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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Il pane di Kyiv prodotto da ragazzi down e autistici, donato alle popolazioni delle zone bombardate

Good bread da cinque anni dà lavoro a ragazzi autistici e down. Ora produce 5mila pagnozze alla settimana destinate alle popolazioni che non hanno nulla. E vive di donazioni

Andriy si occupa di impastare il pane. Un altro Andriy prende le confezioni e le ripone negli scatoloni. E poi c'è Patrick, californiano in Ucraina da sei anni, che ha imparato da zero la produzione di pane, in tutte le sue fasi. Good bread from good Pepole è un panificio di Kyiv nato come impresa sociale cinque anni fa, per insegnare un lavoro a ragazzi down, autistici e con disabilità mentale. Fino all'inizio della guerra produceva dolci, croissant e biscotti e li vendeva. Poi tutto è cambiato.

Good bread: pane solidale a Kyiv

"Da marzo produciamo solo pane, perché questo è ciò che serve. E lo portiamo nelle zone bombardate o occupate", racconta Olena: "I ragazzi che lavoravano con noi sono rimasti a Kyiv e hanno bisogno di restare occupati, di fare qualcosa. E, con la guerra, sono arrivati i volontari. Ora siamo in venti, si lavora su turni. Se prima guadagnavamo per reinvestire nell'impresa sociale, ora c'è bisogno di dare". Good bread sopravvive attraverso le donazioni dei privati, attraverso Paypal o Patreon.

Il pane di Good bread è arrivato a Bucha, Iprin e Borodyanka, a nord della capitale, quando queste città erano occupate dai russi. Ora viene trasportato in altre regioni: Kharkiv, Chernihiv, Donetsk, Mykolaiv. "Riusciamo a produrre circa 5mila pagnozze alla settimana", continua Olena: "Il trasporto è imprevedibile, non si sa mai se si riuscirà ad arrivare a destinazione. Per esempio a Kharkiv ci aspettano dei volontari e ci incontriamo con loro a uno o due chilometri dalla città, poi loro ritirano il pane e lo portano dentro. Finora non è successo nulla. Abbiamo rischiato parecchio una volta in cui siamo arrivati nella regione di Kharkiv subito dopo un bombardamento a Salktiva, un distretto quasi del tutto devastato".

"Sono in Ucraina da sei anni", interviene Patrick: "Sono venuto qui dalla California perché mia moglie è ucraina. Ero un diplomatico e lavoravo come advisor presso il ministero della difesa. Dal mese di marzo del 2021 ho cambiato lavoro: mi occupavo di produzione di video nel settore pubblicitario. Prima della guerra non conoscevo Good bread. Li ho scoperti attraverso un post su Facebook in cui cercavano volontari. Volevo aiutare l'Ucraina e ho inviato la mia richiesta". Era aprile del 2022. "Volevo fare qualcosa per l'Ucraina, aiutare il paese, ma sono troppo anziano per combattere", continua Patrick: "Così mi sono impegnato come volontario e ho imparato da zero tutte le fasi di produzione del pane. Lo portiamo a persone che vivono in aree distrutte, persone che vivono nei sotterranei e non hanno acqua, non hanno toilette, non hanno nulla".

L'attività di Good bread non è a termine. "Non finiranno, dopo la guerra, le persone bisognose, e non finirà nemmeno la nostra attività", afferma Olena. E secondo Patrick, che resterà nel panificio "finché ci sarà bisogno", alla fine dei combattimenti "ci sarà lavoro per due o tre anni a Mariupol, a Donetsk e altrove. L'Ucraina avrà lavoro. E finché le persone che aiutiamo ne avranno bisogno, lo faremo".

(Hanno collaborato Olena Kozlovska e Vitaly Sinyavski )

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