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Sabato, 27 Aprile 2024

I raggi del sole eliminano il coronavirus?

Una ricerca ancora in pre-print afferma che Sars-CoV-2 viene ucciso in meno di un minuto dai raggi solari: gli Uv-A e gli Uv-B. Ma quindi in spiaggia si è al sicuro o no dal contagio?

Ma è vero che i raggi del sole fermano il coronavirus? Ed è vero o no che in spiaggia si è al sicuro dal contagio da Sars-CoV-2? Il Corriere della Sera parla oggi di una ricerca rilasciata in pre-print (e quindi non ancora revisionata) guidata da Mario Clerici, docente di immunologia all’Università degli Studi di Milano, che ha coinvolto anche l’Istituto dei tumori di Milano, l’ospedale Sacco, il San Raffaele e l’Istituto nazionale di astrofisica. Il lavoro afferma che Sars-CoV-2 viene ucciso in meno di un minuto dai raggi solari che raggiungono la superficie terrestre: gli Uv-A (responsabili dell’invecchiamento cutaneo) e gli e Uv-B (responsabili dell’abbronzatura).

Secondo Clerici questa conclusione significa che in spiaggia possiamo essere al sicuro dal contagio: "Assolutamente sì e la combinazione fra le vaccinazioni che procedono a ritmo serrato con il sole della bella stagione potrebbe rappresentare un mix vincente per battere il coronavirus. In particolare in spiaggia, con il riverbero dell’acqua, i tempi si accorciano ulteriormente e il virus viene eliminato in appena venti secondi". Ma c'è chi mette in dubbio questa conclusione, per un motivo ben preciso: il tempo di inattivazione del virus da parte dei raggi ultravioletti è rapido, ma non sappiamo se sufficiente a evitare un contagio tra due persone che parlano senza mascherine.

"I tempi dell’infe- zione via aerosol sono velocissimi", dice invece al quotidiano Antonio Mastino, già docente di Microbiologia a Messina, non coinvolto nello studio. "Una ricerca svolta negli Stati Uniti lo scorso anno — dice Mastino, che è anche collaboratore dell’Istituto di farmacologia traslazionale del Cnr — ha visto che l’espettorato di un paziente Covid si è inattivato in circa due ore di esposizione al sole. Non sembra quindi così chiaro se la luce solare del mondo reale, e non i raggi di lampade artificiali, sia in grado di inattivare il virus tanto rapidamente da evitare l’infezione".

Intanto la ricerca di Clerici apre alla possibilità di disinfettare ambienti chiusi con i raggi ultravioletti: "Stiamo studiando lampade a raggi Uv-A e Uv-B da utilizzare per brevi periodi, a intensità tali da evitare qualunque tossicità. Qualcosa di si- mile alle luci nere usate in discoteca che emanano luce viola Uv-A ad alta intensità ma per brevissima durata".

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Fonte: Corriere della Sera →
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