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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

Shalabayeva e Renzi scuotono la politica: la lunga estate del governo Pd-Pdl

Da una parte l'affaire dell'espulsione dall'Italia di moglie e figlia del dissidente kazako Ablyazov, dall'altra le "picconate" del sindaco di Firenze: governo Pd-Pdl in difficoltà

ROMA - Nella lunga estate calda del governo di larghe intese, passate per ora in secondo piano le vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi, in questi giorni si "combatte" su due fronti: il caso Shalabayeva, con la mozione di sfiducia che pende sul ministro dell'Interno Angelino Alfano, e l'attivismo di Matteo Renzi.

Due fronti che per tutto il giorno dichiarazioni di esponenti Pdl hanno collegato. Una per tutte, quella del capogruppo Renato Brunetta: "Il furibondo attacco ad Alfano e Letta di Ezio Mauro e co. è in corso per aprire la strada a Renzi". Lettura sulla quale da palazzo Chigi nessuno si esercita, ma che diversi ministri - non solo targati Pdl - in qualche modo accreditano. E complice anche la "vergogna" di dichiarazioni come quelle di Calderoli contro il ministro Kyenge, Letta dà voce alle sue preoccupazioni: "La credibilità non si costruisce in un attimo, ma in un attimo la si può perdere", dice ricordando il suo mentore Beniamino Andreatta.

M5S E SEL VOGLIONO LE DIMISSIONI DI ALFANO

IL CASO KAZAKO - E così la prima trincea su cui combattere è per il governo l'espulsione della moglie e della bambina del dissidente kazako Ablyazov. Lo staff di Letta attende la relazione del Capo della Polizia Alessandro Pansa, "voluta da Alfano per primo", ma comunque regge ancora il 'patto' siglato a palazzo Chigi nella riunione di venerdì scorso tra tutti i coinvolti: il premier Enrico Letta, il vicepremier e ministro degli Interni Angelino Alfano, il ministro degli Esteri Emma Bonino. Al termine di quel lungo incontro, la nota diramata escludeva da subito ogni ipotesi di responsabilità in capo a qualsiasi membro dell'esecutivo, individuando invece "il problema grave" nella mancata informativa al governo da parte della Polizia. Linea che a maggior ragione è valida oggi, quando l'attacco contro Alfano è diventato il rischio principale per l'esecutivo, visto che se il segretario politico del Pdl fosse costretto alle dimissioni, perché un parte del Pd dovesse appoggiare la mozione delle opposizioni, per tutti è chiaro che il governo salterebbe un minuto dopo. A farne le spese potrebbero essero proprio i vertici del dipartimento di Pubblica sicurezza, del Viminale, forse anche della questura di Roma. La linea del vicepremier, che insiste nel negare ogni responsabilità, è di sacrificare un'intera linea di comando. Tra i più a rischio ci sono il capo di gabinetto del ministro, Giuseppe Procaccini; il segretario del dipartimento di sicurezza, Alessandro Valeri; il capo della polizia pro tempore, Alessandro Marangoni. Ieri Pansa ha convocato nel suo ufficio i protagonisti di questa storia. Il dossier servirà a chiarire i dettagli tecnici di una storia peraltro già ampiamente conosciuta. Ma i nodi politici restano tutti. E infatti alla politica, cioè al ministro, spetterà decidere chi "sacrificare" tra i dirigenti.

IL CASO KAZAKO: ECCO TUTTI I PUNTI DA CHIARIRE

IL FRONTE INTERNO - L'altro fronte è quello interno al Pd, con Matteo Renzi scatenato dopo essere stato ricevuto da Angela Merkel a Berlino. Il passo successivo alla strategia di legittimazione internazionale, il principale limite che gli avversari imputavano al sindaco di Firenze, è molto più 'local': ma nell'incontro pubblico a Carpi, Renzi svolge ancora una volta un copione già visto. "Se Enrico Letta fa bene sono l'uomo più felice del mondo", è la premessa. Ma poi arriva l'affondo: "Io non credo che questo accordo col Pdl possa andare avanti molto: io voglio bene a Letta, ma tutti i giorni deve parlare con Brunetta e Schifani...". Frase magari già ripetuta, ma che arriva in una fase particolarmente del governo. Dallo staff di Letta preferiscono non commentare, ma traspare chiaramente la freddezza verso l'attivismo di Renzi.

LA SMENTITA DEL PORTAVOCE DI RENZI - “La frase ‘il governo non durerà molto’ non è mai stata pronunciata da Matteo Renzi. E’ inaccettabile che si continui così, cioè ad attribuire a Matteo parole che in realtà non ha mai detto. Tra l’altro si tratta di un intervento pubblico, mandato anche in diretta televisiva: basta andare a controllare sul sito web del Pd di Modena, rivedere l’intervento di Carpi e capire bene i contenuti, veri, del suo discorso. I giornali, e anche i tanti cittadini presenti, lo sanno bene. Non è la prima volta che accade, ora basta. Matteo Renzi dice sempre in modo chiaro ciò che pensa: non abbiamo bisogno di manipolazioni, distorsioni o di libere interpretazioni non richieste”. Lo dichiara Marco Agnoletti,  portavoce di Matteo Renzi.

RENZI: "NON CREDO CHE L'INTESA PD-PDL POSSA DURARE MOLTO"

Insomma, un quadro che se da palazzo Chigi preferiscono ignorare, crea sconcerto nel Pd: "Se dalla relazione della Polizia dovessero emergere responsabilità di Alfano, noi ci troveremmo a doverlo difendere per non far cadere il governo, dando così ulteriori argomenti alla campagna di Renzi...", spiega a TmNews un dirigente democratico. Insomma, "ormai è il caos". Tanto che lo stesso dirigente Pd ricorda un'altra frase ripetuta più volte, da Letta: "Non governiamo a tutti i costi". Per aggiungere: "Almeno si riuscisse a fare la legge elettorale...".

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