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Venerdì, 26 Aprile 2024

Fernando D'Aniello

Collaboratore

Altro che eroi. Il personale delle cliniche è arrabbiato

In Germania sembra arrivato a conclusione uno degli scioperi più significativi degli ultimi anni. I lavoratori e le lavoratrici dei policlinici universitari della Renania Settentrionale-Vestfalia, in agitazione dallo scorso gennaio, hanno accettato ieri, tramite la commissione che li rappresenta, l’accordo raggiunto dai sindacati. La fine delle agitazioni è, dunque, prossima: dopo ben 79 giorni di sciopero, la più lunga mobilitazione nel settore sanitario secondo i sindacati. E che è destinata ad avere un impatto nelle altre categorie: potrebbe fare storia.

Si tratta di una vicenda importante perché vede coinvolto il personale della sanità del più popoloso dei Länder tedeschi. Ma soprattutto perché, durante la pandemia, il racconto ufficiale, anche in Germania, aveva fatto di queste persone degli “eroi”. Che, però, hanno rifiutato il paragone con i cartoni animati della Marvel e chiedevano solo di essere trattati meglio sul luogo di lavoro. Dopo mesi di promesse non mantenute e anni di tagli, dallo scorso gennaio la mobilitazione è stata straordinariamente intensa. Del resto, è stata più volte segnalata nel corso degli ultimi anni anche una fuga dal comparto sanità: pessime condizioni di lavoro, turni massacranti e stipendi bassi non giovano di certo all’attrattività della professione.

La situazione nei policlinici era, secondo Ver.di, il sindacato che ha promosso la mobilitazione con i lavoratori, disastrosa. “Mancano 20.000 persone per assicurare il servizio nel solo Nordreno-Vestfalia” hanno fatto sapere sin dall’inizio delle mobilitazioni. Il dato è emerso drammaticamente durante la pandemia: ad esempio pur potendo contare su un numero di letti per la terapia intensiva in sé sufficiente, gli ospedali non avevano il personale necessario per gestire quei letti. Risultato: meno terapie intensive a disposizione e minore flessibilità per reagire alla pandemia. Ma a mancare, sempre secondo i sindacati, sono un po’ tutte le figure professionali: infermieri, certo, ma anche addetti ai laboratori, personale della logistica, amministrativi. I medici, essendo assunti non dal Land ma direttamente dall’Università, non erano parte di questo sciopero ma molti di loro non hanno fatto mancare la loro solidarietà perché le loro condizioni di lavoro non sono certo migliori.

Così dopo la mobilitazione iniziata a gennaio, i lavoratori lanciano una sorta di ultimatum di cento giorni per chiedere un intervento alle direzioni delle cliniche. Quando scade, la situazione si aggrava: arriva la decisone, appoggiata da oltre il 98% del personale, di iniziare lo sciopero. Nelle ultime settimane le iniziative sono state molte e l’obiettivo era il contratto di categoria Entlastung, cioè per alleggerire i turni tramite la definizione puntuale di quanto personale era necessario nei vari settori per mantenere i ritmi richiesti e, di conseguenza, prevedere e finanziare una efficace politica di assunzioni. È stato necessario anche l’intervento della politica, con il parlamento del Land che ha modifcato la norma per facilitare le trattative tra le parti: la proposta sostenuta dalla maggioranza di Conservatori e Verdi è stata votata anche dall’opposizione socialdemocratica e persino da Afd.

Nella notte tra lunedì e martedì l’accordo quadro è stato raggiunto tra i rappresentanti delle Cliniche e i sindacati, accordo ratificato ieri direttamente dalla Commissione dei lavoratori e delle lavoratrici. Previste numerosi miglioramenti, soprattutto modelli per i turni e soprattutto un modello di punteggio che terrà conto di situazioni particolarmente complesse e che darà diritto a ulteriori giorni di riposo. Il modello andrà a regime pieno a partire dal primo gennaio 2023 tra un anno e mezzo per ragioni organizzative e in sindacati non negano che sia un problema: “La cosa non ci piace, nel frattempo sono stati comunque ottenuti interventi transitori”.

La vicenda avrà risvolti politici. Su più fronti. Intanto fra lavoratori e sindacati: lo sciopero e in generale le agitazioni sono state un successo, certo difficili ed estenuanti, come sempre. Ma il personale delle cliniche ha avuto l’intelligenza di spiegare le proprie ragioni e di non chiudersi in rivendicazioni corporative. In un settore come la sanità questo è, ovviamente, fondamentale. Il sindacato Ver.di strappa una vittoria importante e si candida così a diventare l’incubo di Christian Lindner: si apre la stagione di rinnovi contrattuali con il ministro che non vorrà saperne di allentare il bilancio per investimenti di questo tipo. Ma i Ver.di chiederanno nei servizi, il settore più massacrato negli ultimi anni, molti più soldi: servono soprattutto per assumere personale. La vertenza della Renania Settentrionale-Vestfalia potrebbe fare scuola. 

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