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Lunedì, 29 Aprile 2024

Profezia Maya: "la fine del mondo" secondo Rigoberta Menchu

Le parole rabbiose e disilluse del premio nobel per la pace Rigoberta Menchu contro la credenza nella cosiddette Profezia Maya sulla fine del mondo

Il termine "Maya" è da mesi sulla bocca di tutti, a causa della presunta "profezia" che indicherebbe la data del 21 dicembre 2012 come "la fine del mondo". Ma qualcuno di molto importante, come il Nobel per la Pace guatemalteco Rigoberta Menchu, è letteralmente "infuriato" per quella che considera l'ennesimo sfruttamento della sua terra, la commercializzazione di un'eredità culturale e spirituale.
La rabbia della pacifista deve essere inserito nel contesto del Guatemala, paese dove quasi la metà della popolazione discende dagli antichi Maya.

"Ci sono due tipi di celebrazioni. Quella autentica dei Maya il mondo non la vedrà perché fa parte della nostra vita privata. Noi andremo a salutare il nostro padre sole e lo faremo in molti modi differenti", ha detto Menchu riferendosi ai festeggiamenti che in Guatemala si terranno proprio il 21 dicembre per celebrare il solstizio d'inverno.

La "non autentica" è invece quella rappresentata dall'accorrere dei turisti per assistere a quello che in realtà per i Maya era semplicemente la fine di un calendario e l'inizio di un altro.

Ma la rabbia, o peggio ancora, la disillusione, di Rigoberta Menchu non va solo verso i "turisti", ma anche contro il governo di Città del Guatemala, che ne ha approfittato per organizzare eventi in molti siti archeologici. "A me non interessa quello che fa il governo, il ministro del Turismo o della Cultura. Non ci importa. . Quello che ci interessa - conclude Rigoberta - è il grado di spiritualità con cui celebreremo quel giorno".

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