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Venerdì, 26 Aprile 2024

Andrea Maggiolo

Giornalista

Il gioco sporco di chi chiede un Dpcm contro gli sbarchi

Gioca "sporco" (con le parole, s'intende) chi oggi chiede "un Dpcm contro gli sbarchi". A invocarlo è nientepopodimeno che Francesco Storace, vicedirettore del Tempo, ex deputato, ex senatore. In un corsivo di domenica sul sito del quotidiano romano l'ex ministro della salute scrive: "E’ una giornata impegnativa. Dalle parti di Lampedusa, ad esempio. Sbarchi su sbarchi, senza fine. Quasi una beffa del destino. Mentre il premier Giuseppe Conte si prepara a sfornare uno dei suoi innumerevoli Dpcm - che non è mai l’ultimo della serie - per imporre restrizioni agli italiani, si registra un incredibile afflusso di barconi e barchini nell’isola siciliana. Sembra che il Covid faccia da calamità. Eppure arrivano tutti ammassati - assembrati si dice nel loro caso? - e senza mascherine, ovviamente".

"Al ministro Lamorgese - continua Storace -  prima o poi qualcuno dovrà chiederne il conto, perche quelle immagini fanno male proprio a chi è chiamato a fare sacrifici in Patria. Non ne possiamo più e lo diciamo ad alta voce, sembra una beffa che il nostro popolo non merita di subire. Urge un Dpcm. Così si dice quando si deve obbligare un popolo a stare rinchiuso, a non uscire, eccetera eccetera. Idea: il dpcm per l’Africa li obblighi a salire sui nostri autobus e a frequentare le nostre scuole. Tanto sono luoghi sicuri, vero presidente Conte?". 

Boutade, provocazione, ironia graffiante, prosa ruspante, ognuno la definisca come creda. Ma c'è poco da ridere, e per più di un motivo. Procediamo con ordine. La sigla "Dpcm" in Italia era sconosciuta ai più fino a febbraio/marzo, ovvero fino a quando i decreti ministeriali emanati dal presidente del Consiglio dei ministri sono diventati un'abitudine (22 fino a oggi), con le misure urgenti per arginare la diffusione del contagio o per sostenere il rilancio dell'economia. Chiedere un "Dpcm" sul tema immigrazione instilla, non è dato sapere se volontariamento o meno, ma sicuramente e subliminalmente, nel pubblico che si ferma al titolo l'idea che i migranti siano in qualche modo paragonabili a un virus, a un'epidemia (visto che prima del Covid di Dpcm non si parlava mai). 

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Prima di febbraio 2020 nessuno cercava "Dpcm" su Google in Italia

Le parole sono importanti, quando si parla di una materia delicata come quella dell'immigrazione lo sono ancora di più. Basti pensare ai danni devastanti alla qualità del dibattito derivati dall'incauta e insensata definizione di "taxi del mare" fatta circolare da Luigi Di Maio anni fa. Le accuse alle Ong impegnate nel recupero dei migranti nel Mediterraneo (assurde, come abbiamo già raccontate tante volte qui su Today) si fecero strada nell'immaginario collettivo anche grazie a quella formula. Taxi del mare. Porti chiusi. Dpcm contro gli sbarchi. Slogan. 

Non esiste tra l'altro alcuna invasione, alcuna emergenza immigrazione in Italia se si leggono i dati del Viminale. L'emergenza sbarchi si è conclusa da tempo, anche se i toni e le soluzioni emergenziali perdurano. Nonostante le prime pagine di alcuni quotidiani, e nonostante le difficoltà - queste sì reali - dell'hotspot di Lampedusa che ciclicamente supera la capienza massima, dal 1 gennaio al 29 ottobre 2020 sono sbarcate 27mila persone in Italia. Più delle 9.500 nella stessa fascia di tempo del 2019, leggermente più del 2018, quando nei primi 10 mesi dell'anno arrivaronio 22mila persone. L'Italia non è però mai tornata a quel periodo di "alti sbarchi" che, tra il 2014 e la prima metà del 2017, ha visto l’arrivo in Italia di oltre 600.000 uomini e donne. 

Infine, cosa dovrebbe contenere un Dpcm "contro gli sbarchi" per Storace? Impossibile anche solo immaginarlo, perché trattasi di provocazione ovviamente. Ognuno si faccia la sua idea. Il problema vero è che quella che a chi scrive pare evidentemente "solo" una provocazione, viene percepita probabilmente come un appello vero e proprio in parte del mondo sovranista italiano, al punto che l'account Twitter ufficiale della Lega lo ripropone quasi fosse una richiesta seria, quasi fosse un'ultim'ora di agenzia, dando il là a commenti di cui potete immaginare il tenore tra i simpatizzanti. Uno di loro attacca: "Arrivano ogni giorno, fuggono in ogni direzione, facendo perdere ogni traccia! Per loro niente controlli? Possono infettare liberamente". Anche così si sposta il livello di decenza e di intelligenza del confronto su un argomento epocale e complesso come quelle dei migranti e dell'accoglienza. Sovrapponendolo incautamente con un altro tema epocale, quello della pandemia di coronavirus.

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La formula del "Dpcm contro gli sbarchi" in ogni caso deve essere piaciuta parecchio nel Carroccio. Non si fa sfuggire la ghiotta occasione infatti Matteo Salvini, che a tarda sera twitta: "Oltre 400 sbarcati oggi a Lampedusa, nel silenzio generale. Milioni di euro degli italiani spesi per accogliere chi non scappa da nessuna guerra ma la guerra ce la porta in casa. Per loro niente dpcm, niente lockdown, niente controlli: porti aperti e tutti zitti".

Urge un Dpcm, sì: uno che vieti di inquinare in questo modo il dibattito.

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