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Martedì, 30 Aprile 2024

Il caso

Cristina D'Amicis

Giornalista

Prof accoltellate e impallinate: quando i genitori sono la rovina dei figli

Ricordate la professoressa di italiano di Abbiategrasso accoltellata in classe da uno studente e la collega di Rovigo impallinata per 'gioco', sempre a scuola, da un gruppo di ragazzi? Il 16enne autore dell’accoltellamento, ora rinchiuso nell’istituto penale per minorenni Beccaria di Milano per tentato omicidio, è stato bocciato. Stessa fine ha fatto il 14enne che nell’altro episodio portò in aula una pistola ad aria compressa, usata da due compagni per sparare all'insegnante. Il 14enne bocciato, i due amici promossi. Nulla di strano se non fosse per la reazione delle famiglie di questi ragazzi.

La prof di Abbiategrasso aspetta le scuse

I genitori dello studente che a fine maggio con un pugnale colpì al collo e al braccio la prof di Abbiategrasso hanno deciso che farà ricorso contro la bocciatura del figlio. "Il ragazzo aveva la media del 9 in fisica e dell’8 in matematica, è arrivato secondo ai giochi scientifici dell’istituto. L’unica insufficienza era in storia, la materia della professoressa", ha dichiarato il legale del 16enne sottolineando che "la bocciatura e l’allontanamento adesso renderanno più difficile un inserimento futuro in classe".

Bocciato l'alunno col coltello, la famiglia fa ricorso

E alla prof chi ci pensa? Elisabetta Condò, dopo essere stata sottoposta a un’operazione di sei ore, dovrà affrontare un lungo e doloroso percorso di riabilitazione al braccio. Ma la cosa che al momento sembra farle più male è il non aver ancora ricevuto le scuse dirette dalla famiglia dell'adolescente (si sono scusati solo con la scuola). "Non me l'aspettavo dal ragazzo, che è sicuramente sotto choc, ma almeno dai genitori mi sarei attesa un'espressione di vicinanza o dispiacere. Nessuna parola". Da brava insegnante non porta rancore, però sa bene che sono i genitori a dover dare l’esempio, perché i figli apprendono l’educazione soprattutto dai loro comportamenti. Forse anche per questo si aspettava un gesto, invece di un ricorso contro la bocciatura.

Il 9 in condotta agli studenti di Rovigo

Stesso atteggiamento da parte della famiglia dello studente dell’Istituto Viola Marchesini di Rovigo, che a ottobre portò in classe una pistola ad aria compressa, usata da due compagni per sparare alla professoressa di scienze e biologia, Maria Luisa Finatti. La mamma del 14enne si è sfogata sul Corriere della sera, dichiarando che non è giusto che suo figlio sia stato l’unico a essere bocciato, mentre gli altri due ragazzi, ritenuti responsabili del fatto, siano stati promossi con 9 in condotta (obiezione eccepita peraltro anche dallo stesso ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara). Uno avrebbe sparato dei pallini in gomma in testa alla docente rischiando di farle perdere un occhio, l'altro avrebbe filmato il gesto per poi divulgarlo sui social facendolo diventare virale. "Persa un'occasione per educare", ha dichiarato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, chiedendo scusa "da semplice cittadino, a titolo personale, all'insegnante".

Promossi due studenti che spararono alla prof a Rovigo

"La prof ora è tornata a parlare in televisione, e io che dovrei dirle? Più di averle fatto le scuse, più di aver fatto tutto ciò che si doveva, che altro vuole?", ha dichiarato la mamma del 14enne bocciato, aggiungendo: "Sinceramente, ciò che ora dice quell’insegnante non mi riguarda. Per un comportamento sbagliato, uno solo, non credo sia giusto far perdere l’anno scolastico", ha tuonato. E ancora: "A 14 anni si può sbagliare. Vorrei vedere se chiunque, a 14 anni, non ha mai sbagliato…".

Non chiamatele bravate

Forse al posto di queste mamme avrei scelto il silenzio. Se fosse stato mio figlio l’autore di questi inqualificabili gesti, più che lanciare accuse contro la scuola avrei chiesto scusa a tutti e avrei preteso lo stesso dal mio ragazzo (ma forse la strana sono io). Dopo di che mi sarei chiusa in me stessa nel tentativo di capire dove potevo aver sbagliato nell'educazione di mio figlio e perché era arrivato a tanto. Avrei iniziato l’analisi proprio da me stessa, perché il compito di educare i figli è dei genitori, anche se poi molti per mancanza di volontà e di tempo demandano questo importante dovere alla scuola (peraltro criticandola quando prova a 'rimetterli in riga').

A scuola armati, ma non sanno leggere - di Fabrizio Gatti

Perché sminuire tutto chiamandole bravate? Perché far credere loro che si può sfuggire alle responsabilità? Perché dare addosso alla scuola quando ci aiuta a impartire una lezione di vita (quella che noi evidentemente non riusciamo a dar loro)? Dobbiamo prima di tutto responsabilizzare i nostri ragazzi, perché stiamo crescendo una generazione di immaturi, di persone convinte che si possa fare tutto ciò che si vuole senza pagarne le conseguenze e che si possa ottenere tutto senza meritarlo. E se i ragazzi sono sempre più violenti, non possiamo far finta di niente: dobbiamo agire congiuntamente per evitare che tutto degeneri, che come negli Stati Uniti vengano installati metal detector nelle scuole. Una soluzione del genere, infatti, sarebbe una disfatta per tutti a livello educativo. Sia per i genitori, sia per la scuola.

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