La nuova vita delle piattaforme dismesse: ecco il progetto Poseidon

Un parco per la tutela marina dell’Adriatico al posto di una piattaforma per l'estrazione del gas. E' questo l'obiettivo del maxi-progetto di Eni, in collaborazione con il Cnr, l’Ismar (Istituto scienze marine) e la Fondazione Cetacea.

L'area interessata si trova al largo del tratto romagnolo tra Bellaria e Rimini, a circa 16 chilometri dalla spiaggia: si tratta della piattaforma “Azalea A”, realizzata nel 1984 e destinata ormai ad esaurire la sua potenzialità estrattiva, e dell’“isola d’acciaio” monotubolare “PC73”. La “centrale” a terra di questo sistema di controllo e teletrasmissione dei dati è indicata, invece, in una stazione trasmittente di Marina di Ravenna.

Le piattaforme per l’estrazione del gas in mare sono considerate il simbolo della presenza dell’uomo nell’ambiente naturale marino e secondo autorevoli studi americani, aree del mare in cui si concentra una grande ricchezza di biodiversità. E per questo alcune piattaforme off-shore in via di dismissione si apprestano a diventare dei veri e propri parchi per lo studio della vita marina. Le strutture in mare, terminata l’attività mineraria, ben si prestano a questo scopo, avendo avanzate dotazioni tecnologiche per esempio per ospitare impianti per la trasmissione dei dati a riva. Con Poesidon, quindi, le piattaforme diventano basi d’appoggio per l’analisi delle oasi di biodiversità che le circondano.

Poseidon è formato da sotto-progetti specifici, che riguardano tanto il monitoraggio della flora e della fauna attraverso sistemi sonar e telecamere subacquee, quanto la raccolta e lo studio dei segnali inviati dagli animali portatori di ricetrasmittenti, in particolare tartarughe e cetacei che sono soggetti a migrazioni spesso sfuggenti all’analisi degli studiosi. (da Ravenna Today)