rotate-mobile
Martedì, 30 Aprile 2024
Politica

L'odissea dell'ex grillino: "Voglio lasciare il Senato ma non mi fanno dimettere"

Un anno e mezzo fa Giuseppe Vacciano ha lasciato il Movimento 5 Stelle e ha presentato le dimissioni da senatore, finora sempre respinte: "Non trovano un quarto d'ora di tempo per mandarmi via..."

Niente da fare, nemmeno oggi è arrivato quel sì tanto atteso. Giuseppe Vacciano rimane un senatore della Repubblica italiana perché i suoi colleghi non gli approvano le dimissioni, quelle che lui chiede dal 22 dicembre 2014. Una storia incredibile, paradossale, grottesca. 

Eletto nella circoscrizione Lazio 2 nel 2013, Vacciano è stato uno dei pionieri del Movimento 5 Stelle, ma ha lasciato il gruppo e ha presentato le dimissioni da senatore un anno e mezzo fa. Da quel giorno, dopo il passaggio automatico nel Gruppo Misto, è rimasto ostaggio del Parlamento.

"Non mi riconoscevo più nella linea strutturale del Movimento 5 stelle", ci racconta. Il famoso "direttorio", quel cerchio magico indicato da Grillo per "portare in alto" Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Roberto Fico, Carla Ruocco e Carlo Sibilia, è stato uno degli eventi scatenanti che hanno portato all'addio di Vacciano. La pentadirigenza, i cinque che valgono più di uno, è "una sovrastuttura decisa senza condivisione da un Movimento che diceva di partire dal basso e che invece ha virato verso una direzione in cui non mi riconoscevo più". Ecco quindi la richiesta di dimissioni da senatore. Per lasciare lo scranno di Palazzo Madama, però, non basta presentare una semplice richiesta scritta: è necessario il voto favorevole dei colleghi che finora per Vacciano non è ancora arrivato, nonostante lui lo abbia chiesto più volte. Decine di volte.

"Voglio tornare al mio lavoro di impiegato della Banca d’Italia - ci racconta ancora - Lo faccio per una questione di coerenza dato che sono stato eletto con i Cinquestelle e ho lasciato il gruppo nel novembre 2014. I cittadini hanno votato il simbolo, non me. E io voglio restituire agli elettori un rappresentante di quel simbolo, non restare attaccato alla poltrona". Bene, la sua richiesta di dimissioni è stata respinta per la prima volta nel febbraio 2015. A settembre dell'anno scorso è arrivato il secondo "no".

Ogni mese ho scritto al presidente Grasso e ai capigruppo, ho inviato decine di lettere e solleciti per la calendarizzazione, ma il Senato non trova un quarto d'ora per discutere le mie dimissioni. Spero se ne discuta la settimana prossima, ma in calendario ci sono ancora collegato ambientale e reato di tortura...

Forse i suoi colleghi preferiscono mantenere un senatore nel Gruppo Misto piuttosto che un subentro nei 5 Stelle, dato che i numeri della maggioranza a Palazzo Madama sono piuttosto risicati? "Non credo, perché in questi mesi ho continuato a fare un’opposizione rigorosa. Non mi sono mai avvicinato alla maggioranza, ho continuato a votare sempre contro, per coerenza". Appellandosi ancora una volta ai colleghi, Vacciano incrocia le dita e cita l'articolo 67 della Costituzione, quello che stabilisce che per i parlamentari non c’è vincolo di mandato. "Libertà di gestire il mandato dovrebbe significare anche poter decidere di dimettersi". In Italia, evidentemente, non è così.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L'odissea dell'ex grillino: "Voglio lasciare il Senato ma non mi fanno dimettere"

Today è in caricamento