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Venerdì, 26 Aprile 2024
UCRAINA / Ucraina

Ucraina: tra accuse e minacce, Usa e Russia cercano accordo

La tensione è sempre altissima, ma la parola passa alla diplomazia

I toni sono sempre alti, la tensione altissima. Ma dopo giorni in cui la crisi Ucraina sembrava precipitare verso un conflitto reale con il coinvolgimento della Russia, la parola passa alla diplomazia, corso facilitato da una raffica di colloqui telefonici e una serie di incontri "obbligati" tra il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov e il segretario di Stato John Kerry. Entrambi oggi sono a Parigi per il Gruppo di sostegno al Libano. Domani sono attesi a Roma alla conferenza internazionale sulla Libia. Due eventi anticipati da segnali - e proposte - per la "de-escalation" auspicata pubblicamente dalla Casa Bianca.

Nel resoconto della telefonata di ieri tra il presidente americano e la cancelliera tedesca Angela Merkel si sottolinea l'intesa "sull'importanza di far rientrare l'escalation, con il dispiegamento di osservatori internazionali" in Crimea e l'avvio di un dialogo diretto tra Mosca e Kiev, contemporaneamente al rientro nelle caserme in Crimea dei militari dispiegati fuori dalle basi russe in questi giorni. Secondo Obama, la questione della legittimità del nuovo governo a Kiev, che la Russia insiste a non riconoscere, si risolverà da sè con le elezioni in calendario a maggio.

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Un abbozzo di possibile soluzione, accompagnato da accuse e avvertimenti. Putin "è fuori dalla realtà", ha detto Angela Merkel, "i russi hanno chiaramente violato le leggi internazionali", ha lanciato Barack Obama. Il capo del Cremlino ha illustrato di rimando le sue ragioni e affidato a Lavrov le sue richieste. Precisando che l'occupazione della Crimea non è necessaria, "per ora".

Una vera e "duratura normalizzazione della situazione in Ucraina deve basarsi sugli accordi" raggiunti a Kiev il 21 febbraio con i tre ministri degli Esteri europei (tedesco, francese e polacco) ed è urgente una "riforma costituzionale che tenga in considerazione gli interessi di tutte di tutte le regioni, senza eccezioni", ha detto Lavrov in un colloquio a Madrid con il capo della diplomazia Ue, Catherine Ashton, che ha cancellato una sua visita a Kiev, per potersi recare a sua volta a Parigi e per altri colloqui a Bruxelles.

Per la Russia sono necessari anche "la formazione di un governo di unità nazionale e il disarmo delle formazioni armate illegali", evidente riferimento ai militanti dei gruppi di estrema destra che hanno partecipato alla protesta di piazza, ottenendo, di fatto, lo spodestamento del presidente Viktor Yanukovich, il 22 febbraio scorso. Il Cremlino vuole in pratica che si riparta dal giorno precedente, quello in cui i tre ministri Ue avevano trovato un accordo, accettabile per tutte le parti, Russia compresa. Poi il parlamento di Kiev ha votato la destituzione di Yanukovich e ha dato mandato a un nuovo governo: per Mosca è un colpo di stato, anche se Putin mette in chiaro di non nutrire particolare simpatia né tantomeno ammirazione per l'ex capo di stato ucraino. Ma è "ancora il presidente legittimo".

Dopo giorni di allarme altissimo e scambi di accuse, soprattutto tra Usa e Russia, la riunione a Parigi di oggi sarà occasione per vari incontri: nella capitale francese ci sarà anche il segretario di Stato americano John Kerry. E domani sia Kerry che Lavrov sono attesi a Roma alla conferenza internazionale sulla Libia. Due giorni di lavorio diplomatico a cui parteciperà anche Federica Mogherini. Il ministro degli Esteri, che avrà oggi un colloquio con Lavrov in Francia, ha ribadito ieri in Parlamento la linea italiana: per evitare "nuovi scenari da Guerra Fredda" e la "disgregazione" dell'Ucraina, bisogna "tenere aperta fino all'ultimo momento utile la strada del dialogo, della diplomazia, della soluzione politica".

Una linea, questa, "che potrebbe anche chiudersi presto", ma che per il governo italiano non ha alternative. E, allora, va bene brandire l'arma della minaccia dell'isolamento di Mosca, sposando la decisione di alcuni partner internazionali ed europei, tra cui la Germania, di disertare i lavori preparatori del G8 di Sochi. Ma, parallelamente, occorre insistere in tutte le sedi internazionali con un lavoro di mediazione diplomatica, sperando nell'apertura di un "dialogo diretto" tra Mosca e Kiev, "cosa complicata ma non impossibile, e che potrebbe essere risolutiva".

A tal fine, l'Italia ha ribadito il suo appello alla Russia a evitare azioni che comportino un ulteriore aggravamento della crisi. Al tempo stesso, il governo ha esortato le autorità di Kiev a promuovere ogni sforzo volto alla stabilità e alla pacificazione del Paese nel rispetto della legalità e della tutela delle minoranze. Alla nuova leadership ucraina, in sostanza, si chiede di evitare la tentazione di "un eccesso di reazione" e di procedere invece "a passaggi di riforme economiche e istituzionali che possano dare al nuovo governo una piena legittimità democratica".

SCONTRI IN UCRAINA | FOTO INFOPHOTO

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