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Sabato, 27 Aprile 2024
Troppa violenza / Brasile

Perché il più grande porto e aeroporto dell'America Latina sono militarizzati

Il presidente brasiliano Lula invia l'esercito per combattere la criminalità organizzata. A Rio in spiaggia sono stati uccisi tre medici scambiati per gangster

Una militarizzazione di porti e aeroporti per garantire maggiore sicurezza dalla criminalità organizzata. Questa la scelta adottata dal presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva alle prese con l'aumento della delinquenza, che ha provocato varie vittime nelle ultime settimane, in particolare nello stato di Rio de Janeiro. I soldati lavoreranno in raccordo con gli agenti della polizia federale per gestire le operazioni di sicurezza a San Paolo, nel porto di Santos e nel suo principale aeroporto di Guarulhos. Si tratta del più grande porto e aeroporto dell'America Latina. Lula ha fatto sapere che l'esercito verrà schierato anche nel porto di Itaguaí, nello stato di Rio de Janeiro, e nell'aeroporto Galeão di Rio. Tutti questi luoghi sono considerati veri e propri centri logistici sfruttati dalla criminalità per esportare la cocaina verso l’Europa. I traffici non si limitano però alla droga: da porti e aeroporti passano anche armi di contrabbando di grosso calibro. Elementi che contribuiscono alla violenza di strada. Il governo brasiliano si concentrerà anche nel rafforzare i controlli alle frontiere con i Paesi limitrofi, da cui arrivano droga e armi. Attenzione particolare verrà dedicata agli stati occidentali di Paranà, Mato Grosso e Mato Grosso do Sul.

Milizie alimentate dalla droga

La misura è di carattere temporaneo e terminerà nel maggio 2024. Lula ha deciso di adottarla in un momento critico, dove i signori della droga spadroneggiano, in particolare a Rio de Janeiro. Qui le mafie sono diventate sempre più potenti e si sono organizzate in quelle che vengono definite "milizie". La situazione della sicurezza è diventata molto complessa e rischia di mettere in crisi la credibilità del presidente brasiliano, percepito come troppo "debole" nei confronti del crimine. "La situazione a Rio de Janeiro è arrivata a un punto molto serio", ha detto Lula alla stampa durante la cerimonia dopo la firma del decreto. "Abbiamo deciso che il governo federale partecipi attivamente alla lotta contro la criminalità organizzata. Speriamo che funzioni". Sulle Ande il raccolto della coca è stato particolarmente abbondante. Si teme quindi un afflusso di gran lunga superiore nei porti e negli aeroporti del Brasile, diventato un hub fondamentale per il trasporto di cocaina in Europa. Questa situazione ha rafforzato le bande criminali locali, deteriorando ancor più la sicurezza della popolazione, uno dei punti critici in tutto il Sud America.

Omicidi e sfiducia

Risale al mese scorso uno degli episodi più violenti. Tre medici che stavano bevendo una birra a tarda notte sulla spiaggia di Rio sono stati brutalmente assassinati. Secondo le ricostruzioni potrebbero essere stati confusi per dei gangster rivali da una milizia. La settimana scorsa i criminali hanno appiccato il fuoco a dozzine di autobus di Rio dopo che la polizia aveva ucciso uno dei loro capi durante un'operazione. La decisione di Lula di schierare l'esercito rappresenta per la sinistra brasiliana un punto di svolta storico. Solo pochi giorni fa in un'intervista il presidente aveva affermato che non era intenzionato a firmare il decreto, essendo contrario alla presenza dei soldati "nelle favelas, a scambiare colpi di arma da fuoco con i gangster". Negli anni di governo dell’ex presidente Jair Bolsonaro, esponente dell'estrema destra, il numero di omicidi in Brasile era crollato. A spingere Lula verso la decisione potrebbero aver inciso anche i sondaggi. Il mese scorso da un'indagine risultava che il 32% dei brasiliani teme che la situazione della sicurezza peggiori durante il mandato di Lula. Si tratta del 6% in più degli intervistati rispetto ad un precedente sondaggio effettuato a maggio.

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