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Lunedì, 29 Aprile 2024
Film al Cinema

Boiling Point-Il disastro è servito: il crollo di uno chef in una corsa contro il tempo nella sua cucina

Dopo il successo al Taormina Film Fest la pellicola arriva nei cinema italiani dal 10 novembre

Il mondo dell’alta cucina è notoriamente un ambiente in cui si punta alla perfezione. Il lavoro diventa maniacale per realizzare i piatti nel modo migliore secondo canoni prestabiliti. "Boiling Point” non è però il solo prodotto audiovisivo che propone questo mondo e i suoi ritmi. Più recentemente ha debuttato anche la serie “The Bear” su Disney + che sta raccogliendo consensi tra critica e pubblico. Entrambe propongono l’immagine di una realtà come quella delle cucine descritte come delle vere macchine dai meccanismi ben oliati e che non devono subire rallentamenti di alcun tipo. Il solo scopo è il raggiungimento dell’agognata perfezione che deve rispecchiare la qualità dei piatti proposti. Tra i fornelli si muove una squadra nella quale vige una rigida gerarchia che vede lo chef al vertice e tutti gli altri al di sotto. Le interazioni tra loro sono intense, rapide e a volte anche scortesi alimentate dallo stress che si produce.

Diretto da Philip Barrantin, il film vede tra i protagonisti l’attore inglese Stephen Graham - già noto per The Irishman di Scorsese - nei panni dello chef stellato Andy Jones, Vinette Robinson (Doctor Who) è invece Carly socia di Andy che condivide con lui il ristorante e le responsabilità; nel resto del cast anche Jason Flemyng e Ray Panthaki. Un dramma dai ritmi incalzanti e pressanti che riesce a coinvolgere chi guarda.

La Trama - Boiling Point - Il disastro è servito

Lo chef Andy Jones vive un momento di crisi e si trova a dover gestire a ritmi frenetici il suo ristorante durante il periodo natalizio. Fanno parte della sua squadra Carly, chef e sua socia, Camille, Tony e Freeman che li aiutano nella preparazione delle pietanze. La gestione della sala invece è affidata ad Emily che supervisiona le cameriere tra cui Andrea e Robin e i barman. La stessa sera in cui ristorante è pieno arriva un'ispezione sanitaria che fa perdere - soprattutto per questioni burocratiche - due punti e mezzo al ristorante. Andy giunge in ritardo e richiama immediatamente i componenti del suo staff rimproverandoli per gli errori banali che avrebbero potuto essere evitati: quello di cui però non si rende conto è che il primo a fare errori all'interno della cucina è proprio lui. Dimentica di fare degli ordini, trascura alcuni clienti, e se sul lavoro la situazione è complicata non lo è da meno nella vita privata.

Dopo la separazione dalla moglie prova ad essere presente per il figlio ma il troppo lavoro e il costante impegno glielo impediscono. Ovviamente la serata non potrà che peggiorare aumentando sempre di più il livello di tensione che corre fra la squadra fino ad un punto di non ritorno; vengono commessi errori e Andy è messo sempre più sotto pressione non solo da questo ma anche dalla presenza di Alistair Sky, il suo vecchio socio sul quale cerca di fare una buona impressione e verso cui alimenta una malcelata competizione. La tensione aumenta sempre di più e i problemi vengono a galla con lo scorrere delle ore e dei minuti. Non vi sveliamo altro, di seguito il trailer.

Perché vedere “Boiling Point - Il disastro è servito”

I motivi che rendono “Boiling Point - Il disastro è servito” un film meritevole di essere visto sono molteplici. Innanzitutto la scelta di racchiudere la narrazione all'interno di un unico ambiente - quello del ristorante - dal quale i personaggi non escono mai. Questa scelta contribuisce a rafforzare i sentimenti di rabbia e tensione che si accumulano errore dopo errore, e arriva anche a definire i personaggi in base al ruolo che ricoprono in quello spazio: uno chef in quanto tale deve puntare alla perfezione, un aspirante chef non può permettersi errori o rischia di giocarsi la carriera; con lo stesso obiettivo c’è poi la scelta di inscenare l’azione in una sola finestra temporale ovvero una manciata di ore. Tutto questo permette inoltre di capire come il racconto voglia fornire una lettura il più veritiera e spontanea possibile di quello che è l'ambiente della cucina e della squadra che vi opera. Tutti i personaggi hanno ovviamente delle problematiche che si portano dietro, dei conflitti irrisolti - a volte anche l'uno nei confronti dell’altro - che provano a lasciare fuori dalla cucina ma che in maniera indiretta li influenzano. Perciò anche personaggi che sembrano in apparenza forti e resistenti a qualunque tipo di pressione crollano, Andy in primis. E per lui si accumulano problemi dopo problemi: non riuscire a stabilire un rapporto costante con il figlio, l’ennesima svista fatta all'interno del ristorante e il voto troppo basso. Tutto questo non fa altro che portare Andy - ma anche Carly e altri personaggi - fino al punto di ebollizione, da cui difficilmente si può tornare indietro. È altrettanto interessante vedere come il gruppo sia abbastanza eterogeneo e cosmopolita, quasi a voler rimarcare l'universalità della cucina.

Anche da un punto di vista strettamente tecnico il film riesce a confermare questa sua originalità già trovata nella tematica. La fase di montaggio è completamente assente poiché il film non è altro che un lungo piano sequenza privo di interruzioni della durata di un'ora e mezza. Non c'è stacco fra un personaggio e un altro; la telecamera li segue passo dopo passo e porta lo spettatore a vedere quello che fanno. Ciò che accade con il montaggio invece è dare priorità ad alcune scene rispetto ad altre, montandole in maniera sistematica e togliendo questo aspetto di spontaneità e continuità. Ci sono diversi primi piani e la colonna sonora è assente, il silenzio, le urla degli chef alle cameriere, non fanno altro che enfatizzare questa sensazione di pressione e l’agognata perfezione da raggiungere. Stephen Graham riesce a rendere non tanto la determinazione da chef, quanto la sua incapacità di districarsi tra i clienti, la propria cucina e i suoi problemi. La sua immagine è quella di un uomo in crisi - sia personale che psicologica - in balia degli eventi che rischiano di compromettere quel ristorante che ormai diventato tutta la sua vita. Una pellicola che tocca anche tematiche come il rispetto sul luogo di lavoro e la dignità di ogni componente dello staff. “Boiling Point - Il disastro è servito” è quindi un buon dramma dal ritmo incalzante che invita a far riflettere sull’importanza del lavoro di squadra, getta luce sulla necessità di controllare i ritmi lavorati e non permettere che controllino in tutto la vita di chi lavora. Un affannarsi verso la perfezione che fa perdere di vista quello che c’è lungo il tragitto.

Voto: 7

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