Erutta il vulcano Marapi: morti almeno 11 escursionisti
Sono 12 le persone ancora disperse sull'isola di Sumatra, in Indonesia. L'eruzione ha provocato una nube di cenere alta 3mila metri e una "pioggia" di detriti. Recuperati tre superstiti: "Hanno riportato ustioni, sono in gravi condizioni"
Almeno 11 morti e 12 dispersi. Questo il bilancio provvisorio delle vittime causate dall'eruzione del vulcano Marapi, in Indonesia. Altri tre escursionisti sono stati salvati dalle squadre di ricerca, che hanno lavorato senza sosta tutta la notte alla ricerca di altri superstiti. Il Marapi, situato sull'isola di Sumatra, con un picco di 2.891 metri, è eruttato nella giornata di ieri, domenica 3 dicembre, scagliando in cielo una torre di cenere alta 3.000 metri che ha fatto piovere detriti vulcanici sui villaggi vicini.
I funzionari delle agenzie locali e nazionali hanno rivisto il numero di escursionisti sulla montagna durante il fine settimana a 75. Numeri confermati da Abdul Malik, capo dell'Agenzia di ricerca e salvataggio di Padang: "Ci sono 26 persone che non sono state evacuate, ne abbiamo trovate 14: tre vive e 11 morte". Dodici persone sono ancora disperse, mentre altre 49 sono scese dalla montagna e portate in ospedale.
Rudy Rinaldi, capo dell'Agenzia per la mitigazione dei disastri di Sumatra occidentale, ha invece fornito aggiornamenti sulla situazione dei tre superstiti rinvenuti nelle vicinanze del cratere: "Le loro condizioni sono gravi, alcuni hanno riportato ustioni. Sono stati portati in ospedale e stanno ricevendo le cure mediche".
Al momento, secondo le autorità locali, il vulcano si trova al secondo livello di allerta del sistema indonesiano in quattro fasi: il piano prevede l'imposizione di una zona di esclusione nel raggio di tre chilometri dal cratere. L'Indonesia si trova nel cosiddetto "anello di fuoco del Pacifico", una particolare zona dove l'incontro tra le placche continentali provoca un'intensa attività sismica e vulcanica: in tutto l'arcipelago son circa 130 i vulcani attivi.
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