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Sabato, 27 Aprile 2024
Non si fa da parte

A cosa punta Silvio Berlusconi

L'ex premier è entrato in modalità elezioni. Le giocherà in prima persona, candidandosi proprio per entrare in quel Senato dal quale fu cacciato. E vuole la presidenza post-Casellati. L'ipotesi del "diabolico meccanismo" a cui stanno lavorando Lega e Forza Italia. Salvini: "Può aspirare legittimamente a qualsiasi incarico". Stupore all'estero

"Berlusconi è in formissima, sta come un grillo. E si candida certamente al Senato. Lui in genere si esalta in campagna elettorale e questa è la sua nona campagna elettorale". A dirlo è il suo vice, il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani. Che la campagna elettorale verso il 25 settembre sia già abbondamente cominciata lo si capisce dalla promessa di portare tutte le pensioni a 1000 euro. Non proprio una novità nel repertorio, ma il classico segnale che Silvio Berlusconi è entrato in modalità elezioni. Le giocherà in prima persona, candidandosi proprio per entrare in quel Senato dal quale fu cacciato in virtù della condanna per frode fiscale. I suoi già lo vedono eletto presidente di palazzo Madama, successore di Casellati. Dopo il fallimento delle sue ambizioni quirinalizie a gennaio, in tanti pensano che il primo obiettivo di Berlusconi sia il secondo scranno più alto. Lui non conferma, i suoi fedelissimi smentiscono e parlano di insinuazioni "ridicole e offensive. Nessuno ha mai offerto nulla al presidente. E la sua scelta non è stata orientata dalla disponibilità o meno di un qualunque posto".

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Prima però Berlusconi sa che deve cercare di fare chiarezza tra il suo elettorato, una piccola parte di quel ceto produttivo che ama più di ogni altra cosa la stabilità. Forza Italia - questo il messaggio - non ha alcuna colpa per la caduta di Mario Draghi. Berlusconi lo ripete in continuazione in questi giorni: "Noi siamo stati sempre i più leali sostenitori del governo". Confessa però anche di essere rimasto "amareggiato" dalla decisione dell'ormai ex presidente del Consiglio di non concedere un bis senza M5s. "Purtroppo è prevalsa la volontà del Pd di strumentalizzare Draghi a fini elettorali", sostiene.

Tra i nodi da sciogliere con Salvini e Meloni c'è, in primis, quello di come dividersi le candidature nei collegi uninominali: Fdi preferirebbe che si tenesse conto delle percentuali di consenso che i partiti hanno attualmente nei sondaggi ("Per i collegi sarà tutto più facile di come si racconta. Si èsempre fatta la media dei sondaggi" dice Rampelli) mentre azzurri e Lega ritengono che si debba comunque tenere in considerazione anche lo storico degli ultimi anni. In ballo c'è poi anche la questione tutt'altro che marginale del candidato premier. Meloni rivendica il criterio sempre utilizzato, ossia che tocchi al leader del partito che prende un voto in più. Salvini e Berlusconi continuano a spiegare che la faccenda sarà affrontata più avanti.  Indiscrezioni non confermate né confermabili ipotizzano un "diabolico meccanismo" a cui starebbero lavorando Lega e Forza Italia: il candidato premier lo esprime chi prende il 50% più 1 dei voti della coalizione. In questo modo Lega, Forza Italia e i centristi si tengono di fatto aperta una possibilità: sommando le rispettive percentuali, la possibilità di superare Fdi è concreta. Difficile che Meloni accetti un piano del genere, se ne parlerà ad agosto. Ma se a destra si aspettano che prima del voto arrivi l'incoronazione di Meloni candidata premier da parte di Berlusconi, probabilmente si sbagliano: "Non è il momento di parlare di nomi e leadership", dice la fedelissima Licia Ronzulli. E chissà se quel momento arriverà prima del 25 settembre.

Intanto Berlusconi esclude soltanto una cosa, ovvero qualsiasi ipotesi di lista unitaria con la Lega. "Siamo forze politiche diverse, che si presenteranno ognuna con le proprie liste, i propri simboli, la propria identità ma con un programma comune". Con Salvini il legame appare più saldo che con Meloni. "Berlusconi? Con tutto quello che ha fatto in Italia e nel mondo, può aspirare legittimamente a qualsiasi incarico, ma non ne abbiamo mai parlato", assicura il leader della Lega, Matteo Salvini.

All'estero la sempiterna presenza dell'ex premier, e non in ruoli marginali, nel dibattito politico, stupisce: "Bizzarro come quest'uomo possa sopravvivere politicamente ancora e ancora dopo tutti gli scandali", dice l'ex presidente del Parlamento europeo, ora presidente della Fondazione Friedrich Ebert, Martin Schulz, in un'intervista al quotidiano La Stampa. "La mia opinione su Berlusconi è nota. Ma la situazione è davvero bizzarra: come quest'uomo possa sopravvivere politicamente ancora e ancora dopo tutti gli scandali è piuttosto interessante. Non ha fatto del bene al Paese. E ora sta giocando di nuovo un ruolo ambiguo", sottolinea Schulz. L'ex leader del Parlamento Ue conferma di avere ben compreso le cause della crisi politica in Italia. "Si, certo. Se si conoscono le persone coinvolte - Conte, Berlusconi, Salvini e Meloni - allora si capisce. Sono tutti politici a cui non importa servire l'Italia. L'importante per loro è mantenere il proprio potere e la propria influenza. E riconoscere tutto ciò è amaro", commenta.

"C'è una cosa che non capisco", ammette però Scholz: "se i sondaggi dicono che due terzi degli italiani sostengono Draghi e vogliono che rimanga capo del governo, allora non ha senso che le stesse persone votino per una maggioranza di destra". "Ecco perché ho una visione critica di questi sondaggi", insiste. "Per questo dobbiamo attendere i risultati delle elezioni. Se Meloni diventerà capo del governo, dipenderà anche da Salvini e Berlusconi ed è difficile prevedere cosa può succedere in Italia e in Europa. Lei è un'euroscettica e antieuropeista di destra radicale. Allo stesso tempo, l'Italia dipende dai soldi di Bruxelles", ricorda Schulz. E se il viaggio a Kiev di Scholz, Macron e Draghi è stato un passo nella direzione di una politica estera comune europea, "sarebbe difficile (...) sviluppare una strategia comune con un politico come la Meloni", secondo Schulz. "Se lei diventasse capo del governo, non avrebbe la maggioranza assoluta, ma dovrebbe collaborare con Berlusconi e Salvini. Quest'ultimo è un vero putiniano e Berlusconi è un uomo che si preoccupa solo di garantire le sue sfere di influenza economica. Un governo di destra simile sarebbe molto instabile e un partner non affidabile in Europa", precisa l'ex presidente del Parlamento Ue.

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