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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Sanremo 2020, ipotesi Rula Jebreal conduttrice: scoppia la polemica

La giornalista palestinese aveva definito l'Italia un Paese razzista. Dichiarazioni che oggi, davanti alla sua probabile partecipazione al Festival, fanno inferocire più di qualcuno

Manca poco più di un mese alla settantesima edizione del Festival di Sanremo ed è già esplosa la prima polemica. Social, ovviamente. Ad accendere la miccia dopo l'indiscrezione di Dagospia, secondo cui Amadeus avrebbe ingaggiato Rula Jebreal come conduttrice per una delle cinque serate, è Daniele Capezzone in un tweet: "Mi par di capire che con i soldi del canone Rai, Rula Jebreal potrebbe essere incaricata a Sanremo di spiegarci quanto le facciamo schifo. Se poi qualcuno si lamenterà sui social, seguiranno accuse di: razzismo, sessismo, machismo. Pure nel 2020, ci avete già rotto....".

Capezzone si riferisce alle dichiarazioni della giornalista palestinese, che aveva definito l'Italia un paese di razzisti. Il suo è solo uno dei tanti commenti polemici sull'eventuale partecipazione della Jebreal a Sanremo, per molti "un insulto a tutti gli italiani". E c'è anche chi ha lanciato l'hashtag #BoicottaSanremo.

Rula Jebreal a Sanremo, il consigliere Rai Giampaolo Rossi: "Ignoravo fosse esperta di musica italiana"

Sulla vicenda è intiervenuto il consigliere Rai Giampaolo Rossi, spiazzato dalla possibilità di vedere la giornalista sul palco dell'Ariston: "Mi risulta che ci siano stati contatti tra la direzione artistica del Festival di Sanremo e la signora Rula Jebreal - ha fatto sapere all'Adnkronos -. Ne sono piuttosto stupito. Sono note le sue posizioni ideologiche radicali, filoislamiste e dichiaratamente antisraeliane così come le fake news raccontate sulla guerra in Siria, ma ignoravo che Rula Jebreal fosse esperta di musica italiana. E' sorprendente che possa partecipare ad un Festival che rappresenta la cultura popolare del nostro paese chi fino a poco tempo fa definiva gli italiani razzisti e l'Italia un paese fascista su giornali stranieri come The Gaurdian. Si vede - ha ironizzato il consigliere Rai - che durante il Festival di Sanremo, come di incanto, l'Italia non è più un Paese fascista". Qual è il punto, dunque? "Credo che il Festival di Sanremo debba essere un momento di unione del nostro Paese e non lasciare spazio, quindi, a sentimenti divisivi e a persone che li alimentano. Più in generale, penso sia sbagliato trasformare il Festival in una potenziale tribuna politica con persone che nulla hanno a che vedere con la musica e lo spettacolo. Ci sono altri modi, sicuramente più virtuosi per far parlare l'opinione pubblica del Festival di Sanremo, se questo è l'intento degli organizzatori". Per Amadeus la prima gatta da pelare...

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