chiara la sua identità e che eccede talvolta con la commistione di generi ed atmosfere. 

Benjamin Franklin - la trama

Benjamin Franklin (Michael Douglas) ha una missione da compiere in quel dicembre del 1776: deve recarsi in Francia, a Parigi, e convincere Re Luigi XVI e la sua corte, che la neonata Rivoluzione Americana non ha i giorni contati, che il loro appoggio può essere decisivo per battere quell'Inghilterra, che i transalpini detestano e a cui hanno dovuto cedere le colonie in Nord America alla fine della Guerra Franco-Indiana. Franklin è un vero e proprio divo mondiale già all'epoca, in virtù di una statura di intellettuale, pensatore, politico, inventore e mille altre cose, che l'hanno reso la personalità di spicco della sua epoca. I ribelli americani però sono al mal partito militarmente parlando e molti in Francia dubitano che possa avere senso aiutarli. Solo il Conte di Vergennes (Thibault de Montalembert) e il giovane Marchese di Lafayette (Théodore Pellerin) sono veramente dalla loro parte. La situazione arriverà a complicarsi in modo imprevedibile. 

Benjamin Franklin fin dall'inizio conferma come Apple Tv+ quando fa drammi storici o in costume punta su comparto di maestranze, un'estetica e in generale una qualità globale della produzione di livello assoluto, a cui solo la HBO ha saputo rispondere in questi ultimi tempi. Lo abbiamo visto con Masters of the Air, con Manhunt, con Palm Royale e ora ecco che finiamo nella Francia che ancora non sa di essere sull'orlo di una Rivoluzione, mentre ragiona se aiutarne un'altra o meno. Diretta con mano sicura da Tim Van Patten, Benjamin Franklin è tratta dal libro "A Great Improvisation: Franklin, France, and the Birth of America" di Stacy Schiff ma al contrario di altri casi simili recenti, si prende una notevolissima libertà per ciò che riguarda la verità storica e naturalmente la rievocazione di ciò che era la Francia dell'epoca. 

Benjamin Franklin ha al centro gli sforzi, non pianificati ma al contrario improvvisati di volta in volta, con cui il messo dei neonati Stati Uniti d'America cerca di farsi spazio e guadagnare considerazione all'interno di un mondo che, volontariamente, la miniserie presenta totalmente agli antipodi per ciò che riguarda il suo protagonista. Michael Douglas si muove con maestria, facendo del suo personaggio una sorta di curioso esploratore di una terra sconosciuta, fatta di pizzi, parrucche, haute couture, cipria, piatti ricercati e una complessità che lo affascina. Lui però saprà rispondere colpo su colpo, senza però rinnegare la propria identità, ma al contrario rendendosi talvolta esotico, altre volte invece flessibilissimo in quello strano regno dove tutto è apparenza e nulla è certo. 

Una serie gradevole a cui però manca una chiara identità

Benjamin Franklin porta nella scrittura altri personaggi molto importanti ovviamente. Su tutti meritano una menzione la compositrice Anne Louise Brillon de Jouy di Ludivine Sagnier e Noah Jupe, che intepreta l'allora adolescente figlio di Franklin, William. Poi ecco sbucare Eddie Marsan come l'intrattabile John Adams, Jeanne Balibar nei panni di Madame Helvetius, insomma non mancano volti e personalità. La miniserie dopo un inizio abbastanza classico, decide di virare e diventare un mix tra film di formazione, commedia in costume e sorta di rilettura modernista e pop, insomma mischia le carte ponendosi come un incrocio tra le atmosfere moderne e la rappresentazione per il pubblico più smaccatamente moderno. Il che alla lunga può risultare un'ottima idea come anche annoiare, dipende da quanto siete aperti ad un gioco di maschere così radicale. 

Benjamin Franklin dà alle volte l'impressione di non sapere esattamente se seguire il percorso della narrazione storica tout-court, del melò, del film di formazione o della rivisitazione all'americana di un momento molto americano. Brillante per ciò che riguarda l'interazione tra i diversi personaggi, che regalano moderati sorrisi, ha nella chimica tra Douglas e la Sagnier la parte forse migliore. I dialoghi però spesso tendono ad essere fin troppo diluiti ed allungati, lo scontro-incontro tra l'America a metà tra illuminismo e puritanesimo e la Francia ancorata a tradizioni, rituali e sindrome di inferiorità rispetto al nemico britannico, spesso appare grossolano e fin troppo filo-americano. Ci si alterna tra splendidi costumi, interni, si cospira ma manco tanto, si corteggia ma poi pare di trovarsi nel mondo di oggi, si parla di real politik ma fino al prossimo ballo o concerto. Affascinante, soave, ma un po' troppo prevedibile, un po' troppo privo di una vera vocazione storica.  


Confrontata con l'audacia cinica e viscerale della recente Mary & George, con la coerenza da telenovela 2.0 di una BridgertonBenjamin Franklin sembra farsi carico degli stessi difetti della recente The Buccaneers, rispetto alla quale ha una maggior caratura artistica, un bel protagonista, nonché la volontà di parlarci del complicato gioco della politica. Ma si insiste anche troppo nelle dinamiche padre-figlio, la rilettura moderna ed inclusiva è onestamente poco coerente. Benjamin Franklin ad ogni modo è una miniserie perfetta per passare del tempo con bellissime immagini e un'atmosfera raffinata ma accessibile e a dir poco ammaliante, ma per ciò che riguarda biopic, Apple Tv+ deve fare qualcosa in più. In fondo ci ha dato Manhunt The New Look, forse è il caso di essere un po' meno pop e un po' più diretti. 

Voto: 6,5

 

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