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Domenica, 28 Aprile 2024
L'analisi

Cosa sappiamo dell'inchiesta sullo spionaggio ai danni di politici e vip

Nelle carte dei pm di Perugia oltre trecento tra politici, dirigenti, personaggi del mondo dello spettacolo e dello sport. Sotto inchiesta anche il procuratore antimafia Antonio Laudati

Dove finisce la libertà di stampa e inizia l'abuso? È una domanda che in questi anni è tornata molte volte nel dibattito pubblico, in occasione di inchieste che hanno coinvolto personaggi eccellenti del mondo della politica o quando si è discusso di intercettazioni. Ed è probabilmente la chiave per comprendere cosa c'è dietro l'inchiesta della procura di Perugia sul presunto spionaggio ai danni di politici e vip a opera del maresciallo della guardia di finanza Pasquale Striano, che ha coinvolto anche il pm dell'antimafia Antonio Laudati, quello che indagò Silvio Berlusconi per le ragazze offerte da Tarantini. Tra gli indagati ci sono cinque cronisti del quotidiano "Domani" a cui Striano avrebbe inviato centinaia di documenti riservati su politici, personaggi dello spettacolo e dello sport.

Il puntiglioso lavoro del grande "spione"

C'è chi (soprattutto a destra) parla di nuova P2 e invoca commissioni bicamerali, c'è chi (soprattutto a sinistra) ricorda che in fondo quelle trapelate sono notizie vere e che va tutelata la libertà di stampa. Come spesso accade probabilmente la verità si trova nel mezzo, in quella zona grigia in cui galleggiano piccoli, medi e grandi informatori; le famigerate "fonti molto attendibili" e soprattutto le cosiddette talpe. Nella zona grigia c'è di tutto: c'è chi informa i giornalisti, chi fa dossieraggi su politici commissionati da altri politici, chi - nei casi più gravi - passa informazioni alla criminalità organizzata. È  una storia vecchia come la Repubblica e in mezzo ci sono finiti tutti: difficile immaginare che tutti gli "spiati" di questa nuova inchiesta, dai ministri come Guido Crosetto - da cui è partita la denuncia dopo la pubblicazione della sua dichiarazione dei redditi - a Matteo Renzi, da Andrea Agnelli a Fedez, da Cristiano Ronaldo a Marta Fascina, facciano parte di un unico grande "piano" orchestrato, come sostiene qualcuno, per minare le istituzioni o per destabilizzare l'opinione pubblica.

Più facile immaginare che si sia trattato di singole richieste ricevute da Striano o addirittura di sue iniziative personali volte a scoprire informazioni da cedere a terzi, anche in cambio di un semplice "grazie". La seconda ipotesi spiegherebbe il motivo del "tempismo" di alcuni suoi accessi agli atti: sui ministri durante la formazione del governo Meloni, su altri personaggi quando sono finiti per vari motivi agli onori delle cronache. Più delicata la posizione di Laudati, ex procuratore capo di Bari e attuale sostituto procuratore alla Direzione nazionale antimafia. A lui la procura di Perugia contesta quattro dossieraggi che non coinvolgerebbero personaggi pubblici ma che pesano come macigni visto il ruolo del magistrato.

Domani si difende: "È attacco alla libertà di informazione"

"L'indagine a carico dei nostri colleghi, l'intera squadra inchieste - scrive il comitato di redazione di Domani - è un gravissimo attacco alla libertà d'informazione. Giovanni Tizian e Nello Trocchia, così come il nostro collaboratore Stefano Vergine, sono sotto inchiesta per accesso abusivo e rivelazione di segreto. L'abbrivio dell'indagine è l’esposto del ministro della Difesa del governo Meloni, Guido Crosetto, dal quale è partita la richiesta ai pubblici ministeri di individuare e dare la caccia alle fonti giornalistiche. La redazione di Domani esprime il totale sostegno ai colleghi indagati, 'colpevoli' di aver agito nell'interesse pubblico e di aver pubblicato notizie vere. Questo episodio gravissimo - così come altri che hanno colpito il nostro giornale e che hanno destato allerta anche a livello europeo - non finirà sotto silenzio. Chiediamo a tutti i colleghi, alla società civile - a cominciare dai nostri lettori ai quali continueremo a garantire informazione senza temere il potere - di mobilitarsi contro questo ennesimo tentativo di fermare il nostro lavoro e delegittimare Domani".

Di tutt'altro avviso le persone coinvolte, come l'ex presidente del Consiglio e leader di Italia Viva, Matteo Renzi. "Spiare i cittadini è illegale - scrive nella sua newsletter - spiare gli avversari politici è roba da dittatura sudamericana"; ma il caso divide anche gli stessi operatori dell'informazione, con i quotidiani di area centrodestra che ipotizzano addirittura un improbabile mandante politico delle "spiate" del maresciallo Pasquale Striano. Un'ipotesi che appare oggettivamente assai poco credibile scorrendo la lista degli oltre trecento "nomi eccellenti" finiti nelle carte dell'inchiesta: anche se prevalgono esponenti del centrodestra ora al governo del Paese, sono diversi quelli del Partito Democratico, del Movimento 5 Stelle, storici dirigenti ministeriali che hanno visto tutte le ultime stagioni politiche e personaggi estranei alla politica.

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