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Domenica, 28 Aprile 2024
Alta tensione / Moldavia

La Transnistria chiede la "protezione" della Russia, si teme un nuovo 'effetto Donbass'

L'enclave separatista ha denunciato "la crescente pressione" della Moldavia, dopo che quest'ultima ha iniziato il processo di adesione all'Ue e le ha imposto dazi doganali. Mosca: "È una nostra priorità"

La Transnistria, regione separatista della Moldavia, ha chiesto la "protezione" della Russia, una mossa che ricorda le richieste di sostegno del Donbass prima dell'invasione dell'Ucraina e che fa temere per un possibile conflitto nella regione. A lanciare l'appello è stato oggi (mercoledì 28 febbraio) il Congresso speciale della regione, un organismo politico convocato solo 7 volte finora dall'enclave, la prima per proclamare l'indipendenza nel 1992.

La risoluzione della Transnistria arriva un giorno prima del discorso annuale del presidente russo Vladimir Putin al Parlamento di Mosca. L'appello ricorda le richieste dei separatisti di Donetsk e Luhansk, nell'Ucraina orientale, che chiesero protezione della Federazione contro quelli che, a loro dire, erano attacchi e bombardamenti incessanti da parte delle forze ucraine, prima dell'invasione del 24 febbraio 2022.

I funzionari della regione separatista che ha la sua capitale a Tiraspol, e che non è riconosciuta da nessuno a livello internazionale (neanche dalla Russia), chiedono al Consiglio della Federazione Russa e alla Duma di Stato "di attuare misure per proteggere la Transnistria di fronte alla crescente pressione della Moldavia", si legge nel documento approvato, motivando la richiesta con il fatto che "sono presenti in modo permanente sul territorio della Transnistria oltre 220mila cittadini russi, dell'esperienza positiva russa di peacekeeping, nonché dello status di garante e mediatore nel processo negoziale".

La risoluzione sostiene che l'enclave si troverebbe ad affrontare sfide e minacce senza precedenti di natura economica, sociale, umanitaria e politico-militare. La regione moldava a maggioranza russofona, incastrata tra il fiume Dniester e il confine con l'Ucraina, si è separata unilateralmente dalla Moldavia in seguito al crollo dell'Unione Sovietica. Le tensioni tra la Transnistria e Moldavia si sono riaccese ultimamente dopo che a dicembre l'Unione europea ha dato il via libera ai colloqui di adesione con il Paese ex sovietico la cui capitale è Chisinau. Il leader separatista Vadim Krasnoselsky ha accusato la presidente moldava, Maia Sandu, di aver agito senza preavviso e ha contestato anche la recente interruzione del diritto dell'enclave di esportare e importare merci in esenzione doganale.

La Transnistria

"La Moldova è impegnata a una soluzione pacifica" della crisi, ha garantito Sandu dopo il voto del Congresso dei deputati della regione indipendentista, sostenendo che "il governo è attualmente impegnato a effettuare piccoli passi verso la reintegrazione economica del Paese". "Proteggere gli interessi dei residenti della Transnistria, i nostri compatrioti, è una delle priorità" di Mosca, ha assicurato invece il ministero degli Esteri russo, aggiungendo che "tutte le richieste sono sempre tenute attentamente in considerazione dai competenti dipartimenti russi".

Politicamente l'autoproclamata Repubblica Moldava della Transnistria (o Repubblica Moldava Pridnestroviana), è una piccola enclave separatista nata da un'insurrezione armata dopo che l'Onu, nel marzo del 1992, riconobbe l'indipendenza della Moldavia dall'ex blocco sovietico. Fu allora che si scatenarono feroci combattimenti, con i separatisti sostenuti da Mosca, che portarono allo scoppio di una guerra civile che causò fino a mille vittime prima di arrivare a un armistizio. Allo scopo dichiarato di garantire la fine delle ostilità, fu inviato un "contingente di pace" russo, che da allora non ha mail lasciato la regione. Al momento ci sono circa 2mila soldati di Mosca di stanza sul suolo di quello che è uno Stato indipendente de facto, una presenza che è contestata dalla Moldova, dalla Nato e dall'Ucraina.

Da quando Mosca ha invaso l'Ucraina, la Moldavia teme che il Cremlino possa usare la Transnistria per aprire un nuovo fronte nel sud-ovest, vicino alla regione meridionale ucraina di Odesa. La Transnistria è stata scossa da esplosioni inspiegabili nel 2022, e alcuni analisti militari hanno ipotizzato che si trattasse di un tentativo di elementi filorussi di trascinare la regione nel conflitto. A marzo, la leadership filorussa della Transnistria ha accusato Kiev di un tentativo di assassinio del proprio leader, accusa respinta dall'Ucraina. La settimana scorsa, il Ministero della Difesa russo ha affermato che l'Ucraina aveva pianificato un'incursione armata nel territorio separatista, senza però fornire alcuna prova.

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