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Lunedì, 29 Aprile 2024

Apre il supermercato anti-crisi: non si paga in euro, ma in ore di volontariato

Sta per aprire a Modena il primo emporio sociale cui potranno accedere le famiglie in difficoltà che ne faranno richiesta al Comune

Un progetto concreto per dare sostegno alle famiglie in difficoltà economiche. Pasta, condimenti, biscotti, alimenti per bambini, pannolini.

Sta per essere inaugurato Portobello, il primo emporio sociale di Modena, cui potranno accedere le famiglie in difficoltà che ne faranno richiesta al Comune e al Centro Servizi per il Volontariato.

La storia di Portobello è bella, solidale, un vero esempio. Merita di essere raccontata. Il progetto nasce due anni fa e si concretizza nel 2013 grazie a diverse associazioni del terzo settore, riunite sotto l'egida del centro Servizi per il Volontariato, che riescono ad ottenere la collaborazione del Comune, di alcuni soggetti privati e ovviamente della Fondazione. Il Comune di Modena decide di concedere i locali di via Divisione Acqui 81, nel comparto ex Amiu. Sono invece alcuni privati (tra cui Nordiconad, Coop Estense, Ccm) a donare arredi, macchinari e ovviamente beni di consumo per i clienti. Prende così vita il mini-market, completamente allestito da volontari, in particolar modo della Protezione Civile.

Possono accedere a Portobello gruppi famigliari in difficoltà economica per diversi motivi: mobilità, cassa integrazione, contratti di solidarietà, licenziamenti e repentini cali dei redditi familiari. Ci sono precisi requisiti che i Servizi Sociali del Comune devono verificare per poter indirizzare i richiedenti verso l'acquisto. Un preciso target che fa riferimento a difficoltà temporanee generate dalla crisi: la possibilità di accedere ai prodotti di Portobello è infatti limitata a 6 mesi (rinnovabili per altri 6). L'idea è quella di evitare forme assistenzialistiche fine a sé stesse, quanto piuttosto di integrare un servizio di contrasto alla povertà con percorsi di consulenza e reinserimento.

Ma come si paga? Sugli scaffali non compaiono i prezzi, bensì un punteggio corrispondente a ciascun prodotto, che viene scalato dalla quota complessiva, e differenziata, a cui ciascun cliente riconosciuto ha diritto. In cambio, ai compratori viene richiesto un impegno nel volontariato, con una delle associazioni che fanno parte della rete o addirittura nella gestione del mini-market stesso, dove si alterneranno ben 105 volontari, formati sulle norme specifiche per la gestione di una struttura complessa come quella di un piccolo supermercato alimentare. Parallelamente, diversi soggetti forniranno alle famiglie in difficoltà consulenze di settore, come ad esempio la gestione del bilancio domestico o la tutela dei consumatori.

Fonte: Modena Today →
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