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Sabato, 27 Aprile 2024
Il report

Quasi 180mila contagi e 747 morti sul lavoro da Covid-19 da inizio pandemia

Da febbraio di quest'anno il fenomeno delle infezioni denunciate è in significativa discesa e i 228 casi di giugno, sebbene ancora provvisori, rappresentano il minor numero di contagi mensili registrati dall'anno scorso

Dall'inizio della pandemia allo scorso 31 agosto, le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 segnalate all'Inail sono 179.992, pari a meno di un quinto del totale delle denunce di infortunio pervenute da gennaio 2020 e al 4% del totale dei contagiati nazionali comunicati dall'Istituto superiore di sanità alla stessa data. Emerge dal 19esimo report nazionale sui contagi sul lavoro da Covid-19 elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, pubblicato oggi insieme alla versione aggiornata delle schede di approfondimento regionali.

Rispetto alle 176.925 denunce rilevate dal monitoraggio precedente del 30 giugno 2021, i casi in più sono 3.067 (+1,7%), di cui 820 riferiti ad agosto e 641 a luglio scorsi, mentre gli altri 1.606 casi riguardano per il 65% gli altri mesi del 2021 e il restante 35% il 2020. Il consolidamento dei dati permette infatti di acquisire informazioni non disponibili nelle rilevazioni precedenti. I casi di contagio denunciati da gennaio ad agosto di quest'anno, benché non consolidati, sono in calo del 40% rispetto ai primi otto mesi dell'anno scorso.

Il 2020, con 147.715 infezioni totali denunciate, raccoglie l'82% degli infortuni da Covid-19 pervenuti da inizio pandemia, con i mesi di novembre (40.359 denunce) e marzo (28.646) ai primi due posti per numero di casi. Il 2021, con 32.277 contagi denunciati in otto mesi, al momento pesa invece per il restante 18%. Da febbraio di quest'anno il fenomeno è in significativa discesa e i 228 casi di giugno, sebbene ancora provvisori, rappresentano il minor numero di contagi mensili registrati dall'anno scorso, sensibilmente inferiore anche al precedente minimo osservato a luglio del 2020 (con poco più di 500 casi).

Le morti sul lavoro da Covid-19

Le morti sul lavoro da Covid-19 denunciate all'Inail dall'inizio della pandemia sono 747, circa un terzo del totale dei decessi denunciati da gennaio 2020, con un'incidenza dello 0,6% rispetto al complesso dei deceduti nazionali comunicati dall'Iss alla stessa data. Rispetto ai 682 casi rilevati dal monitoraggio dello scorso 30 giugno, i decessi sono 65 in più, di cui tre avvenuti a luglio e due ad agosto, mentre i restanti 60 casi sono riconducibili ai mesi precedenti (45 avvenuti nel 2021 e 15 nel 2020).

Il 2020 con 548 decessi da Covid-19 raccoglie il 73,4% di tutti i casi mortali da contagio sul lavoro pervenuti fino al 31 agosto di quest'anno, con il mese di aprile al primo posto per numero di deceduti (194), seguito da marzo (139). Il 2021, con 199 decessi nei primi otto mesi, al momento pesa invece per il 26,6% sul totale delle infezioni di origine professionale con esito mortale.

La stragrande maggioranza dei contagi e dei decessi (rispettivamente 96,9% e 88%) per contagi covid sul lavoro riguarda l'industria e i servizi, con i restanti casi distribuiti nelle gestioni assicurative per conto dello Stato (amministrazioni centrali dello Stato, scuole e università statali), agricoltura e navigazione. Sono circa tremila, in particolare, le infezioni di origine professionale di insegnanti, professori e ricercatori di scuole di ogni ordine e grado e di università statali e private, riconducibili sia alla gestione dei dipendenti del conto dello Stato sia al settore istruzione della gestione Industria e servizi.

Il settore della sanità e assistenza sociale, che comprende ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili, è sempre al primo posto tra le attività produttive con il 65,2% delle denunce e il 22,8% dei casi mortali codificati, seguito dall'amministrazione pubblica (attività degli organismi preposti alla sanità - Asl - e amministratori regionali, provinciali e comunali), con il 9,2% dei contagi e il 10,2% dei casi mortali.

Gli altri settori più colpiti sono il noleggio e i servizi di supporto alle imprese (vigilanza, pulizia e call center), il trasporto e magazzinaggio, secondo per numero di decessi con il 13,0% del totale, il manifatturiero (addetti alla lavorazione di prodotti chimici e farmaceutici, stampa, industria alimentare), al terzo posto per casi mortali denunciati con l'11,9%, le attività dei servizi di alloggio e ristorazione, il commercio all'ingrosso e al dettaglio, le altre attività di servizi (pompe funebri, lavanderia, riparazione di computer e di beni alla persona, parrucchieri, centri benessere…), e le attività professionali, scientifiche e tecniche (consulenti del lavoro, della logistica aziendale, di direzione aziendale).

Rispetto al 2020, però, nei primi otto mesi del 2021 si riscontrano alcune differenze nell'evoluzione dei contagi in vari settori produttivi. La sanità e assistenza sociale, fatta eccezione per i poco più di settemila casi del mese di gennaio, ha mostrato un numero di infezioni da Covid-19 di origine professionale in costante discesa, registrando nel mese di giugno il suo livello più basso, con una sessantina di casi (erano 400 a giugno 2020). In questo settore, tuttavia, nei mesi di luglio e agosto si osservano segnali di ripresa del fenomeno.

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