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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

Intesa Pd-Cinque Stelle: eletti i tre giudici mancanti della Consulta

C'è voluta un'intesa tra Pd e Cinque Stelle per l'elezione dei membri mancanti della Consulta. Alla trentaduesima votazione i giuristi Augusto Barbera, Franco Modugno e Giulio Prosperetti ottengono il quorum. Esultano i pentastellati, destre all'attacco: "Inciucio"

I tentativi andati a vuoto erano stati  ben 31. C'è voluta un'intesa tra Pd e Cinque Stelle per l'elezione dei membri mancanti della Consulta. Alla trentaduesima votazione i giuristi Augusto Barbera, Franco Modugno e Giulio Prosperetti ottengono il quorum. Augusto Barbera ha ottenuto 581 voti, Franco Modugno 609 voti e Giulio Prosperetti 585 voti. Il quorum era di 571 voti. I parlamentari di Fi, Lega e Fdi non hanno preso parte alle votazioni.

PIETRA TOMBALE - La votazione di ieri sera è la pietra tombale sul Patto del Nazareno. Decisiva è stata la decisione del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, di mollare Forza Italia e di conseguenza il candidato azzurro Francesco Paolo Sisto, principale ostacolo a un'intesa con i pentastellati. Una decisione quella del premier arrivata dopo lo scontro in aula a Montecitorio con il capogruppo forzista Renato Brunetta. La scelta del Pd di 'scaricare' Sisto e far posto a Prosperetti ha reso per il Movimento 5 stelle più 'commestibile' la figura di Barbera che comunque nelle scorse settimane era stato oggetto di critiche anche dal blog di Beppe Grillo (le ultime il primo dicembre scorso) perché "intercettato in un'indagine su cattedre universitarie pilotate". I nomi non sono stati sottoposti al voto online ma sono stati oggetto di due lunghe riunioni - una dei deputati e una dei senatori - e sono passati con un voto non unanime (18 sì e 7 no al Senato; 46 sì, 16 no e 2 astenuti alla Camera).

CINQUE STELLE - "Grazie alla coerenza e all'intransigenza del M5s, prima Violante e ora l'avvocato di Berlusconi non sono più candidati alla Corte costituzionale. Al loro posto ci sarà infatti il giuslavorista Giulio Prosperetti, oltre al nostro candidato, l'illustre professor Modugno e al candidato del Pd, professor Barbera. Stiamo evitando l'occupazione della Consulta da parte di Renzi che voleva tre soldati di partito dichiaratamente favorevoli alle sue schifose riforme", ha commentato Danilo Toninelli (M5S).

SANTANCHE' - "Renzi dichiara di non voler accettare lezioni: una gliela diamo noi e cioe' quella della coerenza. L'inciucio Pd-M5s sulla Consulta rivela la vera natura del Pd: pronti ad allearsi anche con quelli che dichiarano i nemici quando gli e' utile". Lo ha affermato in una dichiarazione la parlamentare Fi Daniela Santanchè

CAMBIO DI PASSO - Il tempo della "sobrietà istituzionale" è finito, è ora di "passare all'attacco". Matteo Renzi lo dice sul tema delle banche, ma lo stesso schema vale anche per la Consulta. Il premier cerca dunque di rilanciare l'immagine di un governo operativo, fuori da quella "palude" più volte evocata da Renzi per descrivere l'Italia prima del suo governo. E lo fa nel giorno in cui i dubbi sull'effettiva portata della crescita economica arrivano fino al ministero dell'Economia, con Padoan che riconosce la "debolezza" della ripresa. Un quadro che - ed è la paura del premier - potrebbe aggravarsi se l'affaire banche minasse quella fiducia dei consumatori da sempre indicata come decisiva per la crescita. Come suo costume, il premier rilancia: "Spero che il prossimo anno raddoppieremo il +0,8 di quest'anno". Di sicuro, già adesso "l'attuale governo può rivendicare di aver riportato finalmente la media della crescita al livello degli altri Paesi europei". Una notazione "anche rispetto ad alcune voci dal sen fuggite".

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