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Venerdì, 26 Aprile 2024
Salute

Dry eye, ecco come contrastare il disturbo che colpisce chi lavora al pc

Tutti i consigli di Vincenzo Orfeo, dirigente oculistica Mediterranea

Tra i disagi che possono colpire chi lavora in ufficio, c'è anche il cosiddetto 'dry eye', o sindrome da 'occhio secco', patologia che colpisce il film lacrimale e la superficie oculare e determina seri disturbi visivi. E a soffrirne non sono solo gli adolescenti ma anche gli adulti che utilizzano computer e smartphone per lavoro. Una abitudine che ormai si sta diffondendo sempre più sia nelle relazioni umane che nel mondo lavorativo. Da qui l’allarme lanciato da Vincenzo Orfeo, dirigente dell’unità operativa di Oculistica alla Clinica Mediterranea di Napoli e docente per la Superficie oculare all’Università di Trieste: "Ci troviamo di fronte a un cambiamento della società. Negli ultimi anni i mezzi tradizionali sono stati soppiantati da tablet, telefoni cellulari e personal computer di ultima generazione. Ma i nostri occhi non sono allenati per questo. Ogni 5-10 secondi sbattiamo le palpebre per un ammiccamento e questo è fondamentale per ripristinare il film lacrimale su tutto l’occhio e mantenerlo umido".

"Il nostro cervello interpreta come un momento di particolare attenzione il lavoro al computer", aggiunge Orfeo, "e questo comporta che riduce il battito delle palpebre fino a cinque volte. Per cui noi possiamo anche stare 25-30 secondi con gli occhi sbarrati, perché stiamo leggendo o lavorando al computer. Ovviamente, dopo 5-10 secondi, le lacrime che si sono superficializzate sulla cornea si asciugano e abbiamo micro danni da secchezza. Moltiplicando questa cosa per tutta la giornata iniziano i problemi. Involontariamente il cervello blocca o riduce l’ammiccamento delle palpebre e questo è uno dei motivi per cui le lacrime che ci sono evaporano".

Il problema nasce per tutte le persone che lavorano l’intera giornata al pc: "I nostri occhi hanno una grande capacità di recupero, ma se una persona resta 8 ore davanti a un videoterminale ciò non avviene. Gli adolescenti hanno una capacità di recupero maggiore degli adulti, però è chiaro che a volte stressano la loro vista esagerando con tablet e smartphone. Quando si è stati 10-15 minuti, bisogna poi distogliere un po’ lo sguardo". 

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