rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Bufera

Marcello De Angelis: le frasi sulla strage di Bologna imbarazzano la destra

Il responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio si è detto certo dell'innocenza degli ex Nar Fioravanti, Mambro e Ciavardini. Poi le scuse. Il governatore Rocca: "Parlava a titolo personale", ma "Meloni non è felice"

Le dichiarazioni di Marcello De Angelis, responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio, sulla strage di Bologna sono diventate un caso politico di rilevanza nazionale. In un post pubblicato su Facebook pochi giorni dopo l'anniversario della mattanza, De Angelis si è detto certo dell'innocenza dei tre condannati in via definitiva per l'eccidio, gli ex Nar Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini. Quest'ultimo, minorenne all'epoca dei fatti, è diventato poi cognato dello stesso De Angelis.

"Il 2 agosto - ha scritto De Angelis - è un giorno molto difficile per chiunque conosca la verità e ami la giustizia, che ogni anno vengono conculcate persino dalle massime autorità dello Stato (e mi assumo fieramente la responsabilità di quanto ho scritto e sono pronto ad affrontarne le conseguenze). La differenza tra una persona d'onore e uno che non vale niente è il rifiuto di aderire a versioni di comodo quando invece si conosce la verità. E accettare la bugia perché così si può vivere più comodi. Intendo proclamare al mondo che Cristo non è morto di freddo e nessuno potrà mai costringermi ad accettare il contrario. Così come so per certo che con la strage di Bologna non c’entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini. Non è un'opinione: io lo so con assoluta certezza. E in realtà lo sanno tutti: giornalisti, magistrati e 'cariche istituzionali'".

"A me, con questo ignobile castello di menzogne, hanno tolto la serenità, gli affetti e una parte fondamentale della vita. Non riusciranno a farmi rinunciare a proclamare la verità. Costi quel che costi…", ha scritto ancora l'ex parlamentare invitando i suoi contatti a condividere il post: "Non basta mettere un 'mi piace', dovete rilanciarlo e condividerlo… altrimenti hanno vinto loro, gli apostoli della menzogna…".

Il post di De Angelis

L'opposizione chiede le dimissioni

Inevitabili le polemiche. Per la segretaria del Pd Elly Schelin De Angelis dovrebbe dimettersi subito. "Lo abbiamo detto in piazza di fronte alla stazione solo qualche giorno fa, il 2 agosto, in occasione dell’anniversario della strage di Bologna. Non accettiamo ulteriori depistaggi e tentativi di riscrivere la storia, negando le evidenze processuali per cui l'associazione dei familiari delle vittime si è tanto battuta e la Procura di Bologna e le forze dell’ordine hanno lavorato in questi anni. Tantomeno - ha detto Schlein - se questi tentativi ignobili arrivano dal portavoce del Presidente della Regione Lazio: servono dimissioni immediate. Se non riescono a farlo i vertici della Regione Lazio, sia la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni a prendere provvedimenti immediati".

Per il leader di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, il presidente della Regione Lazio "ha due strade: la prima strada è quella cacciare subito chi infanga in questo modo la memoria della nostra storia repubblicana, che in modo irrispettoso insulta le vittime e i loro familiari, dà un colpo alla credibilità dell'istituzione che rappresenta. L'altra strada  è quella di far finta di niente, e rendersi così complice di questa infamia. Rocca decida".

"Quanto scritto da Marcello De Angelis, che oggi non è un semplice cittadino ma è portavoce della comunicazione istituzionale della Regione Lazio, sul proprio profilo facebook è grave e inaccettabile" scrivono invece Daniele Leodori, segretario Pd Lazio e Mario Ciarla, capogruppo Pd alla Pisana. "Un tentativo di riscrivere la storia della strage di Bologna nonostante una verità giudiziaria scritta nero su bianco. Chiediamo al Presidente Rocca di prendere le distanze e a De Angelis di fare un passo indietro: chi scrive certe cose non può guidare la comunicazione della nostra Regione".

