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Lunedì, 29 Aprile 2024

La riflessione

Giulio Zoppello

Giornalista

Così è la Vita di Aldo, Giovanni e Giacomo dopo 25 anni ha ancora un sapore unico

Così è la Vita occupa un posto speciale nella memoria di ogni spettatore che abbia potuto godersi appieno gli anni ’90, un decennio incredibile per la nostra comicità. Aldo, Giovanni e Giacomo erano reduci dall’incredibile successo di Tre Uomini e una Gamba, non si pensava avessero moltissimo ancora da offrire secondo alcuni sul grande schermo, ma questo film, uscito esattamente 25 anni fa, smentì tutti. Ad oggi, rimane non solo uno dei loro più grandi incassi, ma un punto di riferimento del rinnovamento che hanno saputo portare nella comicità.

Un mix perfetto tra comicità ed esistenzialismo

Sceneggiatura particolare quella di Così è la Vita, partorita da un lavoro combinato dal Trio, assieme al fedelissimo Massimo Venier, Gino e Michele, Giorgio Gherarducci e Graziano Ferrari. I personaggi sono diversi rispetto a Tre Uomini e una Gamba, ma gli archetipi, i riferimenti, rimangono sostanzialmente uguali. Giovanni è il solito nevrotico insoddisfatto, un costruttore di giocattoli con un matrimonio ormai fallito, Giacomo un poliziotto frustrato anch’egli con un clima familiare orrendo, per Aldo invece c’è il personaggio di Bancomat: un piccolo truffatore detenuto a San Vittore. Così è la Vita con tutta una serie di espedienti e premesse narrative apparentemente insignificanti, pone le basi per un rapimento da parte di Aldo, che si dà alla fuga prendendo in ostaggio gli altri due. Il loro rapporto si farà via via sempre più intimo e strano, fino a sfociare in un’amicizia che porterà tutti e tre a diventare fantasmi in cerca di rivalsa. Ricchissimo di omaggi al meglio del cinema americano a tinte forti, da Tarantino, Landis e Lynch, al meglio del repertorio teatrale e televisivo del Trio, Così è la Vita infine strizza l’occhio alla comicità slapstick, ma senza mai prendersi sul serio. Di base è ancora oggi la dimostrazione di come e perché il Trio sia stato unico nella storia della comicità italiana: per la capacità di unire in modo armonioso verosimiglianza e fantasia. Aldo, Giovanni e Giacomo sono (di base) tre sfigati come tanti, alle prese con una vita che non amano, parenti che detestano, mogli infedeli, colleghi opportunisti, soldi che mancano e solitudine. Da questo presupposto, si sviluppa un road movie in grado di diventare anche metanarrazione. Basta pensare all’appuntamento galante di Aldo con la Clara di Marina Massironi, in realtà un angelo che li porterà sulle soglie di un Paradiso molto particolare, diciamo Paradiso all’italiana. In mezzo, una marea di gag, dialoghi ridicoli, anche qualche parodia, per quanto in realtà questa non sia mai stata veramente al centro del percorso artistico del Trio. La realtà è che anche qui si deve parlare di trasfigurazione.

Un istant movie sull’Italia anni Novanta 

Così è la Vita incassò tanto, tantissimo, fu al primo posto in Italia in quell’annata, con 23 milioni di euro. Poi sarebbe venuto il capolavoro assoluto: Chiedimi Se Sono Felice. Ma questo film è e rimane unico non solo per i tanti tormentoni che hanno cambiato il nostro linguaggio quotidiano in modo radicale, riempito il nostro vocabolario di modi di dire orma diventati di uso comune. La verità è che questo film rimane una testimonianza di un decennio irripetibile, guardarlo oggi è prendere una macchina del tempo, ricordarsi perché il Trio funzionava: semplice, erano bravi. Paola Cortellesi e Antonio Albanese, ora in cima alle classifiche in questo 2023, sono sbucati dalla stessa Gialappa’s, lo stesso scrigno che sostituì il Derby, che assieme ai teatri, fece da palestra all’ultima, vera, grande generazione di comici italiani. Di loro il Trio è stato la punta di diamante, qui impegnato in una commedia ovviamente agrodolce, in realtà focalizzata sulla crisi di tre trentenni. A guardarlo meglio, il loro ciclo cinematografico migliore appare oggi un prolungamento del tema della fuga che Salvatores aveva reso il proprio centro nel decennio precedente. Ripensare alla macchina di Giovanni, alla frase motivazionale sul Leone, Giovanni che sulla panchina affronta la realtà della sua vita sprecata, Aldo che falsifica le tessere per il Paradiso, è ricordarci anche quanto all’epoca la malinconia fosse comunque pareggiata da un ottimismo oggi scomparso. La colonna sonora dei Negrita, la fotografia di Coltellacci, le lire che ancora giravano, sono totem dell’ultimo, grande, decennio italiano pop dentro un film che ci parla di sfiga, felicità, amicizia e rimorsi. Da film comico ad istant movie, con i jeans a vita alta, i Mondiali di Francia… c’è tutto ciò che era una volta la comicità, con i suoi tempi e le sue pause, prima che internet la consegnasse in mano ad influencers senza arte né parte. Così è la Vita oggi difficilmente funzionerebbe, il pubblico è cambiato, lo stesso Trio ha faticato fino a trovare l’ovvia collocazione, nei giovani di allora, adulti o adultissimi di oggi. Loro ancora si ricordano cosa significava gridare “Denilson!”

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