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Venerdì, 26 Aprile 2024

Stefano Pagliarini

Responsabile redazione

Perché è il momento giusto per avere una donna Presidente della Repubblica

Un presidente della Repubblica donna. Sarebbe un sogno davvero. Anzi, è arrivato il momento giusto per avere un presidente della Repubblica donna. Le quote rosa non c’entrano, non è per niente una questione di correttezza politica, o politicamente corretto come si suole dire perché ad esempio, a me le quote rosa sono sempre sembrate la cosa più maschilista che ci fosse. Allora perché una donna presidente della Repubblica?

Ma perché le persone cambiano, i popoli e i costumi cambiano anche grazie a come cambiano gli esempi che hanno davanti. E allora immagino quanto potrebbe cambiare in meglio un paese che avrebbe come garante della Costituzione e dell’unità nazionale una figura femminile. Immagino che con una donna a ricoprire la massima autorità dello Stato, l’Italia potrebbe migliorare molto. E ne ha di che migliorare. Siamo il paese dove le donne hanno pagato più di chiunque altro il prezzo della pandemia da Covid, visto che la quasi totalità dei posti di lavoro andati in fumo sono di donne. Siamo il paese in cui vi è una violenza su una donna al giorno perché solo la settimana scorsa si contano 4 fra arresti o condanne per uomini che hanno violentato, picchiato o tentato di uccidere una donna. Siamo il paese nel quale, nel 2020, le chiamate al 1522, contro violenza e stalking, sono aumentate del 79,5% rispetto al 2019 (+71%). Lo rivela l’Istat. Siamo il paese in cui c'è ancora chi sente il bisogno di affidare un figlio maschio al padre per farlo crescere uomo e la femmina alla madre per farla crescere donna, in cui c'è chi crede che, sì le donne possano anche essere medici, avvocati, giudici e poliziotte, ma non potranno mai competere con i colleghi uomini.

Ci serve adesso una figura autorevole femminile, senza rinunciare alle competenze e alla autorevolezza. La prima volta fu nel 1990, quando Nilde Iotti propose di eleggere presidente della Repubblica una autorevole figura femminile. Emma Bonino fu l'unica davvero in corsa nel 1999. Oggi torna il suo nome anche se proprio lei, ai microfoni di Rai Radio1 Un Giorno da Pecora ha detto: ’'No, nella vita e nella politica c'è un tempo per ogni cosa. Trent'anni fa mi ero esposta e all'epoca molti furono più che sorpresi. Ad esempio ricordo che Giuliano Amato aveva proposto, ad un certo punto, di pensare anche ad una donna: le reazioni furono talmente incredibili che Amato fu costretto a sottolineare di aver proposto una donna, non un coleottero’’.

Ma oggi, per il dopo Mattarella, ci sono anche altri nomi. C’è la ministra della Giustizia Marta Cartabia al Quirinale. Nel Pd in molti fanno il nome dell'ex ministra della Difesa Roberta Pinotti. Si parla anche della Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e la presidente della Rai Annamaria Tarantola. E poi abbiamo donne come Liliana Segre, che avrebbero tutte le carte in regola per rappresentare quel baluardo a difesa della democrazia e dei principi fondatori della nazione che è il Presidente della Repubblica. Allora forse ci siamo. Potrebbe essere il momento buono per una figura autorevole femminile, senza rinunciare alle competenze e alla autorevolezza. Qualcuno contesterebbe che essere donna non può essere condizione sufficiente per ricoprire una carica così importante e avebbe ragione, ma continuo a chiedermi perché quella remora non sia mai stata posta in occasione dei tanti uomini che in passato hanno ricoperto cariche impotanti, anche a discapito di donne capaci. 

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