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Domenica, 28 Aprile 2024
Il voto / Stati Uniti d'America

Trump ha già vinto le primarie?

In Iowa parte la corsa per scegliere il candidato repubblicano: l'ex presidente vola nei sondaggi, ma non è detto che i suoi avversari Haley e DeSantis siano sconfitti in partenza

Tre anni fa, quando i suoi seguaci assaltarono il Campidoglio provocando 9 morti e facendo piombare gli Usa in una crisi democratica quasi da Paese sudamericano, l'idea di un ritorno di Donald Trump alla guida dei repubblicani nella corsa alla Casa bianca sembrava più che improbabile. Impressione confermata un anno dopo, quando l'Fbi fece irruzione nella sua residenza di Mar-a-Lago e i suoi fedelissimi vennero sconfitti nel voto di medio termine. Ma a pochi mesi dalle elezioni presidenziali, e nonostante le 91 accuse penali presentate contro di lui, il miliardario 77enne è pronto a tornare al centro della scena politica. E a riconquistare non solo la guida del partito, ma anche lo scranno occupato oggi dal democratico Joe Biden.

Iowa, dove tutto comincia

Il fischio di inizio di quella che potrebbe essere una clamorosa rivincita, con effetti a catena in patria e nel resto del mondo, verrà dato nel piccolo Stato dello Iowa, che da tradizione inaugura le primarie per la scelta del candidato presidente. Qui, Trump dovrebbe vincere a mani basse: i sondaggi lo danno al 52%, con ampio margine sui suoi principali avversari, ossia la ex ambasciatrice all'Onu Nikki Haley (divenuta famosa per le sue arringhe in difesa proprio della pirotecnica politica estera del tycoon) e il governatore della Florida Ron DeSantis.

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Il vantaggio del tycoon

Il vantaggio di Trump sui contendenti è persino più ampio se si guarda al livello nazionale: stando la media dei sondaggi nazionali FiveThirtyEight, il 62,8% degli elettori repubblicani sostiene l'ex presidente, mentre Haley e DeSantis sono quasi a pari merito poco sotto il 12%. Vista così, il trionfo per Trump sembra inevitabile: "Vinceremo a mani basse", ha assicurato il politico miliardario ai suoi sostenitori, riferendosi sia alle primarie, sia alla possibile sfida contro Biden. Una profezia che, a oggi, in pochi si sentono di smentire. Ma le primarie possono riservare grandi sorprese. E i suoi avversari, in particolare Haley, potrebbero avere qualche carta da giocarsi per tentare la rimonta.

I rischi per Trump

La prima carta è il freddo: nello Iowa è in corso un'eccezionale ondata di maltempo, con tempeste di neve che si è accumulata, in alcune località, fino a 30 centimetri. Nello Stato del Midwest da 3 milioni di abitanti, si vota con il sistema dei caucus: gli elettori si dovranno riunire nel tardo pomeriggio, ascoltare i discorsi dei rappresentanti delle diverse campagne elettorali, e poi esprimere il proprio voto su una scheda. Un meccanismo complesso che, complice l'ondata di gelo, potrebbe portare a una bassa affluenza e a una vittoria di Trump meno schiacciante.

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Senza il trionfo annunciato, gli esperti sottolineano come l'ex presidente possa perdere un'occasione: la sua immagine di invincibilità, aspetto centrale della retorica trumpiana, rischia di venire danneggiata per il resto della corsa. Tanto più che nel New Hampshire, prossima tappa delle primarie repubblicane, Haley potrebbe persino riportare una vittoria. La campagna elettorale si gioca anche sul profilo psicologico, e un inizio azzoppato per Trump potrebbe complicarne il cammino. 

I guai giudiziari

Almeno questo sperano i suoi avversari, quelli interni al suo partito, ma anche i democratici. In realtà, i precedenti dicono che i risultati dello Iowa non sono così determinanti per il futuro della competizione. Nel 2016, quando si presentò per la prima volta alle primarie, Trump arrivò in Iowa da favorito nei sondaggi, ma alla fine perse contro Ted Cruz. Sappiamo tutti come finì poi la corsa.

Haley e DeSantis possono guardare a quel precedente per farsi forza, ma chi conosce bene le dinamiche del popolo repubblicano vedono difficile una rimonta. "È molto probabile che Trump sia il candidato", dice Sarah Longwell, esperta stratega elettorale dei repubblicani, al quotidiano britannico Financial times. Ma questo non è detto che basti per assicurarsi un nuovo mandato. Molto dipenderà dalle aule dei tribunali: se finora l'aura di perseguitato ha compattato i suoi fedeli e favorito il suo rilancio politico, un'eventuale condanna potrebbe impedirgli un ritorno alla Casa bianca. Alcuni sondaggi suggeriscono che gli elettori, in particolare quelli indipendenti e indecisi, saranno molto meno aperti nei confronti di Trump se verrà giudicato colpevole in tribunale. "Le persone in questo momento sanno cosa non gli piace di Joe Biden", dice ancora Longwell. "Quando Trump tornerà in prima linea e al centro, ricorderanno ciò che odiano" di lui, spiega la stratega repubblicana. 

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