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Sabato, 27 Aprile 2024
Tensione alle stelle / Israele

Israele lancia l'operazione "Breaking dawn" a Gaza e schiera il sistema anti missili

Missili contro la Jihad Islamica. Ucciso uno dei comandanti. Tra le vittime civili anche una bambina di cinque anni. Annunciate azioni di rappresaglia

Dopo giorni di alta tensione, Israele è passato all'azione avviando l'operazione "Breaking Dawn" contro la Jihad Islamica nella Striscia di Gaza. Centrati diversi obiettivi nell'enclave palestinese. E stato ucciso Tayseer al-Jabari, comandante della Pji nel nord della Striscia. Oltre a lui, ha riferito il ministero della Salute di Hamas, sono morte finora almeno altre 7 persone, tra cui una bimba di cinque anni, e oltre 40 sono rimaste ferite. 

La tensione era alle stelle da giorni, dopo l'arresto a Jenin del comandante della Pji in Cisgiordania Bassam al-Saadi. Per precauzione da martedì Israele aveva chiuso le strade intorno all'enclave palestinese e imposto limiti agli spostamenti. Poi ha scelto di colpire: per lo Stato ebraico al-Jabari ricopriva lavorava a "piani per attacchi con missili guidati anticarro contro cittadini e soldati israeliani negli ultimi giorni" lungo il confine di Gaza.

L'attacco di oggi a Gaza ha colpito anche un grattacielo, nel quartiere Al-Rimal di Gaza City, scatenando un incendio la cui colonna di fumo secondo i testimoni è visibile per chilometri. Numerosi residenti sono rimasti feriti, così come riporta l'agenzia Wafa, la quale riferisce di missili che hanno colpito anche le località di Al-Fakhari e Khan Yunis a sud della Striscia, e Beit Lahia a nord, con feriti anche tra i bambini. Le tensioni tra i gruppi ribelli e Tel Aviv sono alimentati da un blocco alle importazioni che Israele applica dal 2006 sull'enclave occupata. Di recente, i leader dell'Islamic Jihad hanno chiesto nuovamente al governo di Israele di porre fine al blocco alle importazioni che colpisce due milioni di persone, di interrompere gli attacchi aerei e di rilasciare i prigionieri di coscienza, proponendo la mediazione dell'Egitto. Uno dei dirigenti del gruppo, Ahmed Mudalal, ha fatto sapere che da Tel Aviv non sarebbe giunta risposta. Tale blocco incontra la condanna delle organizzazioni internazionali - tra cui anche dell'Alto commissariato Onu per i diritti umani - in quanto costituirebbe "un atto di rappresaglia" sulla popolazione civile, in violazione del diritto internazionale.

Da Teheran, dove si trova in visita, il segretario generale della Jihad Islamica, Ziad al-Nakhala, ha assicurato vendetta: "Prometto ai palestinesi che Tel Aviv sarà colpita dai missili della resistenza". "Questo è un giorno destinato alla vittoria e il nemico deve capire che sarà una guerra senza resa. I combattenti della resistenza devono stare uniti, non abbiamo linee rosse. Andiamo in battaglia, non ci sono cessate il fuoco dopo un attacco".

Il presidente dell'Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, ha condannato l'aggressione israeliana contro Gaza, ritenendo lo Stato ebraico responsabile per questa escalation pericolosa, e ha esortato la comunità internazionale a fare pressioni perché vi metta fine.

Le autorità israeliane hanno schierato nel centro del Paese batterie aggiuntive del sistema difensivo anti-missilistico Iron Dome per timore del lancio di razzi dalla Striscia, hanno richiamato 25 mila riservisti, spostato brigate d'elite - come la Golani - sul confine con Gaza e vigili del fuoco nelle comunità meridionali, mentre Tel Aviv è pronta ad aprire i rifugi. 

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