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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

Processo Ruby, Berlusconi condannato: le reazioni

Emesso il verdetto di primo grado del processo Ruby, il Pdl reagisce in maniera rabbiosa: "Vergogna, vogliono eliminarlo politicamente". "Ma il governo non cade", assicura Daniela Santanché

MILANO - I giudici di Milano hanno condannato, in primo grado, Silvio Berlusconi a 7 anni nell'ambito del processo Ruby. Il leader del Pdl è stato giudicato colpevole di entrambi i reati contestati: concussione per costrizione e prostituzione minorile. Il Cavaliere è stato inoltre interdetto a vita dai pubblici uffici. Il pm Ilda Boccassini, che alla lettura della sentenza non era presente in aula, aveva chiesto 6 anni.

Durissima la condanna - di un anno superiore a quella chiesta dal pubblico ministero - e durissime le reazioni dei parlamentari del Popolo della Libertà. Sull'onda dell'indignazione generale, sembra traballare anche il governo di larghe intese presieduto da Enrico Letta. Ma c'è chi prova a gettare acqua sul fuoco.

La condanna di Silvio Berlusconi al processo Ruby non avrà conseguenze sul governo: ne è convinta Daniela Santanché, secondo la quale "la giustizia e il governo sono cose diverse". Per l'esponente del Pdl (per la quale comunque si tratta di "una vergogna, di una sentenza politica che con la giustizia non ha nulla a che fare"), "se il governo fa le cose che servono, il nostro sostegno è senza se e senza ma".

"IO INNOCENTE, RESISTERO'" - "Non è soltanto una pagina di malagiustizia: è un'offesa a tutti quegli italiani che hanno creduto in me e hanno avuto fiducia nel mio impegno per il Paese". Così il leader del Pdl ha commentato la sentenza, spiegando che si è trattato di "una sentenza violenta, ero convinto che mi assolvessero. Ma io resisto alla persecuzione. Nei fatti non c'era davvero nessuna possibilità di condannarmi. E invece è stata emessa una sentenza incredibile, di una violenza mai vista nè sentita prima, per cercare di eliminarmi dalla vita politica di questo Paese".

ALFANO - "Ho chiamato il presidente Berlusconi per manifestargli la più profonda amarezza e l'immenso dolore di tutto il Popolo della Libertà, per una sentenza contraria al comune senso di Giustizia, al buon senso e peggiore di ogni peggiore aspettativa". Così il vicepremier e segretario del Pdl, Angelino Alfano, che spiega di aver invitato il leader del partito "a tenere duro e ad andare avanti".

SCHIFANI - "Una sentenza abnorme e surreale, con un colpevole e nessuna vittima. D'altronde, aspettarsi dal tribunale di Milano una decisione favorevole al presidente Berlusconi è praticamente impossibile": così il presidente dei senatori del Pdl, Renato Schifani.

ROMANI - "In un giorno come questo, non ci sono parole per descrivere l'assurdità dell'accanimento giudiziario che colpisce il nostro leader, il presidente Silvio Berlusconi, da quando ha deciso di impegnarsi politicamente per il suo, il nostro Paese. Si fa solo sempre più forte la determinazione di essergli vicino e combattere le sue battaglie politiche per il bene dell'Italia". Lo dichiara Paolo Romani, vice presidente del gruppo Pdl al Senato.

CARFAGNA - "Al di là dell'esito del procedimento, che era atteso, oggi abbiamo una nuova prova dell'anomalia italiana: un processo sul nulla, senza una vittima, è stato utilizzato come strumento per spiare e delegittimare un leader politico": lo dice Mara Carfagna, portavoce dei deputati Pdl.

GASPARRI - "Sono allibito dalle modalità del giudizio e dalla abnorme sentenza dei giudici di Milano. Oggi più che mai siamo con Silvio Berlusconi, denunciando la fase ulteriore di un attacco inaccettabile. A colpi di sentenza si vorrebbe demolire un nemico. Ma noi non potremo di certo subire inerti un tale tentativo di massacro": così Maurizio Gasparri, vice presidente del Senato.

BRUNETTA - "Questa sentenza fa paura. Fa paura non solo e non tanto perché cerca di assassinare moralmente e politicamente Berlusconi, ma perché mostra agli italiani in che mani sia oggi la giustizia". A sostenerlo è Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl, secondo il quale "quello contro Berlusconi è un atto eversivo dei principi di legalità e del buon senso, sproporzionato e inaccettabile, messo in piedi da una parte della magistratura, ormai apertamente e sfacciatamente politicizzata".

REPETTI - "Una sentenza mostruosa. Una pena addirittura più pesante di quella richiesta dal pubblico ministero, nonostante tutte le testimonianze dei diretti interessati a favore della difesa". Ne è convinta Manuela Repetti, del Pdl, che in una nota si chiede, nonostante Berlusconi abbia "sempre detto che il governo non sarà influenzato dalle sue vicende giudiziarie", come sarà possibile "continuare una serena collaborazione in un paese dove gli avversari politici vengono fatti fuori con la galera?".

C'è poi chi, come il capogruppo al Senato del Movimento 5 Stelle Nicola Morra, pone l'accento sulla questione dell'ineleggibilità di Berlusconi. "In uno Stato di diritto, le sentenze vanno rispettate e applicate. Berlusconi ne tragga le dovute conseguenze e risparmi al Paese inutili barricate - dice Morra - Del resto, la presenza di Berlusconi al Senato è già fantasmagorica: 99,47% di assenze, 173 sedute su 174, in questi primi tre mesi. Se si dimettesse - ironizza - non se ne accorgerebbe nessuno a Palazzo Madama". "Confermiamo - specifica Morra - che il Movimento 5 Stelle, al di là delle sentenze odierne e recenti, porrà il tema della sua ineleggibilità dal prossimo 9 luglio nella Giunta per le elezioni del Senato. Il Pd non offra salvacondotti".

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