Dal fronte del M5s nazionale, si registra una nota di Francesco Silvestri, il capogruppo pentastellato alla camera. "Le parole di Marcello De Angelis, portavoce del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, sono vergognose e inaccettabili ma non mi stupiscono visto il passato del personaggio in questione" ha commentato il deputato grillino. "A nome del M5S mi domando per quanto ancora Rocca e Meloni resteranno in silenzio, visto anche l'attacco di De Angelis al Presidente Mattarella".

De Angelis e il richiamo a Giordano Bruno

Nella notte del 6 agosto, anticipando molte delle richieste di dimissioni successivamente arrivate, De Angelis ha affidato un’altra riflessione alla propria pagina facebook. “Come ogni libero cittadino di questa Nazione, ho esercitato il diritto di esprimere la mia opinione su un evento solstiziale della nostra storia, fondata su decenni di inchiesta svolta come giornalista e parlamentare. E certo, non lo nego, animato dalla passione di chi ha avuto un fratello morto, vittima di uno degli accertati depistaggi orditi per impedire l’accertamento della verità, con l’utilizzo della falsa testimonianza del massacratore del Circeo Angelo Izzo" si legge sull’account personale del responsabile della comunicazione del Lazio. "Ho detto quello che penso senza timore delle conseguenze. Se dovrò pagare per questo e andare sul rogo come Giordano Bruno per aver violato il dogma, ne sono orgoglioso” ha concluso De Angelis. 

Che poi, travolto dalle critiche, ha corretto ulteriormente il tiro: "Negli ultimi giorni ho espresso delle riflessioni personali sul mio profilo social, che sono invece diventate oggetto di una polemica che ha coinvolto tutti" ha scritto su Facebook. "Intendo scusarmi con quelli, e sono tanti, a partire dalle persone a me più vicine, a cui ho provocato disagi, trascinandoli in una situazione che ha assunto dimensioni per me inimmaginabili" si legge ancora nel post pubblicato lunedì. 

Il governatore del Lazio: "Ha parlato a titolo personale"

Il governatore del Lazio Francesco Rocca non sembra propenso ad assecondare le richieste delle opposizioni, anche se ha comunque assicurato che sul caso verrà fatta una riflessione. "Marcello De Angelis ha parlato a titolo personale, mosso da una storia familiare che lo ha segnato profondamente e nella quale ha perso affetti importanti" ha spiegato. "Si è espresso sulla sua pagina Facebook da privato cittadino e non nella sua carica istituzionale che, per altro non è quella di portavoce come erroneamente riportato da numerosi giornali". De Angelis, ha aggiunto Rocca, "è responsabile della Comunicazione Istituzionale della Regione: un ruolo tecnico per il quale è stato scelto vista la sua pluriennale esperienza professionale e che non ha nulla a che fare con l’indirizzo politico dell'Istituzione che mi onoro di rappresentare. Essendo il dialogo il faro del mio operato, valuterò con attenzione nei prossimi giorni il da farsi, solo dopo aver incontrato Marcello De Angelis".

"Meloni non era felice dell'accaduto"

 "Vedrò Marcello De Angelis nel pomeriggio e sentirò cosa mi dirà", ha poi confermato Rocca a margine di un evento a Latina. "La mia posizione, anche sulle sentenze, l'ho espressa con chiarezza - ha proseguito -. De Angelis ha commesso un errore importante parlando in termini di certezza anche se a titolo personale. Io farò le mie valutazioni ma lui non ha alcun ruolo politico nell'amministrazione regionale. Io mi sento spessissimo con la Meloni, abbiamo avuto modo di sentirci: mi ha chiesto di chiarire e certamente non era felice per quanto accaduto".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Marcello De Angelis: le frasi sulla strage di Bologna imbarazzano la destra

Today è in caricamento