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Lunedì, 29 Aprile 2024

L'emergenza

Fabrizio Gatti

Direttore editoriale per gli approfondimenti

Incendi e grandine: piantiamo tanti alberi, o non avremo scampo

Cinque temporali devastanti su Milano e la sua area metropolitana in appena tre giorni. Grandinate record dalla Lombardia al Friuli Venezia Giulia che a Mortegliano, in provincia di Udine, hanno distrutto auto, raso al suolo coltivazioni e mitragliato le facciate delle case. Settimane di vento bollente su Puglia, Sicilia e Sardegna con temperature fin sopra i 45 gradi. E Palermo circondata dagli incendi, così come San Cataldo nel Salento e alcuni paesi sulle isole greche di Rodi e Corfù. Se non credete che tutto questo sia dovuto alla deforestazione nel mondo e all'uso eccessivo di combustibili fossili, almeno prendete atto che quel futuro spaventoso previsto da molti scienziati è già fra di noi.

In queste ore a Milano sembrava di vivere dentro la sceneggiatura di “Interstellar” di Christopher Nolan: il vento improvviso che appare dietro l'angolo, subito violento, e al posto della polvere del film, nuvole di acqua e grandine, spinte dalle raffiche a oltre cento all'ora. Tra Torino e Gorizia ci sono circa cinquecento chilometri di pianura. E a parte i filari lungo i fiumi principali, non esistono più boschi né foreste a mitigare le isole di calore urbane e agricole.

Una casa a Mortegliano danneggiata dalla grandine (Twitter)

Dalla città metropolitana milanese con i suoi 1.500 chilometri quadrati di superficie cementificata alle distese piatte delle campagne assolate: quando sul Nord ristagna a lungo l'aria calda dell'anticiclone africano e dai grandi laghi prealpini si infiltrano correnti d'aria fresca, le supercelle temporalesche nascono e si inseguono senza ostacoli da Ovest a Est, come se la Pianura Padana fosse la loro pista di decollo.

La pista dei tornado

Venerdì scorso in redazione, con le immagini via satellite, abbiamo visto formarsi in diretta due enormi fronti nati a valle del lago di Como e del lago di Garda, con il loro carico di tornado, venti di ricaduta, grandine e distruzione. Si sono tallonati per ore, per poi unirsi e virare la sera sulla provincia di Ravenna, dove hanno scoperchiato altre case, distrutto capannoni, terrorizzato migliaia di persone.

Grandine caduta a Mortegliano in provincia di Udine (Twitter)

Il calore è il loro combustibile naturale: più alta è la temperatura dell'aria, maggiore è l'energia che li alimenta. Ed è proprio l'aumento di temperatura la novità che, con più rapidità, sta cambiando il clima intorno al Mediterraneo. Un'anomalia che, sulle pianure lungo il Po, è ancor più marcata.

Temperature record sulle Alpi

La temperatura media regionale misurata durante l'estate 2022 in Emilia Romagna dall'Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) conferma il trend al rialzo: +1,8 gradi rispetto alla media climatologica di riferimento 1991-2020 e ben +3,4 gradi rispetto al trentennio 1961-1990. Il caldo aumenta anche dentro la città di Milano. Secondo l'osservatorio di Brera, che rileva i dati dal 1763, la temperatura media di tutto il 2022 ha superato di 1,9 gradi la media del periodo 1991-2020. Un incremento a sua volta sorpassato dal record delle Alpi dove, nelle stazioni di Sondrio ed Edolo (Brescia), la media è aumentata di 2,5 gradi.

Il collasso della Corrente del Golfo - di Simone Valesini

Se raggruppiamo in un grafico le anomalie di Milano di tutto l'ultimo secolo, scopriamo che gli aumenti sono concentrati dal 1990 in poi: con un netto incremento dopo il 2010 (figura sotto): il valore in questo caso è calcolato assumendo come 0 la media delle temperature milanesi del periodo 1971-2000. È presto per trarre conclusioni sul 2023. Ma se teniamo in considerazione il caldo sempre più intenso, comprendiamo cosa ha alimentato i temporali di questi giorni. Fin dentro i quartieri di Milano, dove il vento ha abbattuto alberi, scoperchiato palazzi e fatto crollare grandi impalcature. Cosa fare quindi?

L'anomalia della temperatura media a Milano (fonte Arpa Lombardia)

L'acero mangia CO2

Oltre alle politiche per sostituire i combustibili fossili nel lungo termine, la natura ci mette subito a disposizione una macchina a energia solare che assorbe anidride carbonica e rilascia ossigeno, contrasta la formazione di tornado al suolo e se è impiegata in numero sufficiente, è in grado di abbassare tra i due e i quattro gradi la temperatura nelle isole di calore e innescare brezze senza necessità di ventilatori: gli alberi fanno tutto questo gratis.

Ma gli alberi piantati sono già morti - di Cesare Treccarichi

Un acero riccio, dopo i cinque anni, assorbe oltre 200 chili di CO2 all'anno. Una betulla e un cerro 170 chili. Un carpino, un frassino, un ginkgo 155 chili. Consumiamo migliaia di ettari di campagna e acqua per coltivare mais e generare energia dalla combustione di biogas. Dovremmo cominciare a convertirne una parte in pianura per ricreare boschi e piccole foreste. Piantare alberi intorno alle città e ai campi coltivati. E sostituire quelli caduti o bruciati negli incendi, ovunque sia possibile, perché ci aiutino a contenere le temperature. Il caldo torrido e la lunga siccità dello scorso anno, l'alluvione in Emilia Romagna in primavera e la cronaca di questi giorni, con l'Italia divisa tra grandinate e incendi: tutti questi disastri dovrebbero farci capire che l'ora X è davvero vicina.

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