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Lunedì, 29 Aprile 2024
Le immagini shock / Israele

Così Hamas ha trasformato in razzi gli acquedotti finanziati dall'Ue

Un video mostra il prelievo e la modifica delle tubature idriche per creare i missili lanciati contro Israele. Continua la polemica sulla conferma dei fondi Ue ai palestinesi

Razzi creati con i tubi d'acqua, rudimentali ma efficaci. Il video che ritrae i militanti del gruppo Hamas produrre questi missili circola sui social network risale al 2021 ed è ritornato virale dopo l'attacco terroristico del 7 ottobre 2023 creando scalpore. "Terroristi e criminali di guerra di #Hamas hanno pubblicato un video con razzi fatti con tubi d'acqua", si legge nei post. Secondo un'analisi del quotidiano britannico The Telegraph quei tubi, eliminati per creare un arsenale militare idoneo a colpire Israele, farebbero parte del sistema idrico finanziato coi soldi dell'Unione europea. Il giornale britannico ha ricostruito tra i finanziamenti comuni dell'Unione Europea e quelli dei suoi Stati Membri nell'ultimo decennio sarebbero arrivati oltre 100 milioni di euro come finanziamenti del sistema idrico nella Striscia di Gaza, controllata politicamente e militarmente da Hamas.

"I fondi Ue ad Hamas": cosa c'è di vero dietro l'accusa a Bruxelles 

Nelle immagini si vedono i militanti con la testa fasciata da bandane scavare in profondità per recuperare lunghissimi tubi prelevandoli al sistema idrico. In seguito il video mostra la lavorazione durante la quale i tubi vengono sezionati e trasformati in razzi simil Qassam, riempiti di un composto da zucchero e fertilizzanti a base di nitrato di potassio, un carburante per missili improvvisato ed esplosivi disponibili in commercio. Infine spediti in direzione dei territori governati da Israele. Le immagini danno l'idea di come i militanti di Hamas si siano ingegnati e abbiano impiegato mesi per preparare l'attacco nei confronti di Israele, volto non solo a mietere vittime tra civili e militari presenti sul territorio di Israele.

Ingenuità dei donatori

Sabato 7 settembre Hamas ha dichiarato di aver lanciato almeno 5mila razzi prima di sferrare l'assalto di terra attraverso il confine. Secondo le ipotesi del Telegraph, che non possono essere verificate in modo indipendente, è possibile che per fabbricare le munizioni siano state adoperate le forniture edilizie donate dai Paesi occidentali al popolo palestinese. "Chi gestisce la diplomazia dell'Ue è un ingenuo", ha dichiarato Frank Furred, direttore esecutivo di uno dei think-tank di Bruxelles che ha collaborato alla ricerca del Telegraph. "Prima di concedere denaro dei contribuenti alle organizzazioni palestinesi per infrastrutture che possono essere utilizzate a fini militari dai terroristi di Hamas, devono essere effettuate prudenti valutazioni di sicurezza", ha chiosato Furred.

Polemica sui fondi Ue

La rivelazione di come Hamas abbia deciso di utilizzare i tubi del sistema idrico e, probabilmente, il materiale edilizio arriva nel bel mezzo di una polemica internazionale sui futuri aiuti a Gaza. Il timore diffuso è che le donazioni umanitarie possano cadere nelle mani del gruppo terroristico, anziché aiutare nel concreto la popolazione palestinese, da anni in estrema sofferenza a causa dei razionamenti di beni di prima necessità da parte di Israele.Nel corso della riunione straordinaria del 10 ottobre a Bruxelles, i ministri degli Esteri dell'Ue concordato aiuti alla Palestina per un valore di 295 milioni di euro all'anno, ribaltando la proposta della Commissione europea, che aveva annunciato in un primo momento la sospensione degli aiuti finanziari ai palestinesi in seguito all'attacco terroristico di Hamas contro Israele. Josep Borrell, capo diplomatico dell'UE, al termine della riunione ha annunciato il prosieguo dei fondi, per cui entro la fine dell'anno altri 218 milioni di euro dovrebbero essere distribuiti ai palestinesi.

Finanziamenti per spesa sociale e sanitaria

Come analizzato da Today.it nei giorni scorsi, dal 2014 a oggi, l'Ue ha destinato quasi 1,5 miliardi di euro alla Palestina. La stragrande maggioranza dei fondi, quasi 1,3 miliardi, è andata all'Autorità nazionale palestinese (Anp), che controlla la Cisgiordania e che è in competizione con Hamas. I finanziamenti hanno di fatto alimentato la spesa sociale e sanitaria in Palestina. Nel 2022, per esempio, 55 milioni sono servizi all'Anp per pagare salari e pensioni del suo personale amministrativo. Altri 40 milioni sono andati al pagamento degli assegni sociali alla popolazione, mentre 20 milioni sono stati utilizzati per i vaccini contro il Covid-19. Negli anni passati, altre risorse sono andate per ospedali e scuole, e in casi più sporadici per aiutare le imprese locali. 

I fondi per Gaza

Dei restanti 200 milioni di euro stanziati dall'Ue per la Palestina dal 2014, poco più di 10 milioni riportano come destinazione entità che hanno sede a Gaza. Si tratta prevalentemente di ong che si occupano di diritti umani e di supporto alla popolazione, in particolare a bambini e donne. La maggior parte sono riconosciute a livello internazionale come indipendenti come la Palestinian Bar Association (organizzazione di avvocati che si occupa di dare assistenza legale ai cittadini e che nel 2019 ha ricevuto uno stanziamento di quasi 1 milioni di euro), o il Centro palestinese per i diritti umani, che risulta beneficiario di quasi 700mila euro per tre progetti dal 2018 a oggi.

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