Mosca, diplomatico russo ucciso in casa con un colpo di pistola alla testa
L'omicidio a poche ore dall'attentato di Ankara in cui è stato freddato l'ambasciatore russo in Turchia. La vittima, Petr Polshikov, aveva 56 anni ed era il capo del dipartimento America Latina del ministero degli Esteri
MOSCA (RUSSIA) - Ancora un omicidio. Ancora un attacco contro la Russia. Dopo l'assassinio dell'ambasciatore russo ad Ankara (Turchia), un diplomatico è stato trovato morto nel suo appartamento di Mosca. Nessun dubbio: "E' stata un'esecuzione".
L'OMICIDIO - Secondo quanto riportato dal canale tv Rentv, il corpo di Petr Polshikov (foto sotto), 56 anni, è stato trovato con una ferita da arma da fuoco alla testa nell'appartamento in cui viveva, su Balaklavsky Prospekt. Accanto al cadavere, secondo le indiscrezioni, due bossoli di proiettile vuoti. Una pistola sarebbe stata ritrovata sotto il lavandino della stanza da bagno. Polshikov era il capo del dipartimento America Latina del ministero degli Esteri.
INVESTIGATORI RUSSI IN TURCHIA - Intanto una delegazione russa è arrivata stamattina ad Ankara per partecipare alle indagini sull'assassinio dell'ambasciatore russo in Turchia, Andrey Karlov. Se la matrice terroristica dell'omicidio sembra data per scontata, di non secondaria importanza sarà l'indagine sulla dinamica, sulla preparazione del delitto, sul killer e su come questo sia stato scelto per garantire, in teoria, la sicurezza del diplomatico all'inaugurazione di una mostra fotografica, ritrovandosi in una situazione perfetta per compiere l'attacco.
L'ORRORE AL MUSEO - Le immagini diffuse da Ankara, ieri, mostrano il giovane - poi il ministero dell'Interno turco ha riferito che si trattava di un agente di polizia, identificato come Mevlüt Mert Altintas, 22 anni - che tiene in mano la pistola con cui ha appena sparato all'ambasciatore russo, ferendolo a morte e che tiene un braccio sollevato, un dito puntato verso il soffitto, mentre urla, agitandosi sulla scena del delitto. L'agente avrebbe inveito contro il ruolo della Russia nella crisi umanitaria ad Aleppo, in Siria.
