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Sabato, 27 Aprile 2024

Marco Drogo

Web Editor

La farsa di Spa: così si uccide la F1

Il sorriso di George Russell per un attimo ci ha quasi convinto. “Ragazzi, questo è un podio”, ha scritto su Instagram il pilota inglese, mostrando orgoglioso la coppa conquistata a Spa-Francorshamps. L'argomentazione contenuta nel prosieguo del post del pilota della Williams, però, ci lascia decisamente più perplessi. "Non importa come viene, contano tutti e la squadra se lo merita tantissimo".

Per l’exploit nelle qualifiche del sabato, il pilota della Williams avrebbe strameritato di salire sul podio. Le gare, però, si disputano la domenica, mentre le pur importantissime prove ufficiali in F1 servono soltanto a decretare la griglia di partenza di una gara che poi è spesso capace di regalare a chi ama questo sport emozioni proprio per la sua durata e la sua imprevedibilità. Le performance sul giro secco contano poco, se poi il giorno dopo non vengono confermate dalla bandiera a scacchi.

La pazienza dei fan più accaniti della F1, domenica 30 agosto, nell’attesa della partenza del Gran Premio del Belgio, è stata messa a dura prova.La partenza è stata continuamente rinviata a causa delle condizioni impraticabili della pista per il diluvio abbattutosi sul circuito di Spa-Francorchamps. Si è cambiato il regolamento, andando oltre il limite delle 2 ore, per poter aspettare un improbabile miglioramento meteo. Le tre ore e 17 minuti di attesa, i tre giri alle spalle della safety-car hanno fatto in modo che la gara fosse dichiarata valida e che i biglietti non dovessero più essere rimborsati. 

In tanti, però, domenica hanno resistito strenuamente dimostrando un grande attaccamento a uno sport. C’è chi l’ha fatto stando comodamente in poltrona davanti allo schermo televisivo, ammirando i meccanici della Alpine fare la macarena e Vettel e Mick Schumacher giocare a pallone ai box.

L’hanno fatto perché amano questo sport, proprio come quei tifosi che hanno resistito per tre lunghe ore al freddo e alla pioggia. L’anima vera di chi ama le corse come erano un tempo. A loro è andata decisamente peggio, soprattutto a chi ha comprato il biglietto solo per la domenica, senza godersi neppure lo spettacolo delle prove del sabato.

La direzione gara nulla poteva fare per migliorare le condizioni meteo. La decisione di aspettare fino all’ultimo, verificando le condizioni del tracciato è più condivisibile. Andava fatto un tentativo, una sorta di sopralluogo per verificare che la pista fosse effettivamente impraticabile, che il rischio per i piloti era troppo alto e ci si doveva arrendere a un meteo inclemente, rimandando la gara sulla mitica pista di Spa-Francorshamp all’anno prossimo.

I tifosi avrebbero capito, perché tutti hanno ormai compreso, a causa di incidenti terribili e mortali, quanto la sicurezza debba essere sempre al primo posto e che non si possa anteporle lo spettacolo.

Il dato di fatto, però, è che la gara non si è mai corsa e non ha senso neppure farla rientrare ai fini statistici tra le più corte della storia della F1. Quelle erano state gare vere, non una sfilata dopo 3 ore e 17 minuti di attesa.

Speriamo almeno che, calcolatrice alla mano, i 5 punti recuperati da Verstappen su Hamilton grazie alla ‘farsa di Spa’, alla fine della stagione, non diventino così rilevanti. Fortunatamente il duello tra i due, in pista, potrà riprendere già il prossimo fine settimana in Olanda sul tracciato di Zandvoord. Il campionato è lungo e lo vincerà il migliore.

A perdere nella domenica nere sul cielo delle Ardenne è stata la F1 verso i suoi tifosi più veri. C’erano anche loro domenica a Spa e hanno preso tanta pioggia per assistere a una gara-farsa. Se non sono stati soddisfatti andrebbero giustamente rimborsati. Magari per tornare il prossimo anno ad assistere al Gran Premio del Belgio. Sperando che ci sia il sole.

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