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Martedì, 30 Aprile 2024
Verso il voto

Elezioni: cosa ne sarà del terzo polo Renzi-Calenda dopo il 25 settembre

Per Calenda l'unione Azione-Italia Viva da cartello elettorale si trasformerà in "un cantiere vasto, chiamatelo fronte repubblicano". Renzi: "O facciamo un bel risultato o il Paese va in difficoltà". Una possibile crescita del terzo polo rischia di rendere insicuri per il centrosinistra guidato dal Pd anche i collegi del Centro fin qui considerati blindati

Che ne sarà del cosiddetto terzo polo tra tre settimane? Mera alleanza elettorale o qualcosa di più? Dipenderà tutto ovviamente, banalmente, dal risultato nelle urne. Primo, se sarà superata la soglia di sbarramento (quasi certo, la soglia di sbarramento per le singole liste è del 3%). Secondo, se la doppia cifra sognata dai due leader diventerà realtà (difficile). La premessa obbligatoria è che per poter crescere, il 25 settembre servirà un buon risultato, magari non troppo lontano dall'8-9 per cento, ma intanto Carlo Calenda guarda già al dopo elezioni e vede la lista nata dall'unione Azione-Italia Viva che da cartello elettorale si trasforma in "un cantiere vasto, chiamatelo fronte repubblicano, esattamente quello a cui Mario Draghi ha improntato la sua azione". Lo ha detto lui stesso all'evento di apertura della campagna elettorale del terzo polo, che ha richiamato al Superstudio migliaia di persone, molte delle quali rimaste fuori dalla sala principale. Il duo lancia la sua sfida ai due poli, soprattutto al Pd alleato con l’antidraghiano Nicola Fratoianni (leader di sinistra italiana): "A destra, a sinistra e nel M5s c’è chi ha mandato a casa Draghi", dicono l'ex candiato sindaco di Roma e l'ex premier.. 

Secondo l'ultimo sondaggio Bidimedia il duo Renzi-Calenda è al 6,2%, secondo Noto all'8 per cento, per Emg al 7%, per Euromedia 7,4 per cento. 

"Questa casa è aperta a Cottarelli, Bonino, Bentivogli, Giorgetti, Sala, Gori. Mi fa molta impressione vedere Cottarelli con Fratoianni, Sala con Di Maio...", ha aggiunto Calenda prevedendo un forte rimescolamento delle carte dopo il voto. Di certo, come tutti gli altri leader, si è detto pronto a governare, "ma c'è un piccolo dettaglio: riconosciamo che Mario Draghi può farlo meglio di noi. Non vorrà? Ci lavoreremo", ha proseguito l'ex ministro dello Sviluppo, che ha citato Sturzo, Einaudi, Mazzini, Bobbio e Pericle. L'ambizione è quella di "dare una casa alle culture politiche che hanno fatto l'Europa e oggi non sono rappresentate in Italia" perché "Berlusconi ha perso il diritto di rappresentarle quando ha mandato a casa Draghi" e così Letta "quando ha diviso il paese tra rosso e nero", ha aggiunto riferendosi alla campagna elettorale del Pd e a quell'appello del leader dem al "voto utile" contro il quale Calenda si è nuovamente opposto con fermezza: "Io non voglio fare polemica con nessuno, non certamente con Letta, quello che gli dico è 'ricordati da che storia vieni', non è così schematica Berlinguer-Almirante. C'era qualcosa di mezzo in Italia ed è molto importante".

Sulla stessa linea Matteo Renzi, per la prima volta a un evento elettorale insieme a Calenda, secondo il quale "l'unico voto utile" è quello per il terzo polo "perché l'Italia torni a crescere". "O facciamo un bel risultato o il Paese va in difficoltà" ha aggiunto l'ex premier. Evidenziando che se si parla di infrastrutture gli avversari "tutti hanno nelle loro coalizioni quelli che hanno detto no a tutto", mentre "noi siamo gli unici con le carte in regola". Allo stesso modo in tutte le altre coalizioni "c'è chi ha mandato a casa Mario Draghi" e in tutti gli altri schieramenti "c'è chi voleva uscire dall'euro e si scopre europeista a giorni alterni", ha concluso.

Secondo Enrico Letta chi vota Terzo polo o M5s favorisce la destra guidata da Meloni. Ma è proprio questa “accusa” che i suoi ex alleati Renzi e Calenda respingono: "Siamo noi l’unico voto utile l’Italia torni a crescere". A livello "tattico", una possibile crescita del terzo polo rischia di rendere insicuri per il centrosinistra guidato dal Pd anche i collegi del Centro fin qui considerati blindati, se Renzi e Calenda riuscissero a pescare consenso tra alcuni elettori dem delusi. Il terzo polo potrebbe "dragare" un po' di cosenso anche a Forza Italia, ma dai sondaggi emerge come quello prettamente berlusconiano sia un bacino elettorale ormai sempre più limitato e in calo. Numeri alla mano, l'ipotesi di un vero cappotto da parte del centrodestra nell'uninominale, la parte maggioritaria che assegna oltre un terzo dei seggi, è un po' più concreta se il trend in leggera crescita di Azione/Iv sarà confermato nelle prossime tre settimane.

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