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Domenica, 28 Aprile 2024
la risposta / Russia

Attentato a Mosca, Putin prepara la sua vendetta per punire i responsabili

Non è la prima volta che la Russia cade vittima di attacchi terroristici. Il Cremlino potrebbe stringere ancora di più le maglie sul dissenso e sulla società russa in generale

Come risponderà Vladimir Putin all'attacco alla sala concerti Crocus City Hall, poco capitale dalla capitale Mosca, rivendicato dall'Isis-K? È la domanda che si pongono diversi analisti, che conoscono bene quella promessa che lui stesso ha fatto nel 1999, all'indomani degli attentati dei commando ceceni: "perseguitare i terroristi dappertutto, pure nel cesso", aveva detto. 

Non è la prima volta che Mosca subisce attacchi terroristici. Ma allora come adesso, per Putin è impensabile trattare con i terroristi. Non sorprende quindi che il leader del Cremlino, il giorno successivo la strage alla sala concerti, abbia affermato in diretta tv che i responsabili saranno puniti, subendo "una punizione giusta e inevitabile". A differenza di 25 anni fa, adesso la Russia è impegnata nella guerra in Ucraina. Guerra definita dal Cremlino un'operazione speciale. Probabilmente, in risposta alla strage al Crocus City, il Cremlino potrebbe stringere ancora di più le maglie sul dissenso e sulla società russa in generale, forse con una sorta di applicazione del coprifuoco e della legge marziale. Questo si traduce con ulteriori check point e metal detector e controlli a tappeto, che si aggiungono a quelli già esistenti e diffusi in tutto il Paese.

Putin potrebbe soprattutto decidere di avviare una nuova mobilitazione, per colpire l'Ucraina. Nel suo discorso in tv, il presidente russo ha accusato più o meno velatamente Kiev di complicità con gli attentatori. Dai risultati parziali dell'inchiesta avviata da Mosca, ha detto Putin, è emerso che dalla parte ucraina del confine era stata creata "una finestra" per permettere ai terroristi del Crocus City Hall di Mosca di attraversare il confine. La posizione di Mosca non considera la rivendicazione arriva dallo Stato Islamico, che mette a tacere le accuse incrociate e il moltiplicarsi di ipotesi di una "vendetta ucraina" o di un'operazione russa false flag.

Putin ha infatti sottovalutato l'allerta lanciata lo scorso 7 marzo dagli Stati Uniti, che stavano "monitorando notizie secondo cui estremisti hanno piani imminenti per attaccare grandi eventi a Mosca, compresi concerti" e mettevano in guardia dal rischio attentati nelle successive 48 ore. Washington era infatti riuscito a captare delle comunicazioni tra lo Stato islamico afgano e una cellula nascosta in Russia lo stesso giorno (7 marzo), quando i servizi di sicurezza russi avevano ucciso due uomini kazaki del cosiddetto Wilayat Khorasan, la divisione afgana dello Stato islamico conosciuta come Iskp, in un villaggio della regione di Kaluga, poco a Sud di Mosca, perché stavano pianificando un attentato contro una sinagoga. 

È da molti anni che lo Stato islamico minaccia Mosca e gli attentatori attendevano solo il momento giusto e la disponibilità di martiri disposti a morire, per mietere il più alto numero di vittime. Gli jihadisti odiano i russi per diverse ragioni: i seicentomila morti afghani nell'invasione sovietica, le stragi in Cecenia, e le bombe sui sunniti e contro lo Stato islamico in Siria.

Gli attentatori hanno lesionato un sistema di controllo e sicurezza nazionale ritenuto saldo fino all'attacco alla sala della musica di Mosca, facendo piombare nel terrore i russi dopo 25 anni di apparente tranquillità, che neppure due anni di conflitto in Ucraina erano riusciti a intaccare.

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