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Martedì, 30 Aprile 2024
Film al Cinema

My Soul Summer: Casadilego esordisce al cinema in un film troppo ingenuo

La nuova pellicola di Fabio Mollo – in sala il 24, 25 e 26 ottobre – conta sulla vincitrice di X Factor 2020 come protagonista, ma paga a caro prezzo delle generali incertezze di fondo

Il 10 dicembre 2020 Elisa Coclite, in arte Casadilego, appartenente alla categoria 16-24 donne capitanata da Hell Raton, trionfava a X Factor, aggiudicandosi la quattordicesima edizione del talent. Due anni dopo la giovane e talentuosa cantante abruzzese classe 2003 è pronta per il suo debutto al cinema. Presentato in anteprima ad Alice nella città nell’ambito della Festa del Cinema di Roma 2022, infatti, My Soul Summer segna il suo esordio come attrice, nei panni della protagonista della pellicola diretta da Fabio Mollo, in uscita il prossimo 24 ottobre. Nel cast anche Tommaso Ragno e Lunetta Savino.

My Soul Summer, la trama del film

Anita (Casadilego) ha 17 anni e, con tanto impegno e dedizione, sta preparando l’esame di ammissione all’ottavo anno di pianoforte al Conservatorio. Per garantirle la giusta tranquillità per studiare – ma anche per permetterle di svagarsi di tanto in tanto – i genitori decidono di farle trascorrere l’estate dalla nonna, in una casa non lontana dal mare in Calabria. Inizialmente Anita continua a esercitarsi senza sosta, non badando alla fatica, e quelle volte che va in spiaggia con una sua amica d’infanzia si rende conto di essere ormai diversa, troppo introversa e con la testa da un’altra parte per sentirsi a proprio agio con il suo gruppo di amici. La sua estate prende una piega completamente diversa nel momento in cui sente un disco con l’incredibile voce di Ella Fitzgerald suonare a tutto volume nella lussuosa villa del vicino, Vins (Tommaso Ragno), un cantante soul e produttore musicale che – tra una bevuta e l’altra – è alla costante ricerca dell’ispirazione e del talento più puro. Trascorrendo le torride giornate estive con lui, Anita capirà di avere una passione autentica, una voglia di vivere e far vivere la propria musica.

Il trailer

Ingenuità al potere

Non è mai facile parlare di un’arte attraverso un’altra arte. Nel caso specifico, per esempio, parlare di musica attraverso il cinema rischia di far sì che la settima arte prenda il sopravvento, sacrificando o sorvolando su degli aspetti imprescindibili. My Soul Summer, sfortunatamente, cade in questo meccanismo e paga a caro, carissimo, prezzo la sua ingenuità di fondo. Per quanto riguarda l’aspetto più prettamente musicale, innanzitutto, sono tante le imprecisioni. Non viene mai considerata la differenza della musica “studiata”, quella del conservatorio, dalla musica composta, più intuitiva e che richiede tempo per sbocciare fuori dalle regole e dalla disciplina. Questo passaggio viene completamente saltato così come quello tra i generi musicali stessi, che assumono una continuità quasi buffa: sempre nel corso di un’estate, si passa da Chopin e la classica al soul delle grandissime (Nina Simone, Ella Fitzgerald, Whitney Houston), che dovrebbe smuovere la protagonista, portarla a reinventarsi, e che invece dà frutto a una canzone pop (peraltro, riproposta in veramente troppe occasioni, sfiorando il promo) che non risente di nessuna delle due influenze. Sempre restando nella carriera artistica di Anita, risulta difficile credere che scopra di saper cantare dopo sette anni di musica, in cui sicuramente si è aiutata per lo studio dello strumento.
Purtroppo, anche accettando a priori questa premessa artistica quantomeno complicata, My Soul Summer non funziona. La sceneggiatura è un (troppo) classico coming of age che pecca quasi subito di ingenuità grosse: da alcuni personaggi improbabili (un grande produttore e il suo club di artisti della scena soul americana in Calabria) ad altri senza anima (la nonna – Lunetta Savino – giovanile, lesbica e quindi con un polsino di pelle) fino a quelli ininfluenti (un poco chiaro flirt in spiaggia, l’amica d’infanzia, etc.) o quelli prefabbricati (il “padre buono” che strizza l’occhio alla figlia dopo una sgridata della madre). La somma fa sì che tutto risulti distante ed eccessivamente
costruito, vicino più al talent che a una storia, la cui evoluzione non solo è nota e codificata, ma si macchia di un’ingenuità tale da cadere ripetutamente nel cliché. Non bastano Tommaso Ragno, il sorprendente esordio cinematografico di Casadilego o la sua musica.

Voto: 4,5
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