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Sabato, 27 Aprile 2024
Il ritorno sui banchi

Nelle scuole mancano i sistemi di areazione: per evitare il virus ci si affida alle finestre aperte

I risultati di un'indagine condotta in centinaia di istituti: solo in 9 casi sono stati installati sistemi di ventilazione meccanica controllata. Cartabellotta (Gimbe): "Per ripartire in sicurezza bisogna intervenire sulla ventilazione"

Per una ripartenza in sicurezza del nuovo anno scolastico senza l'obbligo di mascherine in classe occorre prima di tutto intervenire sull'areazione e la ventilazione delle aule. È quanto emerge dalla survey dedicata alla sicurezza nelle scuole condotta dalla Fondazione Gimbe in collaborazione con Anp (Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola) nel periodo compreso tra il 5 maggio e 1 giugno 2022.  La survey che è stata inviata ad oltre 6 mila dirigenti scolastici di ogni ordine e grado, ma il numero totale di rispondenti inclusi nell'analisi è pari a 312. 

Nel dettaglio hanno risposto alla survey i dirigenti di 312 istituzioni scolastiche che al proprio interno possono avere scuole di diverso grado per un totale di 649 scuole suddivise in infanzia (163), primaria (183), secondaria di primo grado (186), secondaria di secondo grado (111), Centri provinciali per l'istruzione degli adulti (6) rappresentative di tutte le Regioni italiane.

L'areazione dei locali è il vero tallone d'achille 

Per migliorare ventilazione e aerazione dei locali, si legge nella nota, ci si è affidati prevalentemente al protocollo 'finestre aperte' (285), in misura minore ad attrezzature per la purificazione e filtrazione dell'aria (84) e solo in 9 casi sono stati installati sistemi di ventilazione meccanica controllata. Nel 46% dei casi non è stata ricevuta nessuna informazione, dal Ministero o dalle Asl, sulla trasmissione prevalente del virus per aerosol e su dispositivi o impianti per l'areazione degli ambienti scolastici. Solo nel 14,8% dei casi le informazioni hanno riguardato entrambe le tematiche. Insomma, c'è ancora tanta strada da fare. 

"L'assenza di interventi strutturali in grado di garantire un'adeguata ventilazione ed aerazione dei locali" commenta Antonello Giannelli, presidente Anp, "è il vero tallone d'Achille, in assenza del quale il prossimo anno scolastico difficilmente potrà essere affrontato senza ricorrere all'utilizzo delle mascherine". In tal senso, continua il presidente della fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, "la limitata consapevolezza delle evidenze scientifiche porta a stanziare troppo denaro pubblico in attività di disinfezione delle superfici, senza destinare adeguati investimenti al miglioramento della qualità dell'aria, per il quale ci si continua ad affidare prevalentemente al protocollo finestre aperte''.

Mascherine e distanziamento in aula

Per quanto riguarda il distanziamento, in due terzi delle scuole (66,6%) in classe è stato possibile mantenere la distanza di almeno 1 metro fra gli alunni, mentre a causa di limiti strutturali aula-dipendenti nel 6,4% non è stato possibile e nel 27% possibile, ma non in tutte le classi. Le modifiche strutturali o organizzative implementate per adempiere agli obblighi del distanziamento hanno riguardato in larga misura la riconversione degli spazi comuni (179), in misura minore, l'utilizzo di aree cortilive (12) e di strutture extra-scolastiche (17); altre modifiche che hanno riguardato principalmente interventi strutturali e/o riprogrammazione dell'orario scolastico (85). In 82 casi (26,4%) non è stata implementata alcuna modifica.

Capitolo mascherine. Nell'83% dei casi, si legge nell'indagine, la Struttura Commissariale ha garantito tempestivamente la fornitura delle mascherine rispetto all'entrata in vigore delle relative normative, mentre il 76,2% dei rispondenti ne ha ricevute in quantità superiori al necessario. Nell'88,4% dei casi le scuole

 Tracciamento e quarantene

Le classi sono state sottoposte a tracciamento e i provvedimenti di quarantena sono stati emanati nel rispetto delle tempistiche previste dalla normativa in circa due terzi dei casi (63,3%). Il mancato rispetto delle tempistiche era imputabile solo nel 4,5% per un ritardo da parte della scuola nella segnalazione all'Asl, mentre nel 32,2% dei casi il ritardo riguardava l'attivazione delle procedure di competenza dell'Asl. "Questo dato- rileva Cartabellotta - conferma quanto la carenza di personale sanitario nei servizi epidemiologici delle Asl continua a rappresentare un problema irrisolto". C'è un altro dato che vale la pena sottolineare. Ben il 96,5 % delle scuole ha acquistato dispositivi (termometri digitali e/o termoscanner) per la rilevazione della temperatura corporea, ma la misurazione della temperatura per gli alunni che accedono alla scuola nel 39,7% dei casi è stata demandata alle famiglie e nel 31,6% non è stata effettuata. "Un dato - commenta Giannelli - che attesta la carenza di personale dedicato nelle scuole per attuare queste misure".

Un terzo delle scuole non ha promosso la campagna vaccinale

Infine le vaccinazioni. Il 46,8% ha realizzato attività di informazione sulla campagna vaccinale anti-Covid-19 rivolte ad alunni e genitori, il 21,5% ha coinvolto esclusivamente gli alunni. Solo meno di un terzo delle scuole (31,7%) non ha effettuato alcuna promozione ulteriore della campagna vaccinale degli alunni rispetto a quella del Ministero dell'istruzione. Le Asl hanno effettuato vaccinazioni nei locali scolastici solo nell'11,9% dei casi e il 45,1% dei dirigenti delle scuole dove non è stata effettuata non ritiene applicabile questa iniziativa per aumentare le coperture vaccinali, verosimilmente, commenta Giannelli, "perché la normativa vigente non facilita tali esperienze".

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