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Venerdì, 26 Aprile 2024
Salute

Il Long Covid compare nel 14% dei positivi e dura 4 mesi: gli effetti su cuore e sonno

"I dati suggeriscono che la gravità dei sintomi iniziali possono essere usati per predire quanto impiegherà il paziente a guarire dall’infezione", dichiara uno degli autori dell'ultimo studio pubblicato sulla rivista medica Jama Network Open

Sono oltre quattro milioni gli italiani che, da inizio pandemia, hanno contratto il Covid-19. Molti di loro, anche dopo l’esito negativo del tampone, hanno continuato a manifestare disturbi come tosse, mancanza di respiro, stanchezza, mal di testa, palpitazioni, dolore toracico, dolori articolari, depressione e insonnia. Sintomi che caratterizzano l’ormai nota sindrome del Long Covid (o del Covid Lungo), una patologia che può compromettere la piena ripresa delle normali attività di vita quotidiana dell’ex paziente e che può riguardare non solo chi ha contratto l’infezione in forma grave ma anche i paucisintomatici e gli asintomatici. Per indagare tale patologia e le conseguenze a lungo termine che questa può portare, sono partiti, negli ultimi mesi, diversi studi osservazionali che monitorano gruppi di pazienti Covid dall’atto del ricovero fino a sei mesi dalla dimissione. Tra questi c'è uno studio, pubblicato di recente sulla rivista medica Jama Network Open, dal quale è emerso che il Long Covid compare nel 14% delle persone che si infettano e dura in media quattro mesi.

Il long covid anche negli asintomatici: il nuovo studio e i problemi a nervi e colesterolo

Lo studio 

I ricercatori hanno confrontato i dati di 641 individui con malattie respiratorie, ma negativi al Covid, con quelli di 243 volontari positivi. Attraverso strumenti come fitness tracker, smartwatch e altri dispositivi indossabili, hanno monitorato le variazioni nel battito cardiaco, nel ritmo sonno-veglia e nell'attività fisica, notando che questi parametri impiegano molto più tempo a tornare normali in chi è stato colpito dal Sars-Cov-2. In media la frequenza cardiaca a riposo nei pazienti Covid non ritorna normale prima di due mesi e mezzo, l'attività fisica prima di un mese mentre il ritmo sonno veglia si regolarizza intorno al giorno 24 dalla diagnosi. Per chi invece ha il 'Long Covid', il 14% del campione considerato, i sintomi durano molto più a lungo, con la frequenza cardiaca che rimane più alta del normale per quattro mesi. Secondo lo studio, spiegano i ricercatori, “chi ha la forma 'cronica' della malattia di solito ha sintomi più gravi all'inizio rispetto a chi non la sviluppa”. "I nostri dati - afferma Jennifer Radin dello Scripps Research Translational Institute, uno degli autori - suggeriscono che la gravità dei sintomi iniziali, a partire dall'alterazione della frequenza cardiaca, possono essere usati per predire quanto impiegherà il paziente a guarire dall’infezione. In futuro, con un campione più numeroso, sarà possibile capire perché le persone hanno sintomi diversi l'una dall’altra”.

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