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Venerdì, 26 Aprile 2024

Cacao amaro: 200 mila bimbi schiavi per le tavolette di cioccolato

Vera e propria schiavitù infantile: tra 5 e 15 anni i bambini vengono sfruttati per la raccolta del cacao, vittime di una vera e propria “tratta”

I bambini e i ragazzi che lavorano nelle piantagioni di cacao africane sarebbero più di 200mila di età compresa tra i cinque e i quindici anni. Sottopagati e in pessime condizioni: vengono maltrattati e tenuti rinchiusi in baracche, spesso malnutriti. Il fenomeno riguarda numerosi paesi dell’Africa occidentale, tra i principali produttori di cacao del mondo (il 70% della produzione mondiale di cacao è coltivato qui): Costa d’Avorio, Mali, Benin, Togo, Ghana, Nigeria, Camerun, Burkina Faso.

I bambini lavoratori sono spesso esposti a condizioni estremamente dannose per la loro salute fisica e mentale, come afferma l’International Labor Rights Forum, una ong statunitense. La Nestlé, una delle maggiori aziende alimentari del mondo, nel 2005 è stata denunciata dall’International Labor Rights Fund e dalla Global Exchange per l’uso di manodopera ridotta in schiavitù. Ma la multinazionale svizzera ha replicato dichiarando che il lavoro minorile è contro i principi della società. Nel 2001, infatti, la Nestlé, insieme ad altre grandissime aziende cioccolatiere, ha firmato il Protocollo Harkin- Engel (anche detto Protocollo sul cacao).

La questione è stata tra i temi centrali della manifestazione Altrocioccolato, organizzata da Umbria Equosolidale a Città di Castello a fine ottobre, così come di Io.Equo, una campagna di sensibilizzazione di Altromercato dedicata quest’anno al cacao. Le iniziative avevano innanzitutto lo scopo di promuovere un modo diverso di consumare che abbia alle spalle la certificazione che i prodotti non provengano dal lavoro minorile. Un altro obiettivo sarebbe quello di far conoscere il commercio equo e solidale come forma di commercio sostenibile ed etico, che garantisca ai produttori e ai lavoratori dei paesi in via di sviluppo un trattamento economico e sociale onesto e rispettoso.

Sebbene sulla carta esistano norme internazionali per eliminare il lavoro minorile nelle piantagioni di cacao, lo sfruttamento minorile per i lavori pesanti è un fenomeno ancora globale che riguarda non solo il settore del cacao, ma è purtroppo esteso a molti altri ambiti del mercato mondiale. Secondo le stime dell’OIL, nel mondo ci sono 215 milioni di bambini che lavorano in attività che andrebbero abolite. Tra questi 152 milioni hanno meno di quindici anni, 115 milioni svolgono lavori pericolosi. Ma dai dati dell’International Labor Rights Forum emerge che del numero globale di bambini lavoratori 120 milioni lavorano a tempo pieno per aiutare le famiglie sull’orlo della miseria, ma che il fenomeno non riguarda solo paesi poveri, ma tutto il pianeta. Stati Uniti e Italia compresi.

Fonte: La Stampa →
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