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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Il mistero dell’attacco ai musei di Berlino e i sospetti su estrema destra e complottisti

Imbrattate in maniera indelebile almeno 70 opera d’arte custodite nella “Museumsinsel”. Secondo i media, dietro ci sarebbe Attila Hildman, ex chef vegano, negazionista e seguace delle teorie del complotto sul “satanismo globale”

Almeno sessanta opere d’arte e reperti storici sono stati imbrattati all’interno della ‘Museumsinsel’, il complesso architettonico che riunisce cinque importanti musei: Altes Museum, Neues Museum, Alte Nationalgalerie, Bode-Museum e Pergamon Museum. 

Secondo quanto riportato dai media tedeschi, l'attacco è avvenuto il 3 ottobre - anniversario della riunificazione tedesca - ma le autorità hanno aspettato quasi tre settimane per confermare la notizia riportata da Deutschlandfunk (DLF) e Die Zeit. La polizia ha detto al sito di Der Tagesspiegel che stava indagando sull'attacco da tempo "ma per ragioni strategiche non abbiamo reso pubblica la vicenda"

Ignoti hanno spruzzato del liquido oleoso che ha causato danni e lasciato macchie visibili e indelebili su almeno 70 oggetti, tra cui sarcofagi egizi, sculture in pietra e dipinti del XIX secolo conetnute in tre dei cinque musei: il Pergamon Museum, l'Alte Nationalgalerie e il Neues Museum. La polizia ha avviato un’indagine sul fatto, ma non ha rilasciato ancora commenti ufficiali sui motivi che hanno portato a quello che il quotidiano Die Zeit ha definito “uno dei più vasti attacchi contro opere d’arte e antichità nella storia della Germania del dopoguerra”. 

L'attacco ai musei di Berlino e le teorie del complotto di Attila Hildmann

I cinque musei che compongono la “Museumsinsel” (letteralmente: l’isola dei musei) sono tra i più importanti del paese e il complesso mussale è diventato patrimonio mondiale dell’Unesco nel 1999. Non è la prima volta che la Museumsinsel viene “violata”. Nel 2017 ignoti riuscirono a rubare una moneta doro del peso di 100 chili dal Bode Museum: il valore della Big Maple Leaf, questo il nome del moneta canadese che ritrae da un lato il profilo della regina Elisabetta e dall’altro una foglia d’acero, è di circa 4 milioni di euro. 

Dietro l’attacco però, sostiene la Bild, ci sarebbe Attila Hildmann, ex chef vegano, esponente dell'ultra destra e negazionista del coronavirus diventato uno dei più noti sostenitori in Germania delle teorie complottistiche di QAnon. Secondo una di questa “teorie” il Pergmanon Museum - dov’è conservata una ricostruzione dell’altare di Pergamo eretto dal re Euemen II nel II secondo avanti Cristo in Asia Minore - sarebbe “il centro dei satinasti globali e dei criminali del coronavirus”.

Martedì sera Hildman avrebbe condiviso il link di un articolo che parlava dell’attacco ai musei commentando: “Fatto! È il trono di Baal (Satana)”. Nei mesi scorsi, tra agosto e settembre, Hildman aveva pubblicato messaggi sul suo canale Telegram da oltre 100mila follower nei quali suggeriva che la Cancelliera tedesca Angela Merkel stesse usando l’altare per “sacrifici umani”. 

Diventato famoso prima come chef televisivo vegano e autore di libri di cucina, Attila Hildmann si è poi fatto conoscere dai media tedeschi per aver diffuso teorie del complotto sulla pandemia di coronavirus. Pur negando di essere antisemita, Hidlman sostiene che in Germania alcune famiglie ebree lavorino per distruggere la “razza tedesca” e la stessa Angela Merkel, figlia di un pastore protestante, sarebbe ebrea e leader di “un regime sionista” coinvolto nel “nuovo asse del male”, come ricostruisce DW. Sempre Angela Merkel, secondo Hildmann, starebbe lavorando per sfruttare le crisi legata al coronavirus per “pianificare un genocidio globale di 7 milioni di persone con Gates”. 

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