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Domenica, 28 Aprile 2024
RUANDA / Ruanda

Ruanda, leader dell'opposizione condannata a otto anni di carcere

Victoire Ingabire era stata arrestata nell'aprile 2010. Sorpresi gli stessi legali della Ingabire: " Ci aspettavamo l'ergastolo". Il genocidio del 1994 è una ferita ancora aperta nel paese

L'accusa aveva chiesto l'ergastolo per "aver minacciato la sicurezza dello stato". La leader dell'opposizione in Ruanda Victoire Ingabire è stata condannata a otto anni di reclusione. E' stata condannata anche per aver sminuito il genocidio ruandese del 1994.

Ingabire non era in aula al momento della lettura della sentenza, dopo aver boicottato sin dall'inizio il processo giudicandolo puramente "politico". La leader di Unified Democratic Forces (UDF) era stata arrestata nell'aprile 2010 e non aveva potuto presentarsi alle elezioni dell'anno successivo.

Il corrispondente della BBC dalla capitale Kigali Prudent Nsengiyumva riferisce che i legali della leader dell'opposizione sono rimasti molto sorpresi per il verdetto: "Ci aspettavamo l'ergastolo" dicono. L'UDF ha trenta giorni di tempo per presentare ricorso.

Tornata in patria nel gennaio 2000 dall'esilio nei Paesi Bassi, Victoire Ingabire, di etnia Hutu, aveva domandato a più riprese perché il memoriale ufficiale che ricorda il genocidio ruandese del 1994 non comprenda anche gli Hutu. "La maggior parte delle 800mila persone massacrate - scrive la Bbc - furono di etnia Tutsi, ma migliaia di Hutu moderati trovarano la morte per mano di estremisti Hutu".

Il genocidio del Ruanda resta uno dei più sanguinosi episodi del secolo scorso. Dal 6 aprile 1994 al 16 luglio 1994 vennero massacrate sistematicamente (a colpi di armi da fuoco, machete e bastoni chiodati) tra 800.000 e 1.100.000 persone (uomini, donne e bambini).

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