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Venerdì, 26 Aprile 2024
Verso il metaverso

Studente avatar a Torino: Edoardo è il primo laureato nel metaverso

Il giovane, 25 anni, si è laureato con una tesi sull'impatto che la nuova frontiera di internet potrebbe avere sull'umanità

Completo azzurro e camicia bianca, ma senza cravatta nella realtà, felpa bianca e jeans nel mondo virtuale. Sono gli abiti che ha indossato Edoardo Di Pietro, di Colle Val d'Elsa (Siena), il primo laureando in Italia del metaverso. Come riporta Ansa, il 25enne, iscritto al corso di studi magistrali in Comunicazione, Ict e Media, è arrivato al Campus Einaudi di Torino nel primo pomeriggio. Qui e nella stanza sulla piattaforma Spatial.io, che ha creato a forma di arena, discute la sua tesi 'Tra presente e futuro: l'impatto del Metaverso sulla società. Analisi e applicazioni del caso studio Tembo su Minecraft'. Relatore Michele Cornetto.

"Sono emozionato e contento per mio fratello non ci aspettavamo tutto questo clamore. Io non ci sono mai stato sul metaverso, lavoro come assicuratore nell'azienda di famiglia", dice Giulio, fratello dello studente. "Sento sulle spalle una grossa responsabilità perché vedere quanto apprezzamento c'è intorno all'idea dà valore al mio lavoro", ha raccontato Edoardo che ha preparato la tesi in un anno di lavoro. "Da videogiocatore avevo già sentito parlare del metaverso, anche perché ero impegnato inconsapevolmente in giochi precursori , come Minecraft".

"Bella la tecnologia, ma viviamo su questo mondo"

Per il 25enne toscano "Metaverso è una sorta di teletrasporto". Ma non ci sono solo pregi. "Il difetto più grande da evidenziare è quello che non bisogna distaccarsi troppo dalla realtà - afferma - Bella la tecnologia, bella l'innovazione, però viviamo sempre su questo mondo. Nei romanzi e nei film di fantascienza, oppure nell'immaginario comune vediamo il metaverso come quella cosa che ci farà sedere tutto il giorno sulla poltrona con un tubo attaccato dietro la testa, nutrendoci così. Ecco - continua - il metaverso non deve nemmeno sfiorare quell'idea. Dev'essere qualcosa in più per incrementare e semplificare la realtà".

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