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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Indiana Jones e il quadrante del destino: l’ultima avventura di Harrison Ford convince

Il quinto capitolo della saga dell’archeologo avventuriero arriva nei cinema italiani il 28 giugno

I film della saga di Indiana Jones, parliamo dei primi tre, sono pietre miliari del cinema d’avventura di fine Novecento. È per questo che, dopo il deludente quarto capitolo del 2008, c’è ora molta attesa per l’ arrivo in sala, da mercoledì 28 giugno, del quinto titolo della serie, che è anche l’ultimo con protagonista l’ormai ottantenne Harrison Ford. Accanto all’iconico professor Jones in questo “Indiana Jones e il quadrante del destino” troviamo un’audace e opportunamente nervosa Phoebe Waller-Bridge , già protagonista della serie Fleabag che interpreta la figlioccia e compagna di questa nuova avventura di Indy Helena, e in un piccolo ruolo, quello dell’uomo-rana Renaldo, Antonio Banderas. Dietro la macchina da presa, per la prima volta, non c’è Steven Spielberg ma James Mangold.

Indiana Jones e il Quadrante del Destino, la trama

Indiana Jones è infiltrato su un treno di nazisti per aiutare il suo vecchio amico Basil e recuperare la preziosa macchina di Antikythera, inventata dal genio di Archimede per salvare Siracusa dall’assedio dei romani, e che rischia di finire nelle mani sbagliate. Il meccanismo è infatti diviso in due metà e, intero e funzionante, permetterebbe di individuare varchi temporali e quindi andare a spasso attraverso i decenni, i secoli e i millenni. Segue corpo a corpo con l’avversario di turno, il nazista Voller, e una rocambolesca salvezza. E’ il 1940 e Indy è l’avventuriero audace e atletico che tutti conosciamo. Poi facciamo un salto di 30 anni e troviamo il vero protagonista di questo quinto titolo della saga: l’anziano professor Jones, solo e depresso dopo la morte del figlio e l’abbandono della moglie, che si ritrova ad insegnare archeologia in una università di New York mentre tutto intorno a lui cambia: è il 1969, l’uomo ha appena messo piede sulla luna e niente sarà più lo stesso. A scuotere il torpore delle giornate che precedono il pensionamento del professore è l’arrivo di Helena, figlia di Basil e figlioccia di Indiana. Giovane, colta e spregiudicata, ha ereditato dal padre l’interesse per l’antichità e l’ha trasformato in un lucroso e rischioso commercio. Ora è in cerca del reperto che ha portato il padre alla follia: la macchina di Antikythera e sa che solo il suo patrigno può aiutarla a recuperare quel preziosissimo strumento leggendario e dimenticato da tutti. Da tutti, o quasi, perché nemmeno l’arcinemico Voller ha rinunciato a mettere le mani sull’invenzione di Archimede, non certo per farne soldi, ma per cambiare il corso della storia. Inizia così l’ennesima avventura che porta l’ormai canuto Indy da un continente all’altro, da una sorpresa all’altra, da uno scontro all’altro.

Indiana Jones 5, Harrison Ford si congeda con onore dal suo personaggio più iconico

Dopo l’addio del suo padre artistico, Steven Spielberg, il quinto capitolo della saga di Indiana Jones segna anche l’ultima prova di Harrison Ford nei panni di un personaggio iconico e che rimarrà impresso nella storia del cinema. L’archeologo affamato di avventura e misteri, pronto a battersi per recuperare tesori inestimabili e strapparli dalle mani sbagliate tra inseguimenti, combattimenti, fughe rocambolesche e situazioni incredibili che lo hanno visto passare da un angolo all’altro del mondo ed esplorare miti e misteri della storia, se anche ritornerà sullo schermo non avrà più il volto, ormai segnato dall’età avanzata, dell’attore che lo ha incarnato sin dagli inizi.

 Ma come si congeda Harrison Ford dal suo personaggio più popolare? Onorevolmente. Facendo il suo dovere nel regalare al dottor Jones quel distacco ironico che lo contraddistingue, pur non potendogli più garantire la prestanza fisica di un tempo e abbracciandone le inevitabili malinconie. L’ultimo Indiana Jones è un uomo che, prima di combattere contro gli eterni nemici nazisti, combatte contro il tempo. Il tempo che va avanti inesorabilmente rendendolo più lento e stanco ma non meno portato per i guai, il tempo che il prezioso ‘quadrante del destino’ permette di manipolare, il tempo che però è bene che vada comunque avanti, perché rifugiarsi nel passato può creare solo danni: individuali e collettivi.

Il film non può essere paragonato in nessun modo ai primi tre diretti da Steven Spielber, ma garantisce comunque più di due ore di intrattenimento senza pensieri, con una storia che tiene e interpreti in grado di calarsi bene nei loro personaggi. E qui parliamo soprattutto di Phoebe Waller-Bridge, ottima scelta per interpretare una figlioccia a cui Indy sembra passare idealmente un testimone, e che in comune con il padrino ha la passione per le civiltà antiche, l’audacia e l’essere un’adorabile canaglia, capace con l’astuzia di tenere testa a criminali di ogni rango e portare a termine incredibili imprese. 

Voto:7

Indiana Jones

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