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Domenica, 28 Aprile 2024
Il caso / Ravenna

Strage di uccelli, a decine trovati morti al suolo colpiti dalla pseudopeste aviaria: che cosa succede

Apparentemente senza ferite, stanno destando preoccupazione nel ravennate i ritrovamenti di uccelli morti - principalmente tortore - rivenuti al suolo: sarebbe colpa della pseudopeste aviaria

Stanno destando preoccupazione nel ravennate i ritrovamenti di uccelli morti - principalmente tortore - rivenuti al suolo privi di vita e senza ferite. Gli episodi si susseguono e coinvolgono sia alcune zone di Ravenna, soprattutto a Madonna dell'Albero, che del forese e della Bassa Romagna, con numerose segnalazioni a Lugo, Fusignano e Alfonsine. Scene che hanno destato non poca preoccupazione tra i residenti; in realtà si tratta di un problema ciclico che ogni anno, in questa stagione, colpisce alcune specie aviarie.

La malattia di Newcastle

Dall'Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell'Emilia-Romagna 'Bruno Umbertini', infatti, spiegano di aver svolto come ogni anno le analisi di routine previste dal piano di monitoraggio della fauna selvatica, che comprende un pannello di diverse patologie, e di aver analizzato nello specifico alcune carcasse di tortore conferite all'istituto, approfondendo con esami tossicologici. I volatili sarebbero morti a decine a causa di un agente patogeno, in questo caso il virus della cosiddetta "malattia di Newcastle", nota anche come pseudopeste aviaria, di fatto una variante (più pericolosa) dell'influenza aviaria.

Dagli anni della sua prima comparsa, nel 1927 in Inghilterra, questa malattia - che è tipica delle specie aviarie - si è diffusa a livello mondiale con diverse pandemie. Questo fenomeno sarebbe condizionato anche dall'alternarsi di temperature più alte e più basse, come sta avvenendo in queste settimane in Romagna, colpendo soprattutto le tortore più giovani che non hanno ancora sviluppato anticorpi.

Sul sito del Ministero della Salute si legge che l'infezione per contatto diretto con elevate cariche virali può verificarsi anche nell'essere umano, determinando congiuntivite. Tuttavia dall'Istituto zooprofilattico rassicurano sul fatto che, in questo caso, non ci sarebbero rischi né per altri animali, né per l'uomo e nemmeno per altri volatili: il ceppo virale isolato nel ravennate, infatti, colpisce quasi esclusivamente la tortora.

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