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Venerdì, 26 Aprile 2024
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"Aspettando di morire", ad Aleppo i ribelli anti-Assad intrappolati con migliaia di civili

L'Onu denuncia esecuzioni sommarie da parte delle forze filo-governative siriane che stanno "bonificando" casa per casa Aleppo Est alla caccia dei ribelli uccidendo chiunque trovino, tra cui donne e bambini. L'urlo degli ultimi civili: "Aiutateci"

ALEPPO (Siria) - "Stiamo aspettando che vengano ad ucciderci". Rimbalza online l'urlo di migliaia di civili intrappolati nei quartieri orientali di Aleppo dove le milizie di Bashar al Assad stanno rastrellando le abitazioni, casa per casa, alla ricerca degli ultimi ribelli in armi contro il regime. I ribelli che hanno tenuto Aleppo per quattro anni, sono sull'orlo della sconfitta e gli attivisti di Aleppo hanno riferito di esecuzioni sommarie e il capo delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha espresso allarme per le notizie di atrocità contro i civili.

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Jan Egeland, il consulente umanitario delle Nazioni Unite in Siria, ha scritto su Twitter come l'Onu riterrebbe i governi di Siria e Russia responsabili degli abusi.

La TV di stato filogovernativo Alikbariyah manda in onda filmati di festeggiamenti per le strade di Aleppo ovest, con tanto di distribuzione di cioccolatini. "Le forze governative siriane controllano in pieno oltre il 98% del territorio di Aleppo, mentre i miliziani sono rimasti in non più di tre chilometri quadrati nella parte orientale della città" rendere noto il ministero della Difesa della Russia che con le sue incursioni aeree in appoggio dell'offensiva dell'esercito siriano ha fiaccato le resistenze dei ribelli. Secondo Mosca, le truppe di Damasco hanno conquistato 11 quartieri nelle ultime 24 ore. Sono 110.000 civili, tra cui 44.367 bambini che sono riusciti a scappare da quello che appare sempre più un mattatoio usando i corridoi umanitari aperti dal Governo di al Assad.

In Siria il governo sostenuto da Mosca controlla ora tutti i grandi centri urbani a più di 5 anni da quel 15 marzo 2011 quando sull'onda della "primavera araba" le prime dimostrazioni pubbliche contro il presidente Baššār al-Asad sono sfociate in una sanguinosa guerra civile. La delicata composizione etnica siriana si così fortemente riflessa negli schieramenti in campo dando vita ad un conflitto che ha visto scontrarsi sul campo con le milizie ribelli sia l'esercito siriano sostenuto da Mosca, sia milizie Hezbollah filo iraniane, sia che formazioni jihadiste sostenute da Qatar, Arabia Saudita e Turchia, non da ultimi gli stessi miliziani dello Stato Islamico, ma anche curdi sostenuti dal nuovo governo Iracheno.

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Ora mentre i sostenitori di Assad festeggiano in piazza a Damasco, oltre 7.000 civili hanno fatto ritorno nelle loro case nei quartieri liberati nella parte orientale di Aleppo. Nel frattempo torna a far paura l'Isis che, mentre è in difficoltà e sotto assedio a Mosul e Raqqa, avanza nel sud della Siria verso Palmira, minacciando nuovamente il sito Unesco strappato da siriani e russi solo da pochi mesi agli uomini del Califfo.

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