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Criptovalute: stretta dell’UE e controlli fiscali

Dall’1 Gennaio 2026, i fornitori di servizi di cripto-asset dovranno riferire all’UE le transazioni dei propri clienti

Chi si occupa di criptovalute non potrà rimanere indifferente a questa notizia. È stato infatti raggiunto un accordo sulla segnalazione e lo scambio automatico di informazioni (AEOI) sui proventi delle transazioni di criptovalute. La richiesta di modificare la direttiva esistente è stata quindi presa in considerazione dal Consiglio dei ministri dell’Unione europea.

Dal 2026 quindi i fornitori di servizi di cripto-asset dovranno condurre procedure di due diligence sui clienti. Nello specifico dovranno effettuare un’indagine, un controllo o una revisione eseguita per confermare fatti o dettagli di una questione in esame.

Come avviene la procedura

Solitamente, quando parliamo di due diligence intendiamo un esame dei documenti finanziari, svolto prima di entrare in una transazione proposta con un’altra parte. I fornitori di servizi di cripto-asset dovranno riferire alle autorità fiscali degli Stati membri dell’UE la gamma di transazioni che riguardano i clienti, tra cui rientrano operazioni stablecoin, token di moneta elettronica e alcuni token non fungibili.

Considerata necessaria dal Consiglio dei ministri dell’Unione Europea, questa scelta mira a garantire un’efficace riscossione delle imposte. La natura decentralizzata delle cripto-attività ha reso difficile, nel corso degli anni, una valutazione sulla conformità fiscale per le amministrazioni degli Stati membri.

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Le conseguenze di questa scelta

Per chi non dovesse rispettare tale normativa, saranno previste sanzioni applicabili alle violazioni delle disposizioni nazionali adottate ai sensi della DAC8.

In caso di inosservanza delle disposizioni nazionali adottate per ottemperare alla DAC8, la sanzione pecuniaria minima non può essere inferiore a 50.000 euro, scalata sul fatturato annuo del contribuente di riferimento: la sanzione minima sale a 150.000 euro quando le entrate superano i 6 milioni di euro.

Quindi, gli Stati membri saranno tenuti ad adottare e pubblicare le loro disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla presente DAC8 entro il 31 dicembre 2025. Ciò significa che DAC8 entrerà in vigore dal 1° gennaio 2026.

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