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Domenica, 28 Aprile 2024
Non c'è ottimismo / Ucraina

Perché i negoziati Russia-Ucraina oggi sono quasi impossibili

I primi contatti tra rappresentanti dei due Paesi da quando il Cremlino ha lanciato l'invasione sono durati cinque ore. Non hanno prodotto alcun risultato tangibile e le condizioni poste da Putin non sono un punto di partenza per una trattativa

I colloqui tra Russia e Ucraina, i primi tra rappresentanti dei due Paesi da quando il Cremlino ha invaso, sono durati cinque ore. Non hanno ancora prodotto alcun risultato tangibile. Cosa è lecito attendersi nei prossimi giorni? La delegazione ucraina ha ricevuto alcuni "segnali", assicura il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un discorso video dopo che ieri si è tenuto in una località segreta nella zona di Gomel, in Bielorussia, il primo round di colloqui tra Ucraina e Russia. "Finora, non abbiamo avuto il risultato che vorremmo ottenere", ha detto Zelensky, il quale ha aggiunto che la Russia ha espresso la sua posizione e la delegazione ucraina ha manifestato le sue controproposte. "Abbiamo ricevuto alcuni segnali", ha aggiunto il presidente ucraino. Un modo per lasciare aperto uno spiraglio. Spiraglio che però a oggi non c'è. Anche per il capo della delegazione russa, Vladimir Medinsky, sarebbero stati trovati "alcuni punti su cui è possibile individuare un terreno comune" e le nuove trattative dovrebbero svolgersi già nei prossimi giorni nei pressi della frontiera tra Bielorussia e Polonia.

I negoziati tra Russia e Ucraina

"Stiamo coordinando da vicino la risposta internazionale all'invasione dell'Ucraina con Biden, Unione Europea, Nato, Stoltenberg e altri leader. Continuiamo a stare al fianco dell'Ucraina con un supporto immediato ed efficace. Chiediamo alla Russia di ritirare immediatamente le sue truppe", commenta la presidente della Commissione Ue, Ursula Der Leyen. Gli europei e i loro alleati sono pronti ad adottare ulteriori sanzioni contro la Russia. Lo ha indicato nella notte l'Eliseo, dopo una videoconferenza che ha riunito leader di Francia, Usa, Gran Bretagna, Canada, Germania, Giappone, Polonia e Romania, nonchè i rappresentanti di Ue e Nato.

Guerra Russia-Ucraina: l'ipotesi del golpe interno per far cadere Putin

Mentre Putin ieri inviava il suo consigliere più fidato a incontrare la delegazione ucraina, contemporaneamente autorizzava il bombardamento di palazzi residenziali di Kharkiv, la seconda città dell’Ucraina. A Macron poco prima il capo del Cremlino aveva comunicato una serie di "imprescindibili" condizioni per il cessate il fuoco: "La demilitarizzazione e la denazificazione dell’Ucraina". Significa, in soldoni, la sostituzione di Volodymyr Zelenskij con un presidente gradito al Cremlino; l’assicurazione sulla neutralità dello stato ucraino, dunque niente ingresso nella Nato né ora né mai; il riconoscimento della sovranità russa sulla Crimea.  Proposte inaccettabili, ovviamente. Putin è rinchiuso in una logica di scontro e non è chiaro cosa potrebbe cambiare in un secondo round di negoziati nei prossimi giorni.

Le parti hanno stabilito di rivedersi tra qualche giorno, ma a quel punto che ne sarà stato, ad esempio, di Kharkiv? La Russia sta concentrando i bombardamenti sulla seconda città dell’Ucraina, la russofona Kharkiv, un milione e mezzo di abitanti, non lontana dal confine. E' circondata, i russi sono riusciti a entrare e già si combatte nelle strade, mentre i quartieri residenziali della parte nord sono stati sottoposti a intensi bombardamenti di artiglieria e razzi. I morti tra i civili sono almeno 11. Le bombe russe colpiscono la popolazione, dove non ci sono infrastrutture o obiettivi militari.

Non c'è nulla di concreto per essere ottimisti

Non c'è nulla di concreto per essere ottimisti, secondo una fonte della presidenza francese, riportata oggi da alcuni quotidiani, che ha assistito ieri alla telefonata tra Putin e Macron. "I combattimenti in Ucraina devono finire. Stanno imperversando in tutto il Paese, dall'aria, dalla terra e dal mare. Devono cessare ora, basta", ha detto il segretario generale Onu, Antonio Guterres, aprendo l'assemblea generale delle Nazioni Unite al Palazzo di Vetro e augurandosi che i colloqui tra le delegazioni di Russia e Ucraina conducano "non solo a un cessate il fuoco immediato" ma anche a una "soluzione diplomatica".

Dietro le quinte, come sempre, per "dare una mano" alla trattativa su invito ucraino ieri c'era anche Roman Abramovich, l’oligarca chiamato tempo fa a "dare una mano" - quella volta da Vladimir Putin - a rimettere in piedi con le proprie risorse la regione della Chukotka, nell’Estremo Oriente russo. Ora il proprietario del Chelsea sarebbe in Bielorussia per quello che David Arakhamia, capo del partito di Zelenskyj in Parlamento, ha confermato come "ruolo di consulente": "Non ho idea di chi l’abbia invitato - ha detto Arakhamia al Financial Times - ma gioca un ruolo molto positivo". Ci si aggrappa anche a questo.

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