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Energia

Le opportunità dei sistemi agrivoltaici per gli oliveti italiani

Anche in Italia si comincia a pensare seriamente all’impiego di sistemi fotovoltaici per le coltivazioni degli ulivi: a che punto siamo

La ricerca di energie alternative ormai è diventata un aspetto importantissimo e ogni nazione punta a fonti sempre più pulite. L’obiettivo è quello di rendere le attività quotidiane e la nostra stessa casa più green, ma non solo. Anche il settore dell’agricoltura sta abbracciando con sempre più entusiasmo la transizione energetica attraverso l’agrivoltaico. Una tendenza che in Italia non poteva non prendere piede vista la vocazione agricola del nostro territorio e che ha visto al centro di studi quello che è considerato l’oro verde: l’olio.

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Cos’è l’agrovoltaico

Da sempre siamo stati abituati a considerare i terreni solo nell’ottica dell’agricoltura e dell’allevamento. Con l’agrivoltaico si apre una nuova via, il sistema sfrutta il terreno sia per produrre energia fotovoltaica attraverso l’installazione di pannelli solari, sia per portare avanti le normali attività agricole o di allevamento.

Lo scopo è quello di preservare la biodiversità e far fronte alla crisi climatica coinvolgendo in prima persona le aziende agricole.

Nel giro di pochi anni c’è stata una netta diffusione degli impianti agrivoltaici che sono andati di pari passo con studi e ricerche per capire quali sia la giusta interazione tra il fotovoltaico e l’agricoltura e ottenere il massimo risultato.

Uno dei primi studi è stato quello dell’Università di Hohenheim di Stoccarda che ha dimostrato come i pannelli solari posizionati sopra i campi coltivati contrastino gli effetti della siccità e favoriscano le coltivazioni di alberi da frutta, ortaggi, tuberi, cereali e verdura a foglia.

Gli effetti positivi dell’agrivoltaico anche sugli oliveti

L’ulivo è una cultura chiave del nostro paese e di altri stati del mediterraneo come la Spagna, la Tunisia, il Marocco, la Turchia, l’Algeria, l’Egitto, la Grecia e il Portogallo. Proprio su di loro e su questa coltivazione si è concentrata la ricerca pubblicata su Applied Energy realizzata da un gruppo di scienziati dell’Università Jaén in Spagna. Il loro scopo era analizzare l’ombreggiamento dei moduli fotovoltaici sulle culture, in modo da realizzare impianti ad hoc.

Lo studio è stato condotto su tre cultivar dell’olivo, Picual, Manzanilla e Chemlali utilizzando un impianto pensato per oliveti ad alta intensità con alberi piantati a circa 3,5 metri l’uno dall’altro. I pannelli sono stati sistemati su una tettoia alta 4 metri e orientata verso sud.

I risultati della ricerca

L’obiettivo dei ricercatori era valutare quali dovessero essere i livelli di trasparenza dei pannelli. In particolare, per l’Italia si è capito che il livello deve essere compreso tra 0.69-0.71, un dato che è leggermente superiore rispetto a quelli degli altri paesi coinvolti nello studio maggiormente soleggiati.

Per avere un sistema agrivoltaico ottimizzato, si sono studiate le piante anche durante il periodo vegetativo e per quel che riguarda l’Italia in questa fase la trasparenza può essere ridotta fino al 3,5% così da migliorare al tempo stesso la capacità fotovoltaica.

In base a questi dati e agli studi portati avanti, gli scienziati hanno dedotto che installando i sistemi agrivoltaici solo sull’1% della superficie italiana dedicata agli oliveti, si potrebbe arrivare a produrre il 2,8% della domanda di energia elettrica nazionale.

Un dato rilevante che fa capire l’utilità di questo sistema non solo per quanto riguarda la diminuzione dell’emissione di CO2 nell’aria, ma anche perché potrebbe creare nuovi posti di lavoro e rilanciare l’economia nelle zone a propensione agricola.

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