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Sabato, 27 Aprile 2024
Montagna / Francia

"Cauzione per spese di sepoltura se si vuole scalare il Monte Bianco": la proposta shock

Inascoltati gli appelli alla prudenza. Il sindaco di Saint-Gervais, sul versante transalpino, propone che si versi una cauzione da 15 mila euro, di cui 10 mila euro pari "al costo medio dei soccorsi" e 5 mila euro per "le spese di sepoltura della vittima"

Tutta colpa di decine di "pseudo alpinisti" che fanno orecchie da mercante davanti ala raccomandazione di non scalare il Monte Bianco lungo la via normale francese dal rifugio del Gouter: è pericoloso, ci sono state anche di recente importanti cadute di pietre legate alla siccità. Frane e cadute di pietre stanno interessando il versante da ormai da giorni a causa delle alte temperature.

Jean-Marc Peillex, il sindaco di Saint-Gervais, comune francese lungo l'itinerario di salita, propone che si versi una cauzione da 15 mila euro, di cui 10 mila euro pari "al costo medio dei soccorsi" e 5 mila euro per "le spese di sepoltura della vittima". "È inaccettabile - scrive - che sia il contribuente francese a pagare questi costi". Peillex da settimane invita gli alpinisti a non scalare il Monte Bianco. "Pericolo di morte", aveva scritto in un post, chiedendo a tutti di riporgrammare le attività in un altro periodo. L'hanno ascoltato in pochi, dunque ecco la decsione-provazione.

"A causa delle condizioni climatiche eccezionali attuali - si leggeva in una nota la prefettura dell'Alta Savoia (Francia) e il comune di Saint-Gervais-les-Bains - e della siccità che interessano il nostro dipartimento da diverse settimane, importanti cadute di pietre si verificano lungo la via normale di ascesa alla cima del Monte Bianco, di giorno come di notte, in particolare negli orari più frequentati, cioè la mattina presto". Quindi "di fronte a questa situazione climatica" le autorità "raccomandano agli alpinisti intenzionati a questa ascensione di posticiparla momentaneamente. Le società delle guide alpine di Saint-Gervais-les-Bains e di Chamonix-Mont-Blanc si sono accordate per sospendere temporaneamente l'ascensione da questa via. Questa saggia decisione va accolta favorevolmente".

Ad oggi, viene riportato nel sito del Comune, a fine luglio sono stati una cinquantina gli “pseudo-alpinisti” che hanno rischiato la propria vita. Il 30 luglio, viene sempre riportato nel comunicato, alcune persone hanno voluto tentare la scalata in pantaloncini e scarpe da ginnastica. "Dall'elicottero – viene spiegato  - siamo stati costretti a dire a queste persone di tornare indietro". La prudenza in montagna è questione di vita o di morte.

